“La pace non è un sogno ma una consapevole conquista”, oltre mille giovani a sostegno del progetto

VITERBO – Arriva dalla Tuscia una proposta di pace per la guerra in Ukraina, dopo che venerdì 31 marzo si è svolto un collegamento eccezionale di oltre un’ora che ha coinvolto oltre 1000 studenti di scuole di ogni ordine e grado. Da New Delhi ha parlato con calore e affetto Tara Gandhi Bhattacharjee, discendente diretta di Mohandas Karamanchand Gandhi, detto anche il Mahatma, Grande Anima.

Il “Piano di Pace” elaborato spontaneamente dai giovani, con candore e senza pregiudizi, comprende alcune basilari proposte: Riconsegna immediata dei bambini ucraini portati in Russia, Immediato “cessate il fuoco” da ambedue le parti, ricostruzione da parte della comunità internazionale delle zone devastate, una “giornata dedicata a parlare di pace” ogni mese in ogni Paese del mondo. Una bambina della classe quinta elementare di Monterosi (Vt), ha azzardato anche una ingenua ma sincera richiesta che coinvolge tutti gli Stati con armamenti nucleari: incoraggiare gli scienziati a trovare un sistema per convertire tutta l’energia atomica esistente in energia buona, da utilizzare per il benessere di tutti e specialmente dei Paesi più bisognosi. Una bella utopia che rivela l’ innocente e sincero bisogno rivolto al bene tra i giovani.

L’incontro ha dimostrato che la scuola è uno spazio di incontro e di crescita, un laboratorio di relazioni ed esperienze, una grande palestra di vita. A scuola ci si educa alla pace, facendo quotidianamente esperienza di pace. Il tema sulla pace è partito dal progetto “La pace non è un sogno ma una consapevole conquista” promosso dall’I.C “A. Scriattoli” di Vetralla, realizzato dalla prof.ssa Giulia Mileto. L’evento è stato coordinato dalla prof.ssa Loredana Vaccarotti. Dopo i ringraziamenti iniziali del D.S. Deborah Puntel, sono seguite poche ma significative parole del giornalista e docente Sandro Sassoli che, grazie alla sua ultradecennale amicizia con Tara, che significa “Stella”, ha reso possibile l’evento. Sassoli rivolgendosi ai giovani alunni ha detto: “Un grande regalo che oggi la signora Gandhi fa a me e a tutti noi. Conservatelo nel vostro cuore e siate consapevoli di questo messaggio: la pace che sembra quasi come un’entità astratta può invece animarsi, prendere forma e consistenza, soprattutto in questo momento dove la si anela e la si invoca con forza. Da oggi ognuno di voi diventa “ambasciatore di pace”.

Tara Battacharjie Gandhi, in diretta dalla sua casa a New Delhi con parole sagge e illuminanti ha ricordato il messaggio di Gandhi in questo particolare momento così triste per l’umanità. “Gandhi era mio nonno dal punto di vista biologico, ma lui ora appartiene ad ognuno di voi. Tutti voi siete portatori di pace, testimoni di un mondo migliore al quale bisogna sempre aspirare. Il suo pensiero e le sue parole sono ancora tanto attuali, soprattutto in questo contesto storico e sociale”. Ed ha aggiunto:

“Voi direte: come si fa a parlare di pace se in Europa c’è una guerra tra Russia e Ucraina, e se nel mondo ci sono in questo momento 59 guerre attive, oltre a centinaia di lotte e atti di violenza quotidiani?

“Eppure Gandhi ha dimostrato con la sua vita e le sue azioni che la forza di un singolo individuo può diventare la forza di un popolo intero, perché la pace è legata alla crescita della coscienza umana e può nascere solo dall’impegno unitario di tutti gli uomini.

“Un mondo di pace può essere raggiunto se impariamo il potere della non violenza, come dimostra tutta la vita di mio nonno. Il potere è di due tipi: uno si ottiene dalla paura, e l’altro da atti d’amore. Il potere basato sull’amore è mille volte più efficace e permanente da quello derivato dalla paura della punizione.

“Secondo il Mahatma la forza non vince mai contro il potere dell’amore. In questo momento di grande fermento e agitazione nel mondo, la più grande forza da non sottovalutare è dunque quella che viene dall’amore.

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, predicava il Mahatma. E sua nipote ha risposto alle domande formulate dai ragazzi presenti e collegati in rete, lasciando un grande messaggio di pace. Ha ringraziato tutti, ricordando l’anima del grande Mahatma: “Parlare di pace in poco tempo non darebbe il suo giusto peso. Non si dovrebbe parlare solo di pace, ma portare avanti la filosofia della “non violenza”. Pace ha valore solo quando ognuno di noi l’ha interiorizzata, la pace è lavorare in maniera costruttiva contro le ingiustizie per ogni libertà, ha un senso ogni giorno quando siamo in armonia con la vita e la natura. La non violenza è quindi azione, e non statica filosofia.

Tara Gandhi ha sottolineato l’importanza che ha avuto nella sua vita la moglie di Gandhi, la nonna Kasturba, morta in prigione: il grande potere delle donne è anche quello di essere esempio di compassione. Ha risposto con un ottimo italiano alle varie domande rivolte dagli alunni, che hanno spaziato: dai pericoli dei social nel web, alla figura delle donne e delle madri, Kasturba, non solo come simbolo di femminilità per l’India, ma la donna come madre del potere dell’amore; alle guerre in corso e la giornata del 2 ottobre la “giornata Internazionale della Non Violenza” promossa dall’ONU; l’importanza delle scuole e delle famiglie nel seminare pace e difesa dalle ingiustizie e dal “bullismo” e tante altre domande. Rispondendo ad un alunno sul come applicare e conciliare in questa era la “non violenza” che veicola attraverso i social, la Signora Tara ha raccontato un suo aneddoto, di quando suo nonno fu messo in prigione e lei gli scrisse una lettera. Sottolineando e rimarcando l’importanza delle parole scritte e non digitalizzate. “i ragazzi non sanno più scrivere”. I telefoni dovrebbero servire per comunicare e la penna per scrivere, riscoprire la grande bellezza nell’aprire una busta con una lettera e rileggerla tante volte. Ha citato il suo incontro con Papa Francesco e che le religioni non debbono essere confini, poiché anche lingue e religioni diverse possono essere veicoli di amore senza parole. La magia di Gandhi è ascoltare anche il nemico. Divenire responsabili della Pace nel fare, quotidianamente, esercizi di Pace.

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