La cultura dell’Islam

di MARCO ZAPPA-

VITERBO- Alla fine è accaduto, quella che si sperava fosse solo un’ipotesi si è trasformata in realtà.
La riconversione di Santa Sofia di Istanbul in moschea è uno schiaffo non solo alla cristianità ma alla logica, al buon senso, alla visione dell’arte che denota quanto possono essere deleterie le azioni prodotte dalle idee provenienti dalle frange più intransigenti islamiche.
Ma la cosa preoccupante è che questo atto sconsiderato non proviene dal terrorismo, dall’Isis per esempio, verso il quale c’è la tendenza ad apparentare ogni gesto di violenza nei confronti della corruzione dell’occidente: sono terroristi e fanno il loro sporco lavoro.
Stavolta la decisione proviene dal governo turco, quello che vorrebbe entrare a far parte della comunità europea e che quindi nulla ha a che fare con il terrorismo ma che di base si alimenta con gli stessi principi religiosi.
Sono molti coloro che hanno sempre minimizzato riguardo all’idea di prevaricazione insita nella religione islamica che quando serve è disposta ad ogni azione in funzione della sua stessa affermazione ma questo schiaffo in faccia alla nostra cultura cattolica stavolta è inequivocabile intanto perché rompe un equilibrio, una tradizione che da secoli è legata alla storia di quel sito e poi perché priva l’umanità intera di un bene artistico e prezioso.
Inutile specificare come cambierà il modo di godere della bellezza di Santa Sofia: non sarà certamente più la stessa cosa, da museo si trasformerà in un luogo di culto attivo con tutte le restrizioni che lo riguardano, le stesse che si hanno quando si visita la moschea blu sempre in Istambul.
Il cattolicesimo che i soliti oppositori accusano di aver provocato crociate e guerre sante ingiuste (ma riferite ad epoche lontanissime) attualmente è solamente vessato e messo sotto scacco in tanti paesi dove domina l’Islam e quanto sta accadendo in Francia, dove non sembrano essere più dei casi isolati i roghi degli ultimi anni, l’ultimo a Nantes questa settimana, è la manifestazione di un quadro ancora più preoccupante.
Come altri cristiani vorrei che i vertici della Chiesa cattolica esprimessero una condanna netta verso questo clima negativo nei suoi confronti ma sembra che il Papa abbia scelto una via molto morbida.
Anni fa un importante esponente del mondo islamico italiano pretese la rimozione dell’immagine di Maometto, collocata all’Inferno nell’affresco del Giudizio universale in San Petronio a Bologna, dipinto dall’artista Giovanni da Modena nel 400.
Fortunatamente non se ne fece nulla e l’affresco è rimasto nella sua integrità ma siamo sicuri che in futuro a seguito di una sempre maggiore presenza islamica in Italia qualche politico nostrano per accattare dei voti facili in nome dell’integrazione non accetti una nuova possibile richiesta di rimozione o si cali le braghe su altre questioni?
Oriana Fallaci in tempi non sospetti paventò i fenomeni attuali prospettando un futuro ancora peggiore, ci auguriamo che la scrittrice avesse torto.

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