La chiesa, valletta del governo

di MARCO ZAPPA-

VITERBO- Mio malgrado mi trovo ancora una volta sconcertato da tutto il mondo che ruota intorno alla Chiesa dovendo considerare stavolta, con tristezza, la sua arrendevolezza di fronte all’autorità del governo.

Dopo la soppressione delle messe pubbliche nel periodo primaverile, quello che definiamo come “prima ondata covid” e le conseguenti bugie circa il loro ripristino immediato, uno stato sempre più arrogante ha imposto ora il divieto per la celebrazione del Natale a mezzanotte.
Ma mentre a quel tempo vedendo che il governo tergiversava, secondo l’abitudine che lo contraddistingue ancor oggi, la CEI insorse alzando la voce sentendosi presa letteralmente per i fondelli, stavolta si è calata le braghe.
E ancor peggio l’ha fatto davanti a ministri così scarsi improvvisati e inadeguati che Conte vorrebbe affiancare da una squadra di 500 tecnici ovviamente pagati da noi.
Premetto che la discussione può apparire di minima rilevanza perché effettivamente poco importa se Gesù rinasce simbolicamente alle 18, alle 20 o alle 24.
No, il punto è un altro.
Quello che mi secca è questo continuo patteggiamento al ribasso non solo frutto di scambi ed interessi legati al business (accoglienza dei clandestini, esenzione del pagamento dell’IMU ecc…) ma più in generale di uno scadimento dell’autorità, della tradizione secolare, dell’immagine stessa della Chiesa.
Riconosco il mio limite perché ho vissuto da vicino l’epoca di papa Wojtyla, capace di spaccare il blocco sovietico di allora con quella successiva di papa Ratzinger e francamente mi trovo a disagio nella falsa e interessata politica che la Chiesa ora persegue.
E allora fuori gli attributi!
Se celebrare il Natale a mezzanotte è considerato pericoloso che senso ha anticipare le messe alle 18? Tanto vale rinunciarci, ce ne faremo una regione e ci andremo il 25 per la gioia di Conte e Speranza.
Ma qualcuno mi deve spiegare il perché di questo provvedimento così ridicolo e ipocrita dal momento che i sacerdoti sono talmente ligi alle regole che all’interno delle chiese vige pulizia, distanziamento e limitazione dei posti come in nessun altro ambito della vita sociale.
La soluzione?
Bastava una banalissima autocertificazione per consentire ai fedeli la partecipazione alla messa notturna al limite accompagnata dall’obbligo di recarsi nella propria parrocchia che ovviamente non potrà essere così distante.
E poi finiamola con l’identificare gli italiani come imbecilli ed irresponsabili mostrando sempre e solo le immagini di alcuni che contravvengono alle norme!
Viaggio continuamente fra Roma e Milano, stando ore sui mezzi pubblici in mezzo a gente di ogni ceto e razza e quello che vedo è sopportazione e rispetto delle regole.
Insomma, per Natale il governo non farà il miracolo, né ne farà altri perché non ne è in grado ma in merito, io ne chiederò uno al Bambino che nasce nella speranza che ci esaudisca:
LIBERA NOS A MALO.

 

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