La nostra vera ricchezza

di MARCO ZAPPA-

VITERBO – Si chiama cultura ed è la risorsa più importante per il nostro paese, lo è per piccoli borghi come Bagnoregio e deve assolutamente diventarlo anche per Viterbo.
È di fondamentale importanza che questo messaggio sia sempre presente e recepito da tutta la classe che governa la nostra città, maggioranza e opposizione, senza distinzioni.
L’errore, a mio avviso, gravissimo di spostare alcuni uffici comunali nei locali dell’ex tribunale in piazza Fontana Grande è macroscopico ed evidente a tutti: si manifesta attraverso l’assembramento di chi deve accedervi ogni giorno ma ancor più se consideriamo “l’occupazione” di quello storico spazio operato dalla politica locale con prepotenza e scarsa lungimiranza.
Una struttura conventuale così imponente e centrale “bloccata” dal punto di vista turistico per farci degli uffici!!
Roba da denuncia e mi avvilisce constatare che l’operazione a suo tempo non ha suscitato né polemiche né titoli di giornali.
Ovunque si decentralizza ma da noi avviene il contrario ed è evidente che con questa mentalità non si va lontano.
Occorre dunque un cambio di rotta radicale: gli spazi storici devono essere a disposizione del turista non dei servizi comunali.
Ci auguriamo che uno scempio del genere non si ripeta più o che qualche persona illuminata provveda nel prossimo futuro a mettere una pezza a questi errori e a riqualificare questi spazi prestigiosi secondo una logica visione che sia “larga” e coerente della città.
A questo io e altre persone stiamo contribuendo ultimamente attraverso una serie di proposte che speriamo possano essere recepite da chi di dovere.
Ma quello che ho citato è solo un esempio.
Le polemiche nate in questi giorni intorno alla mancata apertura di villa Lante e che hanno suscitato tanta indignazione popolare sono l’ennesima dimostrazione della distrazione, della poca lungimiranza, della scarsa propensione a valorizzare il nostro patrimonio.
Cultura: è una parola facile dal punto di vista della dizione e non ha niente a vedere come un termine impronunciabile come arzigogolato eppure pure nella sua semplicità per molti è simile all’arabo.

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