Inaugurata la mostra “Fra le mura del chiostro” al monastero di Santa Rosa (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Inaugurata questo pomeriggio, alla presenza del Vescovo di Viterbo, Orazio Francesco Piazza, del Prefetto Gennaro Capo, della Madre Badessa delle monache Clarisse, Carmela Salvato, di Beatrice Casocavallo in rappresentanza della Soprintendenza, di Eleonora Rava del centro studi Santa Rosa e di suor Francesca Pizzaia, delle suore Alcantarine, la mostra “Fra le mura del chiostro. La vita quotidiana in un monastero di clausura” , che sarà aperta presso il Monastero di Santa Rosa, da oggi, 23 agosto, fino al 27 ottobre. A tagliare il nastro dell’inaugurazione il prefetto Capo con il Vescovo Piazza e la Badessa Salvato. In rappresentanza dell’amministrazione comunale era presente la consigliera comunale Alessandra Croci, fino a quando non è giunta anche la sindaca Chiara Frontini. La mostra rappresenta la conclusione di un progetto iniziato dal Centro Studi Santa Rosa nel 2020, che ha coinvolto la catalogazione di utensili da cucina e la digitalizzazione di documenti d’archivio relativi alla gestione della dispensa e alla preparazione dei pasti, oltre allo studio delle attività artigianali delle monache, come la creazione di reliquari in papier roulé e fiori di stoffa.

L’obiettivo della mostra, come spiegato nel corso dell’inaugurazione di questo pomeriggio,  è raccontare la vita delle monache all’interno del monastero e il loro rapporto con la comunità civile, utilizzando documenti storici e una collezione di oggetti. La mostra punta a offrire una nuova prospettiva sulla vita monastica e sul suo impatto sulla città di Viterbo, arricchendo il patrimonio storico, artistico e culturale del territorio.

Soddisfazione è stata espressa dal Vescovo Piazza, che ha detto: “Si tratta di piccoli gesti che accompagnano la non facile vita monastica, ma che si caratterizza per una ricchezza spirituale straordinaria”. Rivolgendosi poi alla Madre Badessa Carmela Salvato, ha affermato: “E’ straordinario riavere la vostra presenza qui”. A causa del crollo, la S. Messa per accogliere le clarisse è stata rinviata. Il Vescovo Piazza ha, quindi, sottolineato la grande importanza di mettere insieme le due realtà, quella contemplativa delle clarisse con quella pratica delle suore Alcantarine, per una felice convivenza insieme.

Ha, quindi, preso la parola il Prefetto Capo che, dopo aver dato il suo bentornato alle clarisse in santuario ha affermato: “Ogni volta che sono venuto qui ho visto cose meravigliose, mi fa piacere pensare che contemporaneamente a un evento religioso ci sia un momento di cultura offerto a chi verrà in città. Auguri di ogni miglior successo a questa iniziativa”.

La Madre badessa ha ringraziato il Vescovo per averle accolte in diocesi così come Suor Francesca Pizzaia per la calorosa accoglienza insieme a Suor Elpidia. “Noi ci sentiamo a casa – ha sottolineato- Trasferire un monastero insieme non è facile,  ma è anche un dono perché avvolti dal calore della diocesi. Viviamo in un luogo sinodale, la chiesa ci invita a vivere in comunione e la comunione è nella diversità. Ora vedrete una mostra della quotidianità. Per noi non è qualcosa di statico, perchè è quello che viviamo tutti i giorni. Questa mostra vi fa calare nel nostro piccolo, cose piccole che però rendono grande la vita”.
Ha preso la parola, infine, la consigliera Croci che ha detto: “Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”, evidenziando l’importanza di avere insieme le due realtà in monastero, le Clarisse e le Alcantarine.
 Beatrice Casocavallo  della Soprintendenza, ha evidenziato il rapporto strettissimo con la comunità. “Alcune ceramiche hanno restituito la parte materiale delle monache del monastero e le abbiamo messe in dialogo con i documenti – ha evidenziato – Abbiamo trovato nomi scritti su ceramiche di suore che erano alcune badesse altre no  ed abbiamo intrecciato le  fonti storiche con queste ceramiche”. Soddisfazione, infine, è stata espressa dalla sindaca Frontini, che ha ricordato la vicinanza dell’amministrazione al santuario ed il valore aggiunto che rappresenta il Centro studio Santa Rosa non solo perché permette di investigare sulle radici che i viterbesi hanno nel cuore, ma anche perché rappresenta un elemento pulsante e vivo della città. Al prefetto, al Vescovo ed alla sindaca è stato donato un libro sulla mostra. L’esposizione è suddivisa in sei sezioni e sarà aperta tutti i giorni, tranne il lunedì pomeriggio, con orario 9.30–12.30 e 15.30–18.30.

 Video di MARIELLA ZADRO

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