Intervista ad Anna Lisa Bellini

di CINZIA DICHIARA-

SUTRI (Viterbo)- Avrà inizio il I luglio prossimo la XXII edizione del Beethoven Festival di Sutri organizzata dall’ Associazione Amici della Musica, una kermesse musicale molto attesa che conta 10 appuntamenti (tutti alle ore 19) presso la Chiesa romanica di San Francesco, la cui travatura della navata centrale, con le nervature della volta a crociera, farà da cornice ai concerti dei noti musicisti che ogni anno si avvicendano di fronte al suo altare maggiore.
Incontriamo la fondatrice e direttrice artistica del festival, la pianista Anna Lisa Bellini, anch’essa in cartellone in duo con il violinista Carlo Maria Parazzoli, spalla dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Il festival ha una tradizione ormai consolidata, con un cartellone importante. La sua storia?

Il festival è nato nel 2002 dall’idea spontanea di accostare l’incanto della musica classica eseguita dal vivo alla bellezza dei luoghi nei quali, originaria di Roma, sono venuta ad abitare da molto tempo. Lo abbiamo ideato e creato insieme, la violinista Ariane Mathaeus, il violoncellista Angelo Persichilli ed io. Allora avevamo formato il Trio Reger, col quale avevamo in atto un’attività concertistica. Demmo vita all’Associazione Amici della Musica di Sutri e così riuscimmo a istituire il sutrifestival. Da allora non si è mai interrotto, finanche durante l’emergenza sanitaria del covid che ha determinato, com’è noto, una situazione difficile da gestire. Pertanto, nelle edizioni 2020 e 2021, abbiamo posticipato il periodo di svolgimento ai mesi autunnali, seguendo le disposizioni governative per tenere concerti dal vivo. Questa esperienza è stata proficua al fine di consolidare il rapporto con il nostro pubblico, che ha molto apprezzato il nostro impegno.

Quindi avete un pubblico affezionato?

Sì, certamente, ci sono persone che ci seguono da ventidue anni. Poi ne sono sopraggiunte altre, la risonanza del festival si è allargata. Nel solco della nostra identità continuiamo a mantenere altresì la tipologia grafica, rendendo riconoscibile, attraverso il cartellone giallo, la nostra attività, e il pubblico ama anche questo aspetto.

Gli enti del territorio?

In questa occasione mi è gradito porgere un ringraziamento agli enti che a vario titolo sostengono da anni la nostra iniziativa. Due di questi, il Comune di Sutri e la Fondazione Carivit di Viterbo, contribuiscono in modo stabile al mosaico economico strutturale, una sorta di ragnatela di intenti che ci consente poi di pianificare il cartellone. Ci sono tante forze che si uniscono e ad esse si aggiungono l’apporto della Banca Lazio Nord, con il patrocinio della Provincia di Viterbo. Purtroppo le difficoltà aumentano di anno in anno con l’aumentare dei costi.

Le edizioni precedenti, gli artisti invitati negli anni?

Abbiano sempre avuto molta attenzione nell’invitare artisti che avessero una consolidata carriera alle spalle, anche se abbiamo avuto attenzione anche per i giovani, ma con curriculum di spessore. L’attezione alla qualità ci ha consentito di avere un pubblico sempre crescente.

L’occasione di poter ascoltare da vicino, e a stretto contatto, grandi artisti in luoghi molto belli ha attratto gli affezionati. Per questo motivo ringrazio anche il Fec (Fondo Edifici di Culto) che ci ospita nelle sue prestigiose sedi tra le quali, la nostra sede storica è la Chiesa di San Francesco.

In particolare, Villa Savorelli era la sede che ospitava le nostre masterclass e a tale riguardo desidererei rivolgere un appello.

Inizialmente il nostro festival era strutturato su due canali, uno concertistico riguardante gli appuntamenti cameristici, l’altro didattico, dedicato a lezioni di alto perfezionamento con delle masterclass internazionali. Tra i maestri figurava Alfredo Persichilli, primo violoncello del Teatro alla Scala, e lo stesso Angelo Persichilli, per 40 anni primo flauto dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, colonna portante, sempre al nostro fianco. Per una intera settimana i ragazzi avevano l’opportunità di confrontarsi e fare molta musica da camera tra di loro. Oltre che dall’Italia, provenivano da tutta Europa: dalla Germania, dalla Francia, dalla Polonia; anche dal Giappone.

Dunque vi era un ambiente internazionale..

Sì, poiché le lezioni erano organizzate in collaborazione con la Deutsche Spohr Akademie Freiburg. Giungevano nella Tuscia giovani talenti, alcuni dei quali a distanza di anni occupano ruoli di prime parti in orchestre europee. Abbiamo avuto davvero livelli altissimi. Addirittura una famosa testata giornalistica battezzò Sutri ‘la piccola Salisburgo’.

Purtroppo le lezioni sono state interrotte dal 2017. Ancora oggi il pubblico ci chiede informazioni. Il nostro sogno è quello di ripristinarle.

Quindi avreste bisogno di essere supportati

Avremmo bisogno dell’aiuto consistente di un ente privato o pubblico, poiché l’impegno è molto oneroso.

