di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO – ‘La Bellezza funzionale dell’Architettura’ non è un concetto astratto ma una qualità tangibile che migliora la qualità della vita attraverso gli edifici. La bellezza deve essere legata alla funzionalità per creare strutture che siano sostenibili, efficienti ed esteticamente qualificanti. L’architettura che riesce a coniugare questi aspetti, non solo arricchisce l’ambiente costruito, ma risponde in modo significativo alle esigenze umane e ambientali del nostro tempo”.
La lode alla Bellezza, giovedì 20 giugno, nella Sala Regia di Palazzo dei Priori, ha aperto i lavori del Seminario Internazionale di Urbanistica dal titolo “La Bellezza e il Paesaggio costruito” (Beauty and the Built landscape). Due giorni di riflessioni (in italiano ed inglese) con interventi di studiosi di fama internazionale, in parte in presenza e in parte in collocamento video, evento in vista della preparazione del Congresso Internazionale di Urbanistica in programma nel 2025.
Sono intervenuti per i saluti istituzionali la sindaca Chiara Frontini e l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi.
La disamina dell’evento è stata affidata all’architetto Emanuele Aronne, assessore alla qualità degli spazi urbani del Comune di Viterbo che dopo aver ringraziato tutti coloro cha hanno collaborato a vario titolo all’evento, precisa: “La Bellezza e la politica sono legate strettamente. Città che hanno avuto grandi salti, hanno avuto degli amministratori illuminati”.
Poi l’assessore Aronne ripercorre la storia urbanistica del costruito nella città di Viterbo che nasce bella, per la sua storia. “Abbiamo un Urbanistica ‘involontaria’ – racconta con l’aiuto di alcune slide – che sono quei segni nel territorio che oggi ci troviamo e che inconsapevolmente hanno determinato lo sviluppo della città per gli anni a venire. Primo su tutto la cinta murale che Viterbo ha preservato, il segno architettornico della città è rimasto in piedi”.
Cita Alessandro Farnese e la sua la città farnesiana che rimane nella storia dell’urbanistica, il papa Paolo III che per primo ha voluto portare i complessi monastici fuori dalla città muraria. L’asse che ci porta alla Quercia e si prolunga verso Bagnaia, fu un segno urbanistico fortissimo.
Elenca date e fatti della ‘Città progettata’. Introduce il concetto di “Qualità degli spazi urbani” – Si comincia a ragionare anche su ‘fuori le mura’. Piano mai approvato.
*1942 -Piano Giovannoni/Beretta- Si comincia a capire che bisogna lavorare sulla maglia urbana. La città avendo un centro medievale circoscritto dalla cinta murale chiusa, non può prescindere da avere una mobilità all’esterno. Mai approvato –
*Nel 1942 arriva l’attuale Legge Urbanistica n. 1150 (17 agosto 1942) – Inizia un fermento che purtroppo viene annullato dalla guerra. I bombardamenti che devastano Viterbo. E il Piano di ricostruzione post-bellico che ha dato via in modo indiscriminato a nuove costruzioni senza tener conto della storia della città.
*1956 -Piano Smargiassi/Salcini – Basato sullo “zoning”- Interessante progetto viario- Asse attrezzato per le terme – Approvato –
Il successivo sindaco che trova questa urbanizzazione fuori controllo era Salvatore Arena che dichiarò: “Ho trovato la situazione talmente alterata da condizionare qualsiasi decisione successiva”.
*1974 – Piano Zammerini – Viene generato il Piano Regolatore che a tutt’oggi regola il Piano urbanistico della Provincia di Viterbo- Approvato – Abbiamo il Piano urbanistico più antico d’Italia. Viterbo perde l’occasione dell’Autostrada del Sole e la direttisima ferroviaria Roma-Viterbo, ancora oggi in un binario unico. Se la città è isolata difficilmente riesce ad incidere sullo sviluppo economico.
*1983- Sono incaricati gli architetti Zammerini e Brancaccio di redigere un Piano Quadro del centro storico – Non approvato –
“Arriviamo ad oggi- conclude l’assessore Aronne – Si sta cercando di far ripartire questa macchina. Anche il fatto che si sia creato un dibattito, ancora di basso livello ma da coltivare, è un momento di partenza. Oggi abbiamo aperto con il Piano Recupero del Centro storico, con il Piano Urbano della mobilità sostenibile, Piano abbattimento delle barriere architettoniche, Piano Rigenerazione urbana.Ci sono dei progammi di finanziamento che hanno un forte impatto sull’urbanistica, il progetto che prevede il prolungamento dell’asse viaria del Poggino e il piano nazionale di Ripresa e Resilienza. La città così come è oggi non può più andare avanti. Qualcuno chiede se siamo pensando a un nuovo Piano Regolatore. Sarebbe una follia perchè si appoggerebbe su quello del ’79. Rimaniamo convinti che si debba pianificare e correggere tutto quello che si può fare per far sì che si possa creare un nuovo Piano che non faccia il percorso del “mai approvato”.
Dal tavolo dei relatori hanno esposto l’importanza del Seminario preparatorio, che prosegue domani, 21 giugno, Stefano Peruzzo, architetto Dirigente Urbanistica, Comune di Viterbo, Stefano Bigiotti, architetto e Sindaco di Valentano, Danilo Pasquini, architetto organizzatore e coordinatore dell’evento, Giorgio Saraconi, presidente dell’Ordine degli architetti di Viterbo e Provincia.
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