di MARIELLA ZADRO-
VITERBO- È stata inaugurata sabato 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, una mostra presso il Monastero-Santuario di Santa Rosa frutto della collaborazione tra le Sorelle Clarisse di Santa Rosa, il Sodalizio Facchini di Santa Rosa, il Comune di Viterbo e Bruni Assicura.
Presenti al taglio del nastro, la sindaca Chiara Frontini, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, don Luigi Fabbri, il presidente del Sodalizio dei Facchini Massimo Mecarini, il consigliere comunale Andrea Micci e suor Francesca.
La mostra propone un percorso che intreccia immagini e documenti storici di notevole valore e i progetti presentati in occasione dell’ultimo bando, dove è risultato vincitore il progetto denominato “Dies Natalis” ideato dall’architetto Raffaele Ascenzio.
“Ogni macchina la sua storia” è la quarta mostra ideata e allestita dal fotografo Rodolfo Morbidelli che presso il Monastero aveva già curato le mostre “La Forza della Fede”, la mostra internazionale “Machines for Peace” nel 2023, e nel 2024 quella dedicata al 40° anniversario della “Visita Pastorale del 27 maggio 1984 di Giovanni Paolo II alla Città di Viterbo.
All’ingresso una gigantografia delle ultime due macchine (Gloria e Dies Natalis) con una scritta che spiega la finalità della mostra: “Tutte le storie che amiamo hanno una fine, ma è proprio per questo, che ne può cominciare un’altra”.
Il numeroso pubblico è stato accolto nella Sala del Quattrocento, dove il presidente Mecarini ha ricordato la figura di Marco Gemini, facchino da poco deceduto e ringraziato i presenti per questo appuntamento che conferma quanto sia importante documentare le nostre tradizioni, in particolare la devozione per la nostra Rosina.
Presenti in sala il presidente dell’Avis provinciale Mechelli Luigi Ottavio, il maggiore dei Carabinieri Felice Bucalo, il colonnello dell’Aereonautica Tanzi, gli ideatori della macchina di Santa Rosa Raffaele Ascenzi e Angelo Russo , alcuni componenti l’Associazione ex Facchini di Santa Rosa e della famiglia Zucchi.
“Grazie per aver organizzato questa mostra, ha detto la sindaca Frontini, che racconta una parte ancora vitale della macchina di Santa Rosa. È da tempo che stiamo lavorando per raccontare la vitalità e la passione dietro al trasporto del 3 settembre. Dovremo impegnarci a raccontarla per 365 giorni all’anno. Proprio oggi, la giornata Internazionale della Donna, ci permette di collegare la giornata con la vita della Santa”.
Ai saluti della sindaca si è unito il presidente della Provincia Romoli.
“Un ringraziamento molto sentito a tutti coloro che hanno voluto questa iniziativa. Santa Rosa, rappresenta la patrona di tutta la Tuscia. Infatti quando si parla di tradizioni, fede e ricorrenze, è un bene per tutta la comunità. Essere qui tutti insieme, per celebrare un momento di Fede, ci permette di appropriarci delle nostre tradizioni e condividerle tra amministrazioni”.
Un ringraziamento particolare al Sodalizio da parte di Don Luigi Fabbri per questa mostra, un ulteriore “regalo” che si fa per tutta la città di Viterbo: “Questa iniziativa permetterà ai visitatori e ai turisti di cogliere il senso profondo del trasporto. Il titolo racchiude, la sintesi di ogni macchina nelle storie, e nelle esperienze delle singole persone”.
Presente all’inaugurazione Patrizia Nardi, esperta in valorizzazione del Patrimonio culturale e candidature UNESCO, ha sottolineato quanto sia importante concentrare in questa mostra i protagonisti della manifestazione: i facchini, i vari rappresentanti delle Macchine a Spalla, l’ideatore della macchina, gli operatori del Centro Studi Santa Rosa e gli Amministratori.
“È un sistema perfetto, è un circuito di cui i patrimoni culturali hanno bisogno, per sviluppare i loro progetti”.
Luca De Risi, presidente dell’Associazione GRAMAS (Grandi Machine a Spalla) ha evidenziato la parte emozionale che si sviluppa nel momento del trasporto, un patrimonio da valorizzare e tramandare nel tempo.
Al termine Rodolfo Morbidelli ha illustrato l’organizzazione del materiale che è stato esposto nella mostra, la sua esperienza di volontario che svolge al Santuario. In particolare, il ruolo che ha la macchina, che permette di far conoscere la vita della Santa. Infatti si auspica, prima possibile, la nascita del polo museale dove il turista può “vivere” attraverso i documenti, le foto e i video, il fascino della storia della Santa e della manifestazione popolare a lei dedicata.
La cerimonia si è conclusa con i ringraziamenti verso coloro che hanno contribuito alla realizzazione della mostra: il costruttore Vincenzo Fiorillo, l’ideatore Raffaele Ascenzi, Mauro Galeotti per il suo archivio storico, il facchino Leonardo Massantini , i fotografi Ridelmo Burla, fratelli Sorrini, Corrado De Santis, Arturo Mari e Felici dell’Osservatorio Ramano Città del Vaticano e i volontari del Santuario – Monastero di Santa Rosa Giuseppe Loddo, Bruno Scardozzi e Marcello Selvaggini.
La mostra resterà aperta fino a domenica 8 giugno, gratuito l’ingresso al Monastero e alla mostra.
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