Irap e Irpef, interviene il candidato consigliere Carlo Pellegrini (Lega)

VITERBO – Riceviamo da Carlo Pellegrini (Candidato consigliere Regione Lazio Lega Salvini Premier) e pubblichiamo: “In questa campagna elettorale per il rinnovo del presidente e del Consiglio della Regione Lazio, tra i temi da porre all’attenzione dei nostri elettori, credo che trovi pieno diritto parlare delle elevate imposte pagate dai cittadini e dalle imprese e direttamente incassate dalla Regione. Parliamo dell’Irap e dell’addizionale regionale Irpef, “tributi locali propri derivati” istituiti e regolati da legge dello Stato, il cui gettito è attribuito alle Regioni. Per tali tributi l’ente regionale esercita, nei limiti concessi dalla legge statale, la propria autonomia impositiva ed il gettito concorre, nella misura e nelle forme stabilite, al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Mentre l’Irap colpisce le attività produttive, l’addizionale è un’imposta che si applica al reddito complessivo Irpef (in sostanza colpisce le persone fisiche). Nella regione Lazio il livello impositivo di entrambi tali tributi si pone ai livelli più elevati dell’intero Paese, penalizzando sia le piccole imprese sotto il profilo della concorrenza nonché colpendo il reddito delle persone fisiche in misura nettamente superiore alla media nazionale. L’addizionale Irpef si applica con criteri progressivi di aliquota che ogni singola Regione e Provincia autonoma può stabilire entro i limiti fissati dalla legge statale. Dai dati comunicati dal MEF per le dichiarazioni presentate nell’anno 2021, emerge che nel nostro Paese l’addizionale regionale media è pari ad euro 420. Nel Lazio si registra il valore più alto con euro 630, triste primato che la nostra Regione detiene anche per le addizionali comunali con euro 260. E tali dati nel 2022 sono stati oggetto di ulteriore incremento, considerando l’effetto (in verità minimo) prodotto dell’accorpamento delle aliquote Irpef a livello statale ma soprattutto a seguito dell’incremento delle aliquote deliberato dalla Regione, che nell’ambito della sua autonomia impositiva ha raggiunto i livelli più elevati. Infatti, nel Lazio si applica l’aliquota massima consentita del 3,33% ai redditi superiori ad euro 15 mila, con una maggiorazione dell’1,73% sull’aliquota base (oltre il doppio). Non è più possibile continuare ad attuare politiche tributarie locali che penalizzano il tessuto economico, quindi anche l’occupazione, e tantomeno vessare i cittadini tutti ed in particolare il ceto medio che ha già visto devastato il proprio potere di acquisto per effetto dell’andamento inflattivo. Si deve cominciare in modo serio a pensare non solo alle risorse alternative da reperire (entrate della Regione) ma anche a politiche di efficientamento dei costi, ed erogare servizi migliori.

Credo che la Lega sinora abbia dimostrato che nelle regioni dove governa ha saputo far coincidere la giusta tassazione con l’erogazione di servizi efficienti, e sono sicuro che la Lega insieme a questo centrodestra di Governo potrà dare un nuovo importante impulso per la crescita della Regione Lazio, in qualità ed efficienza”.

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