La popolazione del comprensorio di Civitavecchia è sgomenta nel leggere la volontà di bruciare i rifiuti di Roma

ROMA- Riceviamo e pubblichiamo: “La popolazione del comprensorio di Civitavecchia è sgomenta nel leggere la volontá di bruciare i rifiuti di Roma nella Centrale a Carbone di Civitavecchia. La combustione di carbone e rifiuti è associata ad emissioni di elementi e sostanze tossiche per l’essere umano e per l’ambiente.
“Roma è sempre sporca. Eppure da dieci anni abbiamo la soluzione”. Il commento di Corrado Clini, già ministro dell’Ambiente: “Bruciare i rifiuti di Roma nella centrale a carbone di Civitavecchia è una soluzione allo smaltimento dei rifiuti della capitale”. Assumendo come riferimento lo stesso tasso di sostituzione del carbone nella centrale Enel di Fusina-Venezia (10%), l’impiego di 450.000 tonnellate/anno di Css nella centrale Enel di Civitavecchia, consentirebbe
* la riduzione delle emissioni di CO2 di almeno 1.600.000/ tonnellate/anno, con un risparmio sulla tassa di carbonio applicata dal sistema Ets dell’Unione Europea pari, ad oggi, tra 105 e 125 milioni€/anno;
* del costo di trasporto e smaltimento dei rifiuti di Roma nelle altre Regioni o all’estero per almeno 90 milioni€/anno;
* del costo di approvvigionamento di carbone per almeno 45 milioni€/anno.
Per “pulire” Roma, per ridurre i costi e migliorare la qualità dell’ambiente, in attesa del termovalorizzatore e dell’idrogeno dai rifiuti, nel periodo di funzionamento residuo della centrale di Civitavecchia, il Css-combustibile è una risorsa strategica.
Le norme ci sono. I vantaggi sono evidenti. Ora serve la capacità di scelta, ovvero serve la politica.

Esiste più una politica a favore della polazione?

Grazie
Giovanni Ghirga

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