La festa della SS. Madonna del Rosario a Piansano

di ANNA MARIA STEFANINI-

PIANSANO (Viterbo) – Una giornata di festa ieri, 30 settembre, nel borgo di Piansano. Una festa dedicata alla SS. Vergine del Rosario. Una tradizione che si ripete da anni e che sempre emoziona e commuove.
Il popolo dei fedeli, fin dal mattino, è pronto a dedicare la sua festa più bella alla Vergine protettrice. Bambini, adulti, anziani, tutti sono in chiesa per Lei. “Viva Maria!”. Il grido alto e forte si leva al cielo verso la S.S. Vergine del Rosario. È una festa importante, non solo a Piansano.

Alle 18,30 circa inizia la Santa Messa presieduta dal vescovo della Diocesi di Viterbo mons. Lino Fumagalli. Davanti all’altare, seduti, con la loro allegria e vivacità, i bambini. Poi le autorità: il Prefetto di Viterbo Antonio Cananà, il questore Giancarlo Sant’Elia, il Sindaco di Piansano Roseo Melaragni, il vicesindaco, il Comandante della stazione dei Carabinieri, il maggiore di Tuscania, altri rappresentanti dei Carabinieri, dell’Esercito e della Guardia di Finanza, la preside dell’istituto Paolo Savi Paola Bugiotti.

Ai lati una rappresentanza dei Facchini di Santa Rosa; il delegato di Viterbo dell’Accademia Mauriziana, Sebastian Serafini con alcuni accademici, e rappresentanti degli altri ordini religiosi, tutti
ad attendere di vedere arrivare lì, sulla sommità dell’altare, con gli angeli genuflessi in bronzo dorato, la statua di Maria.

La Madonna del Rosario sorregge con la destra il Bambino e, a sinistra, tiene un rigoglioso mazzo di rose. Tutti si inchinano alla Vergine. Intenso e partecipato il rosario, intime le preghiere, tradizionali i canti, illuminata la chiesa per una festa che reca in sè storia, fede, cultura e, appunto, tradizione. Il Vescovo di Viterbo monsignor Lino Fumagalli, accompagnato da don Andrea, parroco di Piansano e dagli altri sacerdoti, “si sente a casa”. L’accoglienza della comunità di fedeli è calorosa. Tutti gentilissimi, i piansanesi illustrano, a chi vede la festa per la prima volta, le caratteristiche e ne raccontano la storia.
Il Vescovo ha condiviso tante volte con i fedeli piansanesi questi momenti, anche in streaming, quando le disposizioni anticovid non consentivano di celebrare la ricorrenza in presenza.
C’è don Andrea e c’è don Emanuele della parrocchia dei Santi Valentino e Ilario di Villanova a Viterbo; ci sono sacerdoti e chierici, fratelli e sorelle.
La chiesa è gremita, tutti cantano e partecipano, anche i bambini. Ma il Vescovo nota che sono di meno, rispetto agli altri anni, forse per un calo demografico comune a molte realtà italiane. S.E. Lino Fumagalli riflette e fa riflettere, sottolineando, nella sua profonda omelia, quanto influiscano le difficoltà lavorative ed economiche sul desiderio di mettere al mondo dei figli. Racconta di quando in Sabina alcune coppie, desiderose di sposarsi, non potevano farlo per mancanza di un lavoro stabile. Sposandosi tardi, è più difficile creare una famiglia numerosa.
Il Vescovo sottolinea anche l’importanza del ruolo dei nonni, pilastri della famiglia, ai quali è dedicata la festa del 2 ottobre, nel sostenere i genitori indaffarati o con difficoltà economiche. Il Vescovo ricorda anche l’importanza della comunità nell’aiuto reciproco in caso di bisogno.
La cerimonia è spontanea, come l’amore che lega un popolo alla sua protettrice.
Dopo la recita del rosario, si leva il canto liberatorio delle litanie lauretane; e tutti volgono lo sguardo lassù, verso l’alto, sulla sommità dell’altare dove è già posizionata la splendida “macchina” che accoglierà la Madonna, un antico e fastoso baldacchino in legno, impreziosito da lacche e intarsi colorati.
C’è aria di attesa, di preghiera, di festa.

Gli addetti alla macchina intanto proseguono le operazioni: dispongono obliquamente sull’altare due lunghe e resistenti travi di legno che vanno a incastrarsi con quelle che in alto sorreggono il baldacchino. Il popolo accompagna i “facchini” e ogni momento della preparazione della struttura su cui la macchina scenderà, fino a posarsi dolcemente, sulle note dei canti : non vi è un ordine preciso; l’organista attacca il motivo e tutti lo seguono. Non vi sono schemi nè scalette, non ci sono fogli con i testi distribuiti tra i banchi: tutto è spontaneo.

Il canto, che si eleva alto dal popolo di fedeli, riempie le volte della chiesa e si propaga sul sagrato per salire fino al cielo, da Maria.
Si invoca la Vergine con le espressioni di fede e poesia che generazioni di musicisti, autori, poeti hanno elaborato e i nostri avi tramandato. Si recitano poesie scritte spontaneamente e tutti si commuovono.
Si intona “Mira il tuo popolo oh bella Signora…” invocazione di aiuto, protezione e intercessione, che si usa cantare in molti borghi durante le processioni.

Ecco la macchina si muove, lentamente inizia la discesa, dapprima quasi impercettibile, poi più veloce. Tutti guardano assorti e commossi il ripetersi di un evento da tramandare anche alle nuove generazioni.

Quando la macchina – accesa da una fitta serie di lampadine – si posa lievemente, la cerimonia entra nella sua fase di più intensa partecipazione, non solo spirituale.

Una piccola processione di ecclesiastici, guidata dal celebrante, con al seguito sacerdoti e chierici, scende dall’altare e, percorrendo la navata centrale, si dirige verso una piccola sacrestia situata nei pressi dell’ingresso sinistro del tempio.

Il semplice corteo è preceduto dai “sacramenti”, ovvero gli accoliti della confraternita del SS. Sacramento nel loro tradizionale saio bianco legato in vita e mozzetta rossa con scudetto argenteo. Giunti davanti alla sacrestia,  “i sacramenti” si dispongono a lato per far passare gli ecclesiastici che, aperta la porta, vi si introducono. Seguono istanti di palpitante attesa.
La stanza è aperta.
Arriva Lei, la Madonna SS. del Rosario, che accoglie benigna i suoi fedeli e inizia la sua ascesa in chiesa verso il Cielo.
“Evviva Maria!” si sente ripetere più volte dai fedeli commossi. Che la Vergine ci protegga, anche in questi momenti in cui guerra, rincari e pandemia rendono buio il nostro cammino. Ma la luce della fede ci è sempre vicina. Maria illumina le nostre vite e la benedizione del Vescovo dà pace e speranza, in questa giornata di fede e preghiera. Le celebrazioni in onore della Madonna del Rosario continueranno a Piansano anche oggi e domani.

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