La Fp Cgil di Roma e Lazio ha avviato lo stato di agitazione per il personale di tutti gli istituti penitenziari del Lazio

ROMA- Riceviamo da Fp Cisl e pubblichiamo: “Da tempo denunciamo le condizioni critiche degli istituti laziali. Alle storiche carenze di organico, che superano complessivamente le 700 unità effettive, mentre le uscite per pensionamento vanno avanti, non si è risposto con un vero piano di potenziamento ma si sta compensando con trasferimenti di unità che, necessariamente, andando a coprire là dove c’è più bisogno, lasciano comunque ancor più impoveriti gli organici degli istituti di provenienza. Da questo derivano condizioni di lavoro estremamente critiche: gli agenti devono coprire più posti di servizio nella stessa giornata di lavoro, senza poter fruire di diritti acquisiti come congedi ordinari, riposi, permessi 104, arrivando in alcuni casi ad accumulare anche oltre 100 giorni di congedi da fruire”, dichiara la Fp Cgil di Roma e Lazio. Da mesi, le criticità riguardano anche le inadeguate misure di sicurezza: continuano a verificarsi contagi all’interno degli istituti. Al 31 marzo, risultavano 68 detenuti e 40 operatori affetti da Covid 19 registrati in tutti gli istituti dell’area Lazio-Abruzzo e Molise, con il focolaio più grande di 48 detenute e 3 operatori alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia. Grave che gli agenti della polizia penitenziaria non siano ancora stati inseriti nella campagna vaccinale come per altre categorie di lavoratori del comparto sicurezza. Il rischio focolai è elevatissimo, e ancora si registrano carenze nel rispetto delle misure di sicurezza e nella fornitura di dispositivi”, prosegue il sindacato. Da Rieti a Velletri, da Rebibbia e Regina Coeli a Viterbo: dal 1 aprile  le nostre bandiere saranno esposte in tutti gli istituti del Lazio. Il provveditorato Lazio-Abruzzo-Molise deve farsi carico della questione: è fondamentale intervenire per incrementare gli organici e garantire misure di gestione adeguate, per consentire alla polizia penitenziaria di operare, in sicurezza e senza rischi, per il corretto funzionamento delle attività e nel pieno rispetto del loro lavoro, purtroppo ripetutamente mortificato”.

 

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