Intervento OPSM Orvieto alla Conferenza europea delle Cattedrali

ORVIETO – La conservazione delle opere come messaggio di spiritualità per il prossimo. È stato questo lo spirito che ha contraddistinto l’edizione 2023 della “Conferenza europea delle Cattedrali” che si è svolta a Malta nei giorni scorsi e alla quale ha partecipato il presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto, ing. Andrea Taddei, sia per presentare i lavori di conservazione delle opere della Cattedrale orvietana, sia come rappresentante dell’Associazione nazionale che raccoglie le fabbricerie italiane.

Un’esperienza importante che già negli anni scorsi ha visto la fabbriceria orvietana partecipare ai lavori della conferenza europea delle cattedrali, evidenziando l’importante lavoro che l’Opera del Duomo sta portando avanti per la conservazione della Cattedrale cittadina e delle opere custodite al suo interno e presso il museo. È stata l’occasione per ripercorrere le fasi dei lavori di restauro del Reliquiario del Corporale, opera degli orafi senesi Ugolino di Vieri e Viva di Lando, e gli interventi che hanno riguardato il Duomo di Orvieto nel suo complesso architettonico.

Preservare il patrimonio culturale conservando “la profondissima relazione tra arte e spiritualità” e contrastando l’orizzonte limitato del “paradigma tecnocratico”: sono state le parole che il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin ha inteso rivolgere a tutti i partecipanti alla “Conferenza European Cathedrals Malta 2023. The Equilibrium between Conservation and Spiritualit” ed in particolar modo all’arcivescovo Savio Hon Tai-Fai, nunzio apostolico a Malta.

Il pensiero del cardinale Parolin citando l’impegno dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Unesco, si è rivolto alle nuove generazioni nell’intenzione di promuovere la convinzione che “gli approcci alla conservazione non dovrebbero solo cercare di preservare il mondo dell’arte come portatore di bellezza, ma anche, e soprattutto, come sintesi di valori religiosi e spirituali che non possono prescindere dall’incontro con la comunità di appartenenza e con i suoi contesti storici, geografici e architettonici”.

 

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