La Biblioteca Abbazia Cistercense riapre e regala strepitose “Acrobazie Letterarie”

di REDAZIONE-

SAN MARTINO AL CIMINO- “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire” (Marguerite Yourcenar-Memorie di Adriano).
Sabato 20 e domenica 21 agosto, dopo un periodo di dimenticanza e abbandono, è stata riaperta al pubblico la Biblioteca dell’Abbazia cistercense di San Martino al Cimino, fondata anni fa dal compianto parroco don Bonaventura Pulcini, per accogliere il nuovo e straordinario evento dal titolo “Acrobazie Letterarie”, promosso dall’assoziazione TusciaArtLab in collaborazione con la Biblioteca Consorziale di Viterbo. Tre incontri di altissimo livello con altrettanti funamboli di parole e scritture che hanno, con le loro applaudite scorribande letterarie, trasformato la sala in una nuova ‘Locoteca’ (luogo delle parole) apprezzatissima dai numerosi presenti. Applausi, applausi, e ancora applausi.

I protagonisti di questi eccezionali e irripetibili incontri sono stati lo sceneggiatore e drammaturgo Giuseppe Manfridi, il professore ordinario di Linguistica italiana presso l’Università Roma Tre, Claudio Giovanardi e il filologo scrittore Dario Pisano. Tre autori di altrettanti libri di successo presentati al pubblico sammartinese in modo inconsueto e teatrale che li ha posti a latere delle loro creature letterarie (“Il profeta e la Diva” di Giuseppe Manfridi (Gremese Editore); “A Sud dell’Inferno” di Claudio Giovanardi (La Lepre); “Parla come Dante” di Dario Piasano (Newton Compton Editori). Venti copie di ogni romanzo sono state regalate in sala, dono della Biblioteca Consorziale di Viterbo.

Per l’apertura dei lavori, sabato 20, è intervenuta la sindaca Chiara Frontini che ha portato i saluti dell’Amministrazione evidenziando alcuni importanti aspetti: “Questo incontro racchiude tre elementi fondamentali a cui tengo molto: la cultura all’interno della città, la cultura nelle frazioni e l’apertura di spazi dicondivione e partecipazione, come la riapertura di una biblioteca dimenticata, nuovo luogo d’incontri culturali, di cui vi ringrazio”.

Nella serata della sublime conferenza “In treno in tre no”, scritta e interpretata da Giuseppe Manfridi e proposta come uno spettacolo teatrale, con il pubblico attento e partecipe e alle prese con rompicapi palindromi, è intervenuto l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi che ha salutato i conferenzieri con questa parole: “Giocare con le parole personalmente mi piace moltissimo (sarei venuto qui anche se non fossi oggi assessore alla cultura), le parole hanno una grandissima forza, posso essere di grande divertimento e di grande dolore, le parole possono creare e possono distruggere ma la parola gentile, può cambiare il mondo”.

In questi due giorni, stesso habitat, ovvero una sala predisposta a conversazioni e chiacchiere in apparenza in modo congressuale, Dario Pisano e Claudio Giovanardi hanno affrontato il concetto dell’incomprensibile e di apparente comprensibile che a volte si cela dietro la chiarezza, portando ad esempio alcuni brani estrapolati da libri di autori arcinoti (senza denunciarne i nomi). Invece di un autore si è parlato eccome: Bob Dylan, l’unico che ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura senza aver scritto nemmeno un libro, tranne uno che nessuno ha letto “Tarantula”, scritto nel ’64 e uscito nel ’71, di cui non si capisce assolutamente niente.

Per questo è bene ricordare che chi scrive, rischia sempre di sbagliare, perchè cerca di scrivere in una lingua letteraria che forse non è sua. Chi non scrive non sbaglia.

 

 

 

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