Incidente Civitavecchia, Turchetti e Cerocchi (Uil): “Il lavoro non può essere sinonimo di morte”

VITERBO – “Il lavoro non può essere sinonimo di morte. Lavoro e morte non possono e non devono andare di pari passo. E invece anche oggi ci troviamo di fronte all’ennesima tragedia sul posto di lavoro. Un altro lavoratore è morto, Alberto Motta, che aveva appena 29 anni. Chiediamo che venga subito proclamato il lutto cittadino”. Ad intervenire sono il segretario generale della Uil di Viterbo e Civitavecchia, Giancarlo Turchetti, e il segretario generale della Uil Trasporti Viterbo e Civitavecchia, Renato Cerocchi.

L’incidente mortale si è verificato questa mattina all’interno dello scalo marittimo. Il giovane operaio è deceduto durante le operazioni di movimentazione container. Il ragazzo avrebbe impattato con uno dei mezzi in maniera molto violenta e sarebbe morto sul colpo.
“Sono anni – aggiungono Turchetti e Cerocchi – che i morti sul lavoro e i feriti si contano a migliaia. E questo perché, spessissimo, le misure di sicurezza non vengono rispettate oppure perché lo stress è talmente tanto che basta una distrazione per non tornare più a casa. Siamo stufi di contare le vittime. Vorremmo invece che il diritto alla vita, e il diritto alla sicurezza, fossero principi chiari”.
“Chiediamo inoltre – proseguono i due sindacalisti – che il comune di Civitavecchia proclami subito un giorno di lutto cittadino. Per ricordare questa giovane vittima e per dare subito un segnale concreto e immediato rispetto a quanto accaduto. Siamo infine accanto alla famiglia di Alberto Motta esprimendo tutta la nostra vicinanza e le più sentite condoglianze nostre e di tutto quanto il sindacato”.
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE