VITERBO – Successo alla casa circondariale di Viterbo per la presentazione di “Abolire il carcere: una ragionevole: Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini”. Il libro scritto da Luigi Manconi, Federica Resta, Valentina Calderone e Stefano Anastasia è stato presentato ieri pomeriggio alla presenza di un centinaio di detenuti e di una cinquantina di persone presso il teatro della struttura carceraria viterbese.
Un dibattito molto animato ha arricchito gli interventi di Valentina Calderone e Stefano Anastasia, presenti ieri all’appuntamento che ha chiuso il Festival Resist XI, un progetto promosso da Arci Viterbo in collaborazione con ANPI provinciale Viterbo e i circoli Arci della provincia di Viterbo. In particolare l’iniziativa è stata coordinata da Arci Solidarietà Viterbo, che da 11 anni è presente all’interno della struttura con uno sportello di ascolto, informazione e orientamento sociale rivolto a tutte le persone detenute. Organizza attività laboratoriali che, con strumenti diversi, promuovono percorsi di consapevolezza e responsabilità dei partecipanti.
All’appuntamento hanno contribuito una ventina di detenuti con i loro commenti, le loro suggestioni e le loro domande lanciate ai relatori che hanno puntualmente risposto per circa due ore. Centrale il tema della sicurezza, motivo per cui secondo il sentire comune il carcere sarebbe una struttura fondamentale per garantirla. Dati alla mano non è però così “Il 70% di chi esce – hanno detto – direttamente dal carcere, entro 5 anni ci torna. Mentre solo il 20% di chi esce da misure alternative fa lo stesso percorso”. A dimostrazione del fatto che il carcere non aiuta la sicurezza delle comunità. Tra i temi toccati il diritto agli affetti, l’ammodernamento del diritto alla corrispondenza e tutto ciò che riguarda la dignità di chi sconta le pene in cella.
Presente anche l’assessore alla cultura del Comune di Viterbo. L’incontro è stato moderato da Sara Bauli di Arci Solidarietà Viterbo.