Insugherata: amianto abbandonato nella riserva naturale

Roma – Neanche le aree protette vengono risparmiate dall’abbandono e dall’incuria. È il caso dei materiali in cemento amianto di alcune coperture crollate e ancora presenti tra i prati dell’Insugherata. La riserva naturale che si trova a nord della Capitale, testimone anche della storia romana, da 4 anni “ospita” onduline in eternit pericolose per la salute umana e per l’ambiente.

Situazione denunciata ben 4 anni fa

La denuncia arriva dal sito vignaclarablog.it, che spiega come la situazione sia stata più volte denunciata a chi di competenza. Nonostante le foto del materiale in amianto ormai, in qualche caso, anche assorbito dalla vegetazione, nulla sarebbe stato fatto. A 4 anni dalla prima denuncia l’asbesto è ancora lì. Il punto preciso è quello tra via Panattoni e il Fosso dell’acqua traversa.

Insugherata, materiale deteriorato e pericoloso

Il materiale si presenta deteriorato, frantumato, rotto e questo, come sa chi conosce un pochino l’amianto, lo rende ancora più pericoloso. Con il passare del tempo, infatti, l’eternit per quanto molto resistente, si deteriora, lasciando le fibre killer libere di aerodisperdersi. Le fibre inalate, a lungo andare, causano danni irreparabili al nostro organismo. Provocano diversi tumori, tra cui il mesotelioma e il cancro al polmone.

Per questo l’Osservatorio nazionale amianto insiste tanto, anche attraverso il lavoro di sensibilizzazione del suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per le bonifiche. È l’unico modo per evitare nuove esposizioni e, di conseguenza, malattie. Per questo l’Ona ha anche realizzato una App, con la quale segnalare i siti contaminati.

Le amministrazioni, infatti, sono in forte ritardo con la rimozione e lo smaltimento dei materiali con amianto. Si tratta di un fenomeno vasto perché prima del 1992, anno della messa al bando, le aziende hanno utilizzato l’asbesto per più di 3000 usi. In edilizia, ma anche per i cantieri navali, per le tute dei vigili del fuoco e per le cappe delle cucine. E l’elenco potrebbe continuare.

Quando poi l’amianto va a contaminare un’area protetta e di grande rilevanza storica e naturalistica, non si può restare indifferenti.

Nell’Insugherata si trovano sepolcri e ville romane

La Riserva naturale dell’Insugherata ospita numerosi resti di sepolcri e di ville romane. Tra queste la più famosa è la “Tomba di Nerone”. Si tratta in realtà del sepolcro, del II-III secolo d.C., di Publio Vibio Mariano, Prefetto della Terza Legione Gallica. Nella zona dell’Acqua Traversa, dove ora si trova villa Manzoni, sorgeva invece la villa dell’imperatore Lucio Vero (161-169 d.C.), mentre recenti scavi effettuati nel 1999 per la costruzione del nuovo cavalcavia di Ottavia hanno rivelato la presenza di tombe relative a un insediamento etrusco del VI secolo a.C.

Lungo la via Trionfale passa, sottoterra, l’acquedotto Traiano-Paolo, costruito dall’imperatore romano (98-117 d.C.) e ripristinato nel 1612 da papa Paolo V, che porta a Trastevere l’acqua del lago di Bracciano.

All’interno dell’Insugherata passa anche la via Francigena del Nord, l’antico itinerario della fede, che dall’Europa centrale ha per secoli accompagnato pellegrini e visitatori fino alla Basilica San Pietro. Ospita poi 630 specie vegetali e numerosi animali. Tra questi l’istrice, il Nibbio Bruno, la volpe, la donnola e il tasso. In volo o posati sugli alberi è possibile ammirare l’allocco, il barbagianni, la civetta e l’assiolo, insieme al picchio verde e all’upupa.

(fonte ONA)

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