di don GIANNI CARPARELLI-
Benny si trovò di fronte a una porta a forma di roveto un pò strana. C’era scritto: “Yahveh, il capo”. Bussò. Come risposta udì un rumore, tipo un tuono gentile… Benny stava entrando un po’ claudicante, ma:
D…???: … fermati, qui non si entra… chi sei? Cosa vuoi?…
Benny: Si guarda intorno… tutto fumo a colori e nessuno in vista.
Benny: Come chi sono, m’avete chiamato voi…
D…???: Ah, si… ma in questi tempi viene tanta di quella gente anche se io non ho chiamato… Arrivano così, quasi a casaccio, mandati da voi, senza nessun ordine, come se non vi interessasse
niente della vita e della decenza… Tu sei di Canepina vero?
Benny: Si! Io veramente non volevo venire perché a voi ci credo ma con una certa prudenza. Non
mi fido tanto delle cose che non posso vedere. Però da qualche parte ci dovrebbe essere
mia moglie Gabriella. Mi ha detto una notte che tutto sommato qui da voi non si sta male.
D…???: Beh, direi pure!… rispose la voce. Mi ci è voluta una eternità a fare questo posto. Ho anche usato le capacità di molti che vengono qui, anche dal paese tuo… gente capace e che sa fare di tutto anche se debbo stare attento… qualche birbo arriva anche da voi. Da qualche parte ci dovrebbe essere anche don Giovannino, te lo ricordi?… Gli voglio tanto bene. Ma tu cosa vuoi? Mi hanno detto che credi, ma con tanti punti interrogativi. Se non ti va bene, guarda che più sotto ci sono altri posti, ma lì comando poco o niente.
Benny: questo è vero caro Dio o come vi chiamate, perché io non ci ho mai capito troppo anche se don Gianni, che voi non conoscete bene, ha provato del suo meglio. Ma voi-“lei” non siete mica troppo chiaro… Come vi chiamate? Ci siete? Dove siete?… Avete creato, dicono, con tanta sapienza e bontà… Ah! Lo vedo… Casini ovunque, terremoti, alluvioni, vulcani che sputano fuoco, gente che muore in mare, donne fatte fuori, bambini trucidati… penso che lo sapete, è tutta gente che passa davanti a questa porta. Potevate pure fare una cosa più passabile. Ci dite che quassù è tutto perfetto, che c’è latte e miele dappertutto… a proposito dov’è?… Ma allora perché non ci avete ospitato qui e lasciando perdere di mandarci in un mondo tutto da fare?
D-???: … eh, voi giornalisti, volete sapere tutto e quando non sapete inventate tutto. Siete un po’ bugiardini
Benny: … bugiardo a me? E voi allora? Avete detto: io sarò sempre con voi, non vi lascerò orfani… non è vero. L’ho pure letto, anzi me lo hanno detto, in un libro dove raccontano la storia di un vostro figlio…
D-???:… Benny. Lasciamo perdere la storia di mio figlio… che è ancora un problema sospeso. Anzi, dato che hai anche scritto un libro su una Chiesa che, ho saputo, chiamate Collegiata ed è dedicata alla Madre… facciamo così, dato che come vedi sono molto occupato e per colpa vostra… Ma dato che sei già qui e mi fa piacere parlare con te, faremo due chiacchiere tra giornalisti. Eh, si! Anche io lo sono. Non uso la penna perché quando ho iniziato a “scrivere”, le penne non le avevate inventate. Io dipingo quello che dico con i colori e ho fatto delle cose belle: il cielo, le stelle, il sole che conoscete bene anche se in questi giorni è un po’ accaldato… e poi la natura, gli animali… vedo che cani e gatti sono diventati cittadini e adesso ci provano anche i cinghiali… Ho dipinto anche te e Gabriella, tua figlia Michela e il suo cavaliere Lamberto. Vedi che so tutto… e tanto male voi non siete venuti, mi pare! Poi non puoi pretendere di capire tutto. Una cosa te la posso anticipare… i miei piani non erano questi. Ma avete deciso che capite tutto voi e mi sono tirato indietro. Adesso volete pure copiare la mia intelligenza e la chiamate IA. Voglio proprio vedere perché sono curioso anche io. Per ora quello che vedo… non mi pare un gran che. Facciamo così, domani a colazione… ma che domani. Qui il tempo non esiste. Appena mi libero facciamo due chiacchiere. Ora va a salutare Gabriella che è da tanto che mi dice: ma quando lo fai venire? Mi manca tanto.
Benny: … ho capito. Volevo tornare a casa per la sagra dei maccheroni. Ma a Gabriella non posso dire di no! Però se posso permettermi: mi raccomando, un occhio di riguardo per il mio paesello lo gradirei
D-???: … questo si! Tutto sommato, i canepinesi sono un po’ furbacchioni come te… ma è gente buona. Qualche cosetta potrebbero migliorarla, ma vedo tanti giovani bravi e volenterosi. Ci penseranno loro. Già ti voglio bene. Dirò a don Gianluca, si chiama così il parroco vero?… gli dirò di fare le mie veci. Lo terrò sotto osservazione. Un abbraccio. E mandatemi un po’ di maccaroni.
Condividi con: