In occasione del 120° anniversario della nascita di Eduardo De Filippo

“NATALE IN CASA COVID”, Eduardo rivisto da Guadagnuolo ai tempi del Coronavirus
Alle soglie dell’inverno, e con la seconda ondata del Coronavirus che sta compiendo migliaia di morti nel pianeta Terra, un’opera artistica “Natale in casa Covid” ravviva la speranza: l’installazione è stata realizzata dall’artista Francesco Guadagnuolo, in occasione del 120° anniversario della nascita di Eduardo De Filippo.
Dal presepe “Natale in casa Cupiello” la commedia di Eduardo, ad una nuova versione di presepe “Natale in casa Covid” ai tempi del Coronavirus che esamina il tema della nostra epoca inquieta su cui confluiscono spirito, fede e stati d’animo.
Il parto, il neonato messo al mondo, la nascita del Bimbo è l’istante in cui la nuova vita giunge al mondo e non c’è opera d’arte più esaltante a manifestare tale momento di felicità. Al centro una sfera a forma di Covid–19 con le spinule che gli assegnano la forma a corona solare, quando la gente si sente avvolta nel buio, nell’opera di Guadagnuolo le spinule si trasformano in luce di speranza natalizia. In alto una stella lesa da una piaga nell’attesa che si rimargini la ferita, come simbolo di un’umanità sofferente che vive di aspettativa per un futuro privo di pandemia, con il desiderio di vivere la vita con la libertà di sempre.
Materia e ambiente occupano lo spazio piramidale che si sviluppa verso l’alto in un’arte accogliente e celeste, che si vede e si sente osservando il Presepe 2020 di Guadagnuolo in un tempo presente di rottura apparente con l’antico. Nel suo presepe, l’artista abolisce tutti i modelli scenici della tradizione tramandata. Domina il Bambino, ritmato da un’articolata evoluzione di stati d’animo, come il sentimento d’inquietudine che appare nell’immagine sferica del Covid-19. Quando diciamo salvezza, non è tanto liberazione dal peccato, ma un liberare la realtà dell’uomo dalle sue disgrazie dolenti causate dalla pandemia. Infatti, la sua opera, aspira ad annunciare un messaggio di speranza più che di angoscia.
La pandemia ha cambiato anche la nostra maniera di festeggiare la festività più solenne dell’anno, il Natale; nel presepe di Guadagnuolo c’è un’attesa, un’attesa di speranza che prima o poi, come la frase celebre di Eduardo «Ha da passà ’a nuttata», cioè dovrà pur passare questa pandemia. Il dolore e il disagio non coinvolge solo la gente ma l’ambiente in generale e tutti gli esseri che lo abitano. Un tale allarme in Italia non si viveva così, ai tempi del Secondo conflitto Mondiale.
Il presepe di Guadagnuolo è un segno artistico e di pensiero di eccezionale attualità, desidera essere un’immagine di conforto e di fiducia per l’umanità intera. Un messaggio importate in questo momento pesante che viviamo. L’umanità viene trasfigurata nel presepe di Guadagnuolo incrementato da pochi cromatismi e il simbolico ambientamento prodotto da particelle di luce colorata, assegnano a tale presepe un’immaterialità nascosta, evidenziando la portata dell’artista di percepire l’insolito al normale e la magnificenza del cosmo nelle sue rivelazioni più inconoscibili.

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