La Libreria dei Salici in crisi: a tu per tu con la titolare Maria Teresa Altieri

di EMANUELE FARAGLIA –

VITERBO – La storica Libreria dei Salici di via Cairoli rischia di chiudere. A lanciare il grido d’allarme è la titolare Maria Teresa Altieri. Per carità, sono tante le realtà in crisi negli ultimi tempi, ma la chiusura di una realtà del genere mette ancora più tristezza. Abbiamo rivolto alcune domande a Maria Teresa, ecco quello che ci ha rivelato.

Maria Teresa, la prima domanda è d’obbligo: come e perché hai deciso di aprire una libreria?

“Vendevo libri d’estate a Palinuro quando facevo l’università a Salerno, dove mi sono laureata, per contribuire al mio mantenimento e poi ho continuato durante le pause estive, quando insegnavo, a fare fiere del libro sul litorale laziale e a Viterbo tra la fine degli anni 80 e inizio 90. La libreria è arrivata quasi per caso perchè affittavano un locale in via Saffi e mi piaceva l’idea. Era il 1994 e nasceva la Libreria Fontana Grande e nel 2000 la Libreria dei Salici”.

Come vanno gli affari oggi?

“In realtà i libri non sono mai stati un buon affare, ma ora si vivono davvero situazioni molto tristi”.

Recentemente il Governo ha lanciato il bonus cultura (500 euro ai 18enni per acquistare libri, biglietti per spettacoli, mostre e altro), come valuti l’iniziativa?

“L’idea di dare 500 euro agli insegnanti e agli studenti da spendere per la cultura è sicuramente una buona idea, solo non va bene che ad anticipare questi soldi siamo noi librai o comunque esercenti che già viviamo situazioni critiche. Infatti i buoni li stiamo anticipando noi, perchè facciamo le forniture richieste e poi lo Stato, previo invio di fattura elettronica, ci fa, se tutto va bene, entro circa due mesi dal ricevimento della fattura, il bonifico. Il fatto è che però spesso va male. Per esempio da gennaio lo Stato alla libreria dei Salici ha pagato una sola fattura di minimo importo, mentre le altre (tutte fatture elettroniche che mi può fare solo il commercialista e che ogni volta per farle dobbiamo impegnarci per diverse ore) sono sempre ritornate indietro o per un codice letto male dal sistema o perché, facendo copia e incolla del codice, si è copiato anche un quadratino bianco e il sistema legge ‘errore’. Ovviamente non è successo solo a me ma a tutti i librai con cui ho parlato, così facendo si avvantaggiano “i potenti” che possono anticipare grosse somme. Gli acquisti possono essere fatti anche su internet. Una carta prepagata sarebbe stata sicuramente più comoda e non ci avrebbe causato tanti problemi”.

In che altro modo lo Stato potrebbe aiutare le librerie?

“Molto semplicemente lo Stato potrebbe preoccuparsi di fare una buona legge che vieti gli sconti nelle vendite on line, nelle catene e nella grande distribuzione. D’altra parte tutte le altre merci sono protette da concorrenza sleale e gli esercenti possono fare sconti solo in due periodi dell’anno, durante i saldi di fine stagione. Invece per i libri lo Stato italiano ha addirittura approvato una legge che istituzionalizza la concorrenza sleale. Perché chi pratica il 15% di sconto sulla vendita dei libri fa concorrenza sleale a tutte le librerie indipendenti d’italia. Teniamo presente poi che avendo i libri i prezzi imposti, si sono sempre prestati a fare da ‘specchietto per le allodole’, nel senso che gli utenti vedendo gli sconti sui libri si convincono che tutte le merci (il cui prezzo effettivamente non si sa perché sull’insalata o sul pesce non c’è il prezzo stampato) hanno prezzi ‘scontati'”.

La Libreria dei Salici

Se chiude una libreria qual è il danno per la comunità?

“Se chiude una libreria e ne apre un’altra non succede niente. Ma proviamo ad immaginare un mondo senza librerie ovvero quei luoghi fisici nei quali la gente può girare, guardare, sfogliare un libro, leggere qualche riga e se mai decidere di acquistarlo. Magari è così che i ‘potenti’ immaginano il mondo in un futuro non molto lontano, un mondo dove tutto corre sul filo di internet, dove la gente non si incontra, non si guarda negli occhi, non si tocca, ma si conosce attraverso Facebook, si innamora e si sposa attraverso i siti dedicati, crede di avere tantissimi amici con cui scambiarsi il buongiorno la mattina o condividere eventi e foto di famiglie felici al mare o di cani e gatti amatissimi… Ora, in questo tempo, alcune librerie resistono ancora e c’è ancora la possibilità di venire in contatto con questi strani oggetti che sono i libri e scoprire libri di cui si ignorava l’esistenza, mentre su internet scopri solo quello che già conosci e vai a cercarlo proprio perché sai che esiste. La libreria propone e  fa conoscere anche libri e mondi di cui si ignora l’esistenza. Ma se continua così finiremo tutti: si acquisterà tutto su Amazon, tutto quello che ci serve non dovremo andare a cercarlo ma ce lo consegneranno direttamente a casa, anche i prodotti ‘freschi di giornata’ e ci saranno solo grandi concentrazioni di redditi e di ricchezza. E gli altri? Certo al popolo (una volta servi della gleba) qualcosa bisognerà pur lasciare altrimenti con che cosa faranno gli acquisti?”.

C’è modo di coniugare tecnologia (ad esempio Amazon) e tradizione (librerie)?

“Non so se esiste un modo per coniugare Amazon e le librerie. Quello che a volte ho notato è che la libreria fa da vetrina per Amazon, nel senso che alcuni vengono in libreria si studiano bene un libro e poi se lo comprano su internet perché è più conveniente. Però mi capita anche che qualcuno ha notizia di un libro da internet e lo viene a richiedere in libreria perché non si fida a comprarlo on line. In quanto alla tecnologia, anche le librerie oggi hanno acquisito molta tecnologia, dagli anni novanta sopratutto con la diffusione dei computer e di gestionali creati appositamente per le librerie. Ma no, tra le librerie indipendenti e Amazon non può esserci amore. E poi ormai lo sappiamo tutti che Amazon non paga le tasse allo Stato italiano e i cittadini italiani sono tutti salassati… ma chi protegge Amazon? Perché qualcuno deve pur esserci…”.

Dove va il mercato del libro oggi?

“Secondo i dati diffusi dalle associaciazioni (AIE) dal 2010 al 2015 il mercato ha perso sempre punti. Ogni anno cala la GDO, cresce l’e-commerce. Si dice che reggono le librerie che ancora riescono ad offrire assortimento e esperienza, ma comunque sono rimaste poche: tante hanno dovuto chiudere. L’e-book un po’ è cresciuto ma non troppo. Nel 2016 una minima crescita dello 0,3% rispetto al 2015, ma nel primo trimestre del 2017 un bel -2,9%. La crisi si fa sentire in tutti i settori. La gente ha pochi soldi da spendere in generale, figurarsi per la lettura! E poi ci sono comunque altri sistemi per passare il tempo o informarsi, si è distratti da tanti fattori che non portano tranquillità e serenità d’animo…”.

Il libro più amato, quello più venduto e la sorpresa.

“Il libro più amato Il piccolo principe.

Il libro più venduto diciamo negli ultimi due anni: Harry Potter e la maledizione dell’erede.

Il libro più venduto in assoluto direi La bibbia o La divina commedia o sempre Il piccolo principe.

Una sorpresa editoriale: quando Stampa Alternativa editò il millelire La lettera sulla felicità di Epicuro”.

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