La Casa delle Culture e dei Popoli di Bassano Romano intitolata a Fabrizio Frizzi

di MARINA CIANFARINI –

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – L’abbraccio. I lineamenti sereni. Il ricordo di Fabrizio Frizzi è ancora nitido a Bassano Romano, luogo della sua infanzia e paese in cui tornava volentieri, sempre, ogni volta che ne aveva l’occasione.
Bassano Romano è, inoltre, lo spazio in cui riposa, nella cappella di famiglia, accanto a mamma Laura, a papà Fulvio, ai nonni e agli zii.
E non si tratta solo di televisione, un personaggio famoso, un conduttore che entrava nelle case di tutti, ma di una persona solidale e generosa, parte integrante di una comunità e delle difficoltà che questa vive ogni giorno.
“Fabrizio, ci manchi”. Oggi come allora. A distanza di quattro anni dal prematuro decesso, l’eco della tristezza pervade ancora le vie del borgo ed alcuno ha dimenticato i lineamenti di un volto buono, figlio della delicatezza e dell’umiltà.
Ieri, sabato 13 agosto, la comunità Bassanese lo ha ricordato in via del Cerqueto.
A Fabrizio è stata intitolata la Casa delle Culture e dei Popoli ed ancora a lui, il consiglio comunale, in data 9 agosto 2022, all’unanimità, ha conferito la cittadinanza onoraria postuma. Una cerimonia inebriata di commozione quella che ha caratterizzato le ore pomeridiane tra i vicoli di un paese silente.
Applausi e lacrime al cospetto dei familiari, a cui sono state consegnate le chiavi, elemento di simbolica valenza.
Presente il sindaco Emanuele Maggi, il vicesindaco Ugo Pierallini, gli assessori e i consiglieri di minoranza, il fratello Fabio e gli amici degli Oceano Rex, storica band.
Le melodie del Complesso Bandistico Città di Bassano Romano, guidate dal Maestro Angelo Moroni, hanno carezzato l’evento.
“Durante la propria esperienza terrena, Fabrizio ha divulgato messaggi essenziali: il valore dell’umiltà, dell’altruismo, dell’ascolto e della semplicità – ha spiegato il sindaco Emanuele Maggi -. Quando ci ha lasciato, profonde sono state le manifestazioni d’affetto emerse. Il giorno dei funerali, i bordi delle strade e le vie cittadine traboccavano di presenze, desiderose di salutare quell’uomo buono, pervaso di toccante gentilezza.
Fabrizio, nel suo breve tragitto esistenziale, ha reso straordinario l’ordinario, aiutandoci a comprendere quanto la normalità sia l’elemento chiave per essere persone nuove. Oggi gli dedichiamo questo luogo, desiderando che ciascun bambino e ragazzo che varcherà la porta nell’avvenire, possa respirare i valori che Fabrizio ha trasmesso: coltivare la qualità dei rapporti umani e tendere la mano a quanti soccombono dinanzi alle sfide quotidiane”.
“Bassano Romano è stato un luogo che Fulvio Frizzi, nostro padre, ha iniziato ad amare con sua moglie Laura nella seconda metà degli anni ’60 – ha narrato Fabio, il fratello -. David Pellegrini, Renzo Liberati e la sua consorte Bruna furono conoscenze amicali importanti che condussero all’acquisto dell’abitazione nel centro storico del paese.
Nostro padre aveva impegni professionali di elevato spessore, ma vi era una regola lungo il suo percorso giornaliero: essere libero dalle attività lavorative nel fine settimana, parentesi in cui avrebbe raggiunto la cittadina di Bassano Romano.
Mio fratello sarebbe stato felice. Aveva sete di cultura e di bellezza”.
Non lontano il ricordo di un Fabrizio bambino e delle sue corse su sampietrini induriti dal tempo mentre, con l’ardore dei dodici anni, tentava di emulare i suoi campioni preferiti in sella ad una bicicletta.
Non distante l’immagine di un uomo devoto alla Madonna della Pietà, lungo le fila di una processione composta.
Di doni, Fabrizio ne possedeva tanti. Tra questi, più di tutti, sapeva abbracciare e sentirsi parte dell’altro, condividerne la sorte e il dolore. Una volta Frizzi giunse a un incontro con gli anziani, in un centro, in paese. Nessuno se lo aspettava. Abbracciò tutti, uno ad uno. Come un padre che abbraccia un figlio. Fabrizio aveva il dono di saper abbracciare. Era una persona perbene.

“Fabrizio, ci manchi”.
Bassano Romano non ti ha dimenticato.

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