Università Unimarconi

La musica di Vincenzo Bencini accende Montalto e unisce le generazioni (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) – Il 25 aprile a Montalto gran pienone durante il giorno: ristoranti e bar al completo. Prime prove costume e voglia d’estate, di gelato, di sole e di musica.

 

La sera, decine e decine di ragazzi insieme per l’aperitivo con il loro idolo: Vincenzo Bencini.

C’è un solo modo per non incontrare Bencini: stare perennemente chiusi in casa; perché se siete anche minimamente frequentatori di locali presto o tardi, per scelta o per caso vi troverete aspirati nei bioritmi di uno dei suoi concerti. Originario di Civitavecchia Vincenzo “Vinz” Bencini è seguitissimo anche nella Tuscia ed è apprezzato dai gestori e dal pubblico perché con lui si può benissimo fare a meno di tavoli e seggiole e dai 2 (mq) e 14 (anni) in su questi sono gli unici parametri numerici che vincolano le performance di Bencini.
Questo perché la musica erogata dalla “Bencini factory” non si ascolta: si interpreta e la si interpreta muovendosi. Il vero destinatario del verbo benciniano non è l’orecchio ma il corpo; tra voce, chitarra (acustica) e il corpo (di chi ascolta) si stabilisce una relazione di risonanza ed è questa la ragione per cui tavoli e seggiole servono soltanto a sorreggere oggetti cibi e bevande.

Come tanti cantautori Vincenzo Bencini è un autodidatta che dal vinile è transitato alla gavetta di ogni genere di palcoscenico; un look vagamente alla Kurt Cobain e una voce intonata lo hanno agevolato ma la sua strategia vincente è la capacità comunicativa; Bencini non è, come si dice in questi casi, un “animale da palcoscenico” ma una vera macchina comunicativa in cui voce, espressioni, mimica, suono e sorrisi riempiono lo spazio trasformando lo spazio in un generatore di interazioni.

Il format cinetico-musicale di Bencini è costituito da una lunga suite di canzoni

generazionali che shakera Rita Pavone, Gianni Morandi, Battisti, Battiato, Dalla financo the Doors e gli stones e sorprende vedere quindicenni post-millenials ballare allegramente “perché perché…”.
Questo spiega perché ai concerti di Bencini le barriere intergenerazionali evaporano.

  

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