Intervista al Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO-  In prossimità della prima giornata della stampa, indetta dal Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, che si svolgerà questo sabato, 28 gennaio, alle ore 10, presso Palazzo dei Papi, organizzata dalla diocesi con l’Ucsi di Viterbo, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, abbiamo avuto il piacere e l’onore di scambiare qualche battuta con il nostro Vescovo, a partire dalle motivazioni che hanno spinto Monsignor Piazza ad indire questa prima giornata della stampa. “La prima giornata della stampa nasce per due motivi fondamentali: la comunicazione è diventata ancora di più oggi uno snodo fondamentale nella vita di tutti, per cui attraverso le persone che si occupano di comunicazione è importante dialogare su temi che possono essere rilevanti per tutti quanti.  Ma è importante fermarci, e questo è il secondo motivo, in una prospettiva positiva. E’ la mia stessa esperienza condivisa in anni e percorsi in cui il giornalismo sia cartaceo che televisivo mi apparteneva e non ho voluto rinunciare a questa opportunità. Questa prima giornata significa l’inizio di un percorso ed in questo percorso poniamo un tema alla base  importante: la dimensione etica della comunicazione. Sarà con noi un giornalista molto bravo del Tg 3 Lazio, Antonio Scoppettuolo e ci troveremo a confrontarci su quanto sia importante una comunicazione corretta, vera e soprattutto al servizio dei cittadini”.

In merito alla comunicazione e l’importanza etica della stessa, si colloca il messaggio di Papa Francesco per la 57 esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Il Papa ci dice di parlare con il cuore. E’ un messaggio un po’ controcorrente  rispetto al momento che stiamo vivendo. “Ma è la verità, una notizia diventa  comunicazione nel momento in cui entra il vissuto e soprattutto si tiene conto degli ambiti vitali, per cui una notizia fredda è semplicemente cronaca, ma la comunicazione è innanzitutto il coinvolgimento della persona in quello che sono anche i riverberi che la stessa notizia può generare nel tessuto sociale. Comunicare con il cuore significa tenere a cuore i  destinatari della comunicazione e soprattutto coloro che sono gli operatori della comunicazione  che agiscano con il cuore di chi è responsabile non solo di quanto scrive o dice, ma degli effetti che la comunicazione può generare nel contesto”.

Può farci un primo bilancio dal suo insediamento nella nostra diocesi? “Sono oltre 40 giorni di una vita frenetica. Avevo detto che bisognava andare con il passo del più debole e in questo caso mi sembra che non ci siano debolezze. Il bilancio è sicuramente la presa d’atto del desiderio di tutti i settori di incontrare il Vescovo, non solo quello ecclesiale, ma anche civile e sociale. Avrete notato che il mio primo impatto con la realtà della nuova diocesi è partito dal cerchio più ampio, la società civile e poi pian piano sto entrando nelle dinamiche più strettamente ecclesiali. Conoscere il territorio, le problematiche ed i soggetti che abitano il territorio e che sono impegnanti anche nelle responsabilità sociali e civili è stato il mio primo step. Sono 40 giorni di cammino ininterrotto, ma con la gioia di avere incontrato un ambiente che mi sta facendo sentire il desiderio della mia presenza.

Quindi l’abbiamo accolto come padre, fratello ed amico come ci ha detto di fare nel corso della prima conferenza stampa tenuta con noi giornalisti? “Queste tre parole le leggo negli occhi e nelle voci che chiedono contatti e colloqui e soprattutto nelle esperienze che stiamo condividendo e non mi allontanerò da queste tre parole”.

 

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