Incontro pubblico per l’anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato

di SIMEON SCANLON-

VITERBO – Oggi pomeriggio, presso il Parco Robinson di via Alessandro Volta (di fronte all’ITIS),  si è tenuto un incontro per ricordare l’anniversario dell’ assassinio di Peppino Impastato, noto attivista anti-mafia degli anni ‘70.
L’introduzione all’evento è stata fatta da Maria Immordino con la frase: “Siamo qui per ricordare un gigante della storia italiana, Peppino Impastato”. La signora Immordino è membro dell’organizzazione Solidarietà Cittadina, che da anni organizza questo appuntamento.
peppino imapstato cartellone
Nel suo discorso iniziale parla della dignità del popolo, capace di distinguere e scegliere la via giusta e di non accettare le oppressioni, la violenza e l’indifferenza. Sfortunatamente, aggiunge, le mafie rimangono, essendosi trasformate in imprese legittime, rendendo più difficile l’opposizione nei loro riguardi, definendo poi la mafia come “immondizia”. Ha chiesto poi al vice sindaco ed assessore alla Cultura, Alfonso Antoniozzi, il favore di mettere su un cartellone per ricordare Peppino.

È poi intervenuto lo stesso Antoniozzi per parlare del problema del nepotismo nel governo e nella società italiana. “I fenomeni mafiosi non sono solo esterni – ha evidenziato-  ma 200 anni di presenza sul territorio ha messo in tutti noi il seme mafioso”. Vuole lanciare un progetto nelle scuole e nei luoghi pubblici di Viterbo con scritte che combattono il razzismo, la discriminazione e la mafia. Dice anche che “io Peppino me lo ricordavo” e che “erano gli anni che pensavamo che le cose potevano veramente cambiare”, ma poi ricorda come questo “sogno” è finito con la morte di Borsellino e Falcone.

antoniozzi e immondinoTorna poi al microfono la signora Immordino per descrivere come la mafia sia ormai sparsa in tutta Italia e in Europa, facendo l’esempio di come la Lombardia sia la quarta regione per presenza mafiosa, e di tutti i settori dell’industria che ora è dominata dal crimine organizzato, sia legittima che delinquenziale.

Sono poi intervenuti dei giovani dell’ANPI; “Parlare di mafia è difficile, perché non si è presi sul serio” dice Daniele, studente viterbese, “ma io Peppino Impastato lo prendo come esempio”.

Parla della corruzione delle aziende del Viterbese, e di come questo possa “dare spago” alla mafia, per poi passare alla necessità di affrontare il problema del fascismo, del legame tra mafia e fascismo. 
La parola viene poi data alla studentessa Sofia, che delinea come l’indifferenza e l’omertá siano due dei meccanismi che devono essere contrastati dal sistema scolastico e la necessità di rinnovare il sentimento antimafia nelle nuove generazioni.

immordinoAvviene poi un breve intervento dalla consigliera Francesca Sanna che ha fatto richiesta al vice sindaco di creare nuove opportunità di discutere sulla mafia, ed è poi seguita dal collega, il consigliere Massimo Erbetti; “E’ stato detto molto, ma il messaggio è stato distorto”. Sottolinea come la mafia non sia più esplicitamente violenta, “la mafia uccide ancora nelle terre di fuoco”. Parla di come la mafia ora perpetra la propria violenza tramite azioni “invisibili” che sono difficilmente riconducibili alle organizzazioni criminali.
“Te lo dico da responsabile dell’educazione, dobbiamo continuare a sensibilizzare i giovani alla violenza della mafia” – dice Antoniozzi in un secondo intervento aggiungendo che ci si deve muovere in una direzione con più trasparenza da parte del comune di Viterbo nelle proprie azioni, per non permettere alla mafia l’opportunità di corruzione istituzionale.
Verso la fine, interviene una signora dal pubblico di nome Paola, che ricorda come Peppino era la prima persona uccisa per aver fatto vedere il legame fra la mafia e le istituzioni legittime e rammenta la morte di Attilio Manca.

Alla richiesta di sapere se esistessero nella Tuscia organizzazioni private contro la mafia, la consigliera Sanna ha risposto che potrebbe esserci l’opportunità di crearne una con il sostegno del Comune nel futuro.

Alla fine dell’incontro, la signora Immordino e i giovani dell’ANPI hanno posto una corona di fiori vicino a una foto di Peppino.

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