La maschera di Sgarbi

di RAFFAELLO FEDERIGHI-

Viviamo in tempi difficili, siamo al triste tramonto delle democrazie liberali, che ormai non perseguono più gli interessi dei cittadini e il bene comune e sono attualmente solo un momento di transizione ai grandi conglomerati economici che si accingono a sostituire le Istituzioni democraticamente elette.
Il potere, inteso in senso tradizionale, ha perso la propria autonomia e il necessario prestigio perché esercitato da una classe politica incompetente ed incolta, alle dipendenze di oscuri padroni e votata al soddisfacimento d’interessi di parte e personali.
La tragedia ancora in atto, relativa al cosiddetto contrasto all’epidemia di Coronavirus, ne è un esempio lampante. A fronte di un’epidemia, che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in uno specifico avviso ai governi mondiali, datato settembre 2019, definisce come “un virus di tipo influenzale, mutante, altamente trasmissibile ma con un tasso di mortalità inferiore all’1,8%”, Governi in bilico hanno teorizzato l’emergenza permanente per puntellare i loro incerti destini e nascondere spaventosi fallimenti.
Il Governo italiano prima se ne disinteressa, poi lo sottovaluta, non predisponendo alcun provvedimento contenitivo, infine, in un delirio d’insensata onnipotenza, prima terrorizza i cittadini con un’informazione di regime a senso unico, poi emette una serie di DPCM liberticidi e illegali con i quali sospende libertà democratiche fondamentali (artt. 2, 16 e 32 della Costituzione, impedendo qualsiasi protesta con il divieto di assembramento), da ultimo, a causa di un lockdown sconclusionato, infligge un colpo terribile alla già malconcia economia italiana, generando una crisi economica senza precedenti che sta colpendo il nostro Paese (PIL a -14%, era a +0,1, debito pubblico a 2530 miliardi di euro, al 150 % del PIL, era al 134%, rating a BBB, rischio di fallimento di 1/4 delle partite IVA).
I danni a seguito dei provvedimenti emanati sono certi e indiscutibili, i veri effetti dell’epidemia sono un segreto ben celato, poiché nessuno conosce il numero reale dei morti per coronavirus e non per gravi patologie pregresse aggravate dall’aver contratto il coronavirus. Ma il vero danno, prossimo alla conclamazione, è il mutamento del comportamento sociale, la paura diffusa, il distanziamento sociale che porta ad una società orwelliana e disumanizzata, vicina agli obiettivi dei nostri prossimi nuovi padroni, trasformarci da esseri umani a compratori monitorizzati permanentemente. La paura indotta sostituisce la coscienza critica, il mito della scienza salvifica cela la distruzione sistematica dell’identità nazionale, l’informazione distorta uccide la cultura e la coscienza critica in nome di un integralismo imbecille.
Poche sono state le voci che si sono opposte ad un tale sfacelo e tutte sono state oggetto di una moderna caccia all’untore. Chi scrive cominciò a dirlo all’inizio di marzo 2020, a cui si sono aggiunte voci autorevoli in campo scientifico, giuridico, sociale. Tra le poche libere, intelligenti e autorevoli, vi è quella del Professore Vittorio Sgarbi, conosciuto quando entrambi eravamo molto più giovani, tutte accomunate dal coraggio nel sostenere tesi a volte controcorrente.
Il Professore, così ama essere appellato, nonostante sia deputato al Parlamento da moltissimo tempo, è anche Sindaco di Sutri, piccolo comune del Viterbese che ha di recente avuto una crescente notorietà per le belle iniziative culturali del suo incontenibile primo cittadino. Peraltro, nel settembre del 2020, con propria Ordinanza, ha vietato, limitatamente ai confini comunali, l’uso della mascherina, in pubblico e in privato, senza giustificato motivo.
Le polemiche orchestrate sono state feroci ma totalmente prive di fondamento, poiché il Vittorio nazionale è tutto fuorché uno sprovveduto; infatti la sua Ordinanza, concordata con il Ministro dell’Interno Lamorgese e il suo capo di gabinetto, Prefetto Frattasi, comunicata all’ottimo Prefetto di Viterbo Giovanni Bruno, per competenza territoriale, si conforma perfettamente alla gerarchia legislativa di norme superiori a qualsiasi DPCM, come la Legge 533/1977, art. 2 e il DL155/2005, che vietano “qualsiasi mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo”, ciò per evidenti motivi di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, con buona pace dei moderni terroristi epidemiologici, i quali teorizzano la diffusione permanente e universale della mascherina, come una sorta di preservativo sociale, vessillo di un nuovo oscurantismo repressivo.
Sgarbi ha in sé una vena di futurismo marinettiano, di superomismo culturale, il cui slancio vitale e mai domo, si contrappone al silenzio succube o al becero conformismo, cerca la luce, a volte anche quella necessaria dei riflettori, per spezzare il buio della ragione e l’ombra della rassegnazione.
Prevedibilmente, poiché nessuno è profeta in Patria, lo stesso è stato attaccato pesantemente da esponenti politici locali, peraltro gli stessi che lo hanno eletto e che godono dei benefici del suo dinamismo esistenziale, senza che le loro critiche, fini a se stesse, fossero accompagnate da un minimo supporto giuridico o istituzionali, talché, il capofila di costoro risulta essere tale Don Miguel Zambrano, in arte vice parroco di Sutri, che ha definito sconcertante l’iniziativa di che trattasi. Per fortuna, l’ecclesiastico barricadero è stato prontamente smentito dal suo capo, il Parroco titolare Fernando José Cruz, verrebbe da aggiungere “olè”, alla faccia della gerarchia univoca che ha salvaguardato per secoli la Chiesa come istituzione e “chissenefrega” del dettame teologico “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” che, per inciso, è riportato univocamente nei Vangeli sinottici (Matteo 22.21 Marco 22.17, Luca 20.25); Don Miguel, forse prima converrebbe che tu studiassi un poco i tuoi fondamentali. “Sic transit gloria mundi” e lunga vita ai politici e Sindaci come Sgarbi, moderni Zorro della comunicazione, guastatori del sistema per fortuna ancora a piede libero, per il nostro bene speriamo ce ne siano molti, magari qualche Sindaco tremebondo si scoprirà guerriero della luce e che qualcuno imiti il loro coraggio di esporsi, spronando la diffusa pletora degli emuli di Ponzio Pilato e Don Abbondio.

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