Inaugurata la mostra “La forza della fede” al monastero di Santa Rosa

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- E’ stata inaugurata questo pomeriggio, presso il monastero di Santa Rosa, alla presenza delle massime autorità civili e militari e del Vescovo, Lino Fumagalli, la mostra “La forza della fede”, che resterà aperta fino al 31 ottobre. A fare gli onori di casa la madre superiora del monastero delle suore Alcantarine, suor Francesca Pizzaia, che ha condotto i presenti all’interno delle sale della mostra ed al piano superiore, dove si è svolta la conferenza di presentazione dell’evento e l’inaugurazione della sala multimediale,  dove si è tenuto l’incontro. La mostra nasce da un’idea del centro studi Santa Rosa  grazie al lavoro congiunto di enti, in primis il Sodalizio dei facchini di Santa Rosa, primo co-organizzatore dell’evento, il monastero delle Clarisse, il Comune di Viterbo, Donne per la rete sezione di Viterbo, l’università della Tuscia, l’associazione italiana persone down di Viterbo. Suor Francesca ha esordito dicendo: “E’ importante condividere con la città  gli eventi che si svolgono al monastero. Mi affascina il titolo di questa mostra, la forza delle fede. Ringrazio tutte le autorità presenti”.  La parola è passata, quindi, al Vescovo di Viterbo, Lino Fumagalli. “E’ bello  per chi negli ultimi 10 anni ha condiviso la storia del monastero vedere i cambiamenti. La sala dove stiamo adesso era un magazzino, la sala di sotto era divisa in due parti da porte di alluminio anodizzato con il soffitto che stava per cedere ed il refettorio inagibile. Si sta valorizzando ogni singolo luogo perché noi siamo custodi di questi luoghi. Se riuscissimo a lavorare tutti per il bene della città non solo avremo bellissime Macchine di S. Rosa, ma anche una splendida città”. E’ stata, quindi, la volta della sindaca Chiara Frontini che ha aggiunto alle due F di forza e fede anche quella di fiducia  con la città. “Questo è un luogo immateriale, ma anche fisico. E’ importante rendere vivi gli spazi della città, gli spazi a disposizione di chi fa cultura, teatro. E questo è uno spazio dei viterbesi”.  Presente all’inaugurazione della mostra anche il prefetto di Viterbo, Antonio Cananà,  che ha detto come la prima cosa che ha capito lavorando a Viterbo sia stata una sconfinata devozione per Santa Rosa  e come il trasporto della Macchina sia per la città un momenti particolare per la città, un momento religioso molto importante. “Il trasporto della Macchina di S. Rosa sembra un momento di catarsi collettiva e devo capire e devo capire tutto ciò vivendo la festa di S. Rosa. Per questo sarò presente a tutte le iniziative ove invitato. E’ questa la prima iniziativa formale a cui partecipo ed oggi sono qui con piacere. Stiamo lavorando e bene affinché il trasporto della Macchina si svolga nella massima sicurezza e secondo i dettami di legge”. Il presidente del Sodalizio dei facchini, Massimo Mecarini, ha ringraziato il centro studi Santa Rosa per aver realizzato questa mostra, che contiene anche cose particolari, come il ciuffo spaziale, ovvero quello che l’astronauta Roberto Vittori ha portato sullo spazio nel suo ultimo viaggio. Un ciuffo senza numero che sta in una teca con tanto di certificato della Nasa. “Siamo tutti molto emozionati dopo due anni di dolorosissimo fermo e siamo molto carichi, ma quel giorno, il 3 settembre, saremo tutti facchini”.  Infine, sono intervenuti Caterina Valeri delle Donne per la rete di Viterbo, un gruppo nato  lo scorso anno su ciò che riguarda la festa di S. Rosa e Sabrina Faina, referente scolastica dell’associazione italiana persone down, che ha affermato: “I nostri ragazzi saranno le guide di questa mostra. Quest’anno ricorre il 30esimo anniversario dell’inserimento al lavoro delle persone down in Italia. Lo scorso anno sono state 12 le persone inserite nel mondo del lavoro. Per loro è importante trovare una possibilità lavorativa”. Eleonora Rava, amministratore del centro studi Santa Rosa, ha quindi illustrato la mostra, che presenta documenti ed immagini della festa, partendo dalle attestazioni di processioni spontanee riferite dai testimoni del processo di canonizzazione del 1457. La mostra percorre le tappe salienti dell’evento, dall’istituzione della festa civica con particolare attenzione alla Macchina di Santa Rosa con una parte dedicata al corteo storico. Ci sono poi una sezione  dedicata alla liturgia ed altre due che si concentrano sulle tradizioni devozionali ed anche alimentari. L’ultima sezione presenta riproduzioni di bandi ed editti. Tra le cose inedite la polvere da sparo per fare i fuochi d’artificio per la festa che veniva conservata nel monastero e la campanella che dava inizio alla processione, pagata dalle suore di Santa Rosa. Inoltre, c’è anche un’altra mostra della biennale di Viterbo. Al riguardo la referente Laura Lucibello ha spiegato come questa mostra “Bagliori” si inserisca all’interno del monastero per il fatto che un artista della biennale di Viterbo, Roberto Bassetto,  è venuto a mancare nel 2021. “Vogliamo ricordarlo con alcuni suoi lavori nella stanza vicino alla cucina – ha precisato Lucibello– L’altra parte della mostra riguarda opere d’arte contemporanea dedicate a Santa Rosa da alcuni nostri artisti”. Infine, si è proceduto anche all’inaugurazione della sala multimediale del monastero, uno spazio realizzato con i fondi della fondazione Carivit. Il presidente della Fondazione, Luigi  Pasqualetti ha ricordato come questa collaborazione con il monastero nasca da lontano  e come la valorizzazione della sala multimediale rappresenti quindi una naturale conseguenza di questo lavoro di collaborazione”. Filippo Sedda ha ricordato come da più di dieci anni il Centro collabori con la fondazione Carivit con borse di studio, eventi e mostre e come la stessa cappella delle reliquie sia stata finanziata dalla Fondazione. “E’ una collaborazione tra persone ed oggi inauguriamo questo piccolo gioiellino tecnologico con un video proiettore digitale, sperando che questo diventi un luogo di incontro per la città”- ha affermato Sedda. Si è, quindi, proceduto a scoprire la targa della sala multimediale per mano del Vescovo Lino e del presidente Pasqualetti.

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