Intervista al fisarmonicista Cesare Chiacchiaretta

di CINZIA DICHIARA-

VITERBO- Sabato 17 dicembre si terrà a Viterbo il concerto del duo fisarmonica-pianoforte costituito da Cesare Chiacchiaretta e Marco Colacioppo. L’evento è inserito nel cartellone dei Concerti pubblici dell’Università organizzati dal prof. Franco Carlo Ricci, che è stato ordinario di Storia della Musica presso l’ateneo viterbese. Verrà quindi replicato all’indomani, domenica 18 dicembre, alle ore 11, presso il Circolo del Ministero degli Affari Esteri di Roma, per il Centro Musicale Internazionale (Ce.M.I.) fondato dallo stesso Ricci più di 30 anni fa e attualmente presieduto da Eugenio Gaudio, noto scienziato già rettore della Sapienza di Roma e presidente dell’omonima Fondazione, dopo aver avuto illustri presidenti onorari, da Leopoldo Elia, presidente della Corte Costituzionale, a Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica Italiana.
Ma andiamo a conoscere i protagonisti di questo appuntamento e il programma che essi andranno ad eseguire. Incontriamo il maestro Chiacchiaretti, fisarmonicista affermato, con un’attività solistica presso importanti luoghi della musica, diretto da grandi nomi e molto attivo in ensemble da camera, che mostra di prediligere collaborando con strumentisti e attori noti, inoltre compositore e docente di conservatorio. Nel sentirlo parlare non è difficile scoprire in lui una persona giovane ed entusiasta, la cui passione autentica si riverbera nel tono dell’eloquio, vibrante, eppure pacato, cordiale e chiaro.
-Come nasce la sua passione per il mondo della fisarmonica?
Nasce da mio padre, grande appassionato, che mi ha trasmesso l’amore per la musica e in particolare per la fisarmonica, molto conosciuta nella mia terra, l’Abruzzo. Inizialmente avevo qualche remora poi invece ho scoperto che con questo strumento è possibile affrontare diversi generi di musica, dall’etnica alla classica, e pertanto ho svolto gli studi canonici, diplomandomi in conservatorio, dove ora insegno. Mi piace molto suonare musica originale, che sia scritta appositamente. Io stesso scrivo per il mio strumento che, essendo davvero eclettico, offre varie possibilità timbriche ed espressive da utilizzare.
-Com’è avvenuto l’incontro e poi la collaborazione col pianista Marco Colacioppo?
Il mio collega, pianista di ottimo livello anch’egli abruzzese, è un amico di vecchia data e collabora con me da quasi trent’anni. Dopo aver studiato al conservatorio di Roma, si è diplomato presso l’Accademia Pianistica di Imola (tra le più prestigiose scuole italiane di perfezionamento); ha collaborato con musicisti rinomati, è pianista dei corsi musicali estivi di Lanciano e insegna presso i Licei Musicali. È un artista raffinato, un camerista eccellente, col quale amo suonare poiché c’è sempre stata sintonia tra noi, qualsiasi impegno ci siamo trovati ad affrontare dal 1994 a oggi. Quello che presentiamo a Viterbo è un programma relativamente nuovo, varato lo scorso anno, soprattutto dal punto di vista degli arrangiamenti, inediti e composti su misura per la nostra particolare formazione di duo: il legame tra pianoforte e fisarmonica dovrebbe risultare piuttosto d’effetto.
-Sono arrangiamenti suoi?
Si, traggo le musiche preventivamente scelte dai film più celebri e le collego tra di loro in successione, in modo che, mentre ascolta, lo spettatore sia ispirato a rivedere quelle stesse scene che hanno segnato la storia del cinema e della musica da film.
-È la vostra prima volta a Viterbo?
Non per me. Ho già suonato due volte per l’Università della Tuscia. Mi è molto gradito l’ambiente e trovo buona l’acustica della sala; è davvero un bel posto.
– Ci illustrerebbe il programma che andrà ad eseguire col suo collega?
Si tratta dell’esecuzione di due grandi compositori come Rota e Morricone, orgoglio della musica da film italiana, in arrangiamenti che ho composto tenendo conto dell’orchestrazione originale. Presenteremo una mia suite da film di Fellini con musiche di Nino Rota, un arrangiamento della colonna sonora de Il Padrino di Francis Ford Coppola, poi il brano di Morricone da La Leggenda del Pianista sull’Oceano di Tornatore, quindi una Western Fantasy ancora tratta da musiche di Morricone.
Come ha pensato a colonne sonore del grande cinema?
Frequento spesso gli Stati Uniti e l’idea è nata in occasione dell’anniversario del primo film della trilogia de Il Padrino, capolavoro tra i più famosi d’oltreoceano, che di italiano ha poco, se non le origini della storia (gli interpreti non sono italiani e così il regista, salvo la provenienza da famiglia di immigrati lucani e napoletani), ma alcune scene, molto belle, suggestive come quadri, con romantici panorami delle campagne, furono girate in Sicilia. Ho pensato di valorizzare la conoscenza di questo film, dunque della sua musica, affiancandola a quella di Rota, negli States, dove il nostro duo si è già esibito riscuotendo un buon successo; quindi abbiamo voluto riproporre la medesima soluzione anche in Italia, attraverso un piccolo tour e anche qui la risposta è stata soddisfacente.
-Qual è il suo rapporto col pubblico dei concerti?
Da parte mia sono sempre felice di incontrare il pubblico e cercare di condividere con esso le mie emozioni, soprattutto dopo il triste periodo del lockdown, che ci ha costretto a suonare per uno schermo del computer nei concerti online, cosa davvero tristissima per noi che abbiamo bisogno di calcare il palcoscenico e stare a contatto diretto con gli ascoltatori. Indubbiamente amo incontrare le persone e sentire anche che cosa riesco a trasmettere. Nel momento dell’esibizione io e il mio collega cerchiamo sempre di coinvolgere gli astanti cosicché parliamo con loro, nella convinzione che non debba esservi alcuna barriera tra musicisti e pubblico. È importante, infatti, creare molta sinergia poiché, se è vero che lo spettacolo lo fa l’artista, questi ha bisogno del pubblico per esprimersi al meglio.
-Che cosa lei pensa di lasciare agli ascoltatori?
Sicuramente un sorriso e uno stato d’animo positivo, ripensando alla serata trascorsa con buona musica e, speriamo, con bravi interpreti. Comunque l’intento è donare emozioni: il musicista vuol donare al suo pubblico ciò che egli stesso prova.
-Il concerto per l’Università della Tuscia si terrà tra una settimana. Le fa piacere rivolgere un invito al pubblico?
Desidero invitare il pubblico di Viterbo e dintorni ad assistere a questo concerto poiché sarà particolare per la combinazione degli strumenti e si propone di portare qualcosa di nuovo. I brani di autori come Rota e Morricone sono forse un po’ inflazionati. Morricone è famosissimo ormai; è mancato da poco ed è eseguito in tutte le formazioni, dal trio lirico fino al solista con orchestra. Rota è un compositore precedente, meno conosciuto dal grande pubblico e molto diverso per stile e scrittura ma ha creato melodie altrettanto stupende. Aveva la capacità di scrivere poche note, tutte di enorme resa, quelle giuste per ogni precisa scena filmica. I brani di questi due grandi autori sono ormai divenuti di repertorio. L’adattamento per un duo inusitato come il nostro tuttavia giunge a conferirgli un diverso profilo, in un programma che può piacere al bambino come all’adulto, all’esperto di musica o al non musicista. A presto, dunque, vi aspettiamo!

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