Speriamo che questo suo appello giunga a mecenati, ad enti pubblici o privati

Non è semplice, purtroppo viviamo tempi difficili ma spero che il mio appello trovi accoglimento.

Tra le nostre sedi in passato era la cattedrale, presso la quale abbiamo tenuto vari concerti d’organo, dopo il restauro dello strumento ultimato nel 2004, per il quale anche la nostra associazione ha dato un supporto. Oltre Santa Maria Assunta, la suddetta Chiesa di San Francesco, Villa Savorelli, le piazze del paese, l’Anfiteatro. Gli attuali problemi economici non consentono di organizzare nuovamente in più sedi. Quest’anno abbiamo come unica sede la Chiesa di San Francesco.

Gli artisti in cartellone?

Quest’edizione abbraccia tutto il mese di luglio, come di consueto con i suoi 10 concerti serali.

Il primo concerto sarà tenuto dal Quartetto di Fiesole, comparso spesso nei nostri cartelloni, che presenta un programma dedicato ad autori europei quali Mozart, Mendelssohn, Puccini e Debussy, dal titolo l’Europa nel Quartetto d’archi.

Il 7 luglio avremo un recital dell’arpista Floraleda Sacchi, ospite per la prima volta del nostro festival, che proporrà un programma dal titolo ‘Consonanze’, un viaggio attraverso vari autori di vario genere: parte da Bach per giungere fino a Sakamoto, recentemente scomparso.

Domenica 9 luglio un appuntamento dedicato a Chopin, con il duo del violoncellista Luigi Puxeddu e del pianista Giampaolo Stuani che eseguirà due capisaldi chopiniani per questa formazione, la Polacca op.3 e la Sonata op. 65, e due trascrizioni, dello Studio op 1 n.3 e del Preludio op 28 n 15.

Poi abbiamo il già menzionato Carlo Parazzoli, col quale suono da trent’anni. Lui è un immancabile ospite del festival. Insieme eseguiremo un programma sul romanticismo con la Sonata in La min di Schubert D 385 e la Sonata di Brahms op. 78 per violino e pianoforte

Seguiranno due appuntamenti ai quali tengo in modo particolare, dedicati alla pianista Giuliana Bordoni e a suo marito, il violinista Riccardo Brengola, poiché mi sono formata alla loro scuola. Mi sono diplomata con la Bordoni e ho frequentato per anni l’Accademia Musicale Chigiana col maestro Brengola per i miei studi di musica da camera. Sono stata la pianista stabile del Quintetto Chigi che poi si è trasformato in quartetto, sulla scia del Quintetto Chigiano di Riccardo Brengola. Lui ci ha seguito per molti anni. La mia formazione cameristica la devo ai coniugi Brengola ed è con loro che sono cresciuta. Il mio è un omaggio che in questi ultimi anni sto cercando di tributare a due maestri insigni che hanno lasciato una grande eredità sia come interpreti che come didatti. Ai concerti del 12 e del 13 luglio partecipano molti ragazzi, tra allievi ed ex allievi del Liceo Musicale Santa Rosa, presso il quale presto la mia opera di docente. Il pianoforte Bluthner di casa Brengola oggi troneggia proprio nella sede del Liceo Musicale di Viterbo, al quale Brengola ha deciso di donarlo, facendo un gesto per me importante. Ho avuto con i due artisti un rapporto particolare fino alla fine.

Questo incontro con i ragazzi vuol essere anche un richiamo alle passate masterclass internazionali poiché in quell’occasione tenevamo concerti ogni giorno insieme agli allievi.

Si prosegue sabato 15 luglio con un recital di Eloisa Cascio, ospite per la prima volta del festival, che eseguirà alcuni capisaldi del repertorio pianistico, dagli Improvvisi di Schubert alle Polacche e Mazurche di Chopin, con il primo volume delle Variazioni su un tema di Paganini di Brahms.

A seguire, il 21 luglio, il duo pianistico a 4 mani Nicora Baroffio proporrà composizioni del repertorio originale affiancate a eleborazioni e trascrizioni celebri.

Il 23 luglio sarà la volta di tre giovani a affermati interpreti: i due flautisti Matteo Buonaccorso, ultimo allievo del grande Angelo Persichilli, e Marco Nucci, insieme al pianista Jacopo Petrucci si esibiranno in un programma che vedrà alternarsi il Trio Doppler dapprima nell’esecuzione di due parafrasi operistiche, da La Sonnambula di Bellini e dal Rigoletto di Verdi, quindi nel Gran Trio Concertante di Kuhlau. Il pianista suonerà come solista le prime due Ballate di Chopin.

Chiuderemo il 29 luglio con un concerto dedicato interamente alla forma della ‘fantasia’, del duo Fabio Severini, oboe, e Elisabetta Scappucci, pianoforte, che proporrà appunto fantasie su temi d’opera.

In quale modo desidera salutare i nostri lettori?

Con un invito a partecipare per godere del fascino della musica da camera al cui repertorio il festival è dedicato, con esecuzioni dal vivo presso luoghi storici molto belli. Fu questa la scintilla che fece inaugurare l’iniziativa partita ventidue anni fa. Soprattutto, invito il pubblico affinché mantenga viva la musica dal vivo!

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