La Procura ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia per chiarire le cause del decesso di Giovanni Saveri

VITERBO- Riceviamo dal dott. Nicola de Rossi e pubblichiamo: ” Il Pm Dolce ha disposto l’autopsia per chiarire cause ed eventuali responsabilità mediche nel decesso, al Belcolle, del noto artigiano anima del Comitato Festeggiamenti Pilastro.  La Procura di Viterbo, riscontrando l’esposto presentato dai familiari, assistiti da Studio3A, ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo (in ambito sanitario) per la morte tutta da chiarire del compianto Giovanni Saveri, noto falegname e artigiano della città, stimato e ben voluto da tutti anche per il suo impegno nel Comitato Festeggiamenti Pilastro, di cui è stato uno dei fondatori e una delle figure più rappresentative e per il quale, mettendo a disposizione la sua arte e la sua maestria, ha realizzato le più belle e spettacolari mini macchine che il quartiere abbia mai visto sfilare: anche il sindaco Giovanni Maria Arena ha voluto ricordarlo con un messaggio di cordoglio.

Il Pubblico Ministero dott.ssa Eliana Dolce ha anche disposto l’autopsia per stabilire le cause del decesso, avvenuto venerdì 13 agosto, del pensionato, che aveva 82 anni, ed eventuali responsabilità da parte dei medici che l’hanno avuto in cura: l’esame autoptico è stato effettuato ieri, martedì 17 agosto, dopodiché l’autorità giudiziaria ha dato il nulla osta per i funerali, che la famiglia ha così potuto fissare per oggi, mercoledì 18 agosto, alle 15.30, nella chiesa di Santa Barbara.

Saveri, che ha lasciato la moglie e due figli e che godeva di buona salute, a partire dal 31 luglio aveva cominciato a manifestare perdite ematiche dal retto, di cui non aveva mai sofferto prima. Il 2 agosto i suoi congiunti hanno contattato il medico di famiglia che ha prescritto una terapia farmacologica, ma persistendo il problema il 3 agosto è stato chiamato il 118 e l’anziano è stato trasportato all’ospedale di Belcolle, dov’è rimasto per una giornata al Pronto Soccorso e poi trasferito, l’indomani, 4 agosto, nel reparto di Gastroenterologia, in condizioni molto serie, in particolare a causa dei bassissimi valori di piastrine. Dopo una serie di esami e approfondimenti specifici, tra cui la colonscopia effettuata il 10 agosto, e a seguito della quale gli erano stati rimossi alcuni polipi, la situazione sembrava un po’ migliorata, la perdita di sangue si era arrestata e il 12 agosto l’artigiano è stato dimesso con la prescrizione di una terapia e l’assistenza del medico curante, nonostante fosse molto debole e non in grado di alimentarsi autonomamente e determinati valori restassero ancora molto bassi.

Il 13 agosto, poi, il suo ultimo giorno di vita, la perdita ematica dal retto è ripresa e quindi, a meno di 24 ore dal ritorno a casa, Saveri è stato nuovamente condotto al Pronto Soccorso del Belcolle, ma da qui per i familiari, che per le norme anti-Covid non potevano accompagnare fisicamente il loro caro, è iniziato un “buco nero”: nonostante tutti i tentativi di ottenere informazioni, solo alle 20 di sera hanno ricevuto le prime notizie, e per di più dalla guardia giurata di turno, che ha detto loro che l’ottantaduenne era ancora “in visita”. Alle 21 li ha finalmente contattati un medico ma solo per riferire, rapidamente, che il paziente era stato sottoposto a una nuova colonscopia e che si era sentito male: pochi minuti dopo li ha richiamati una dottoressa, spiegando loro che l’anziano si era “un po’ aggravato” e che sarebbe stato sottoposto a una Tac. Ma alle 22 è giunta la chiamata che mai si vorrebbe ricevere: il personale medico in servizio ha comunicato il decesso.

Sconvolti dalla notizia, non riuscendo a capacitarsi di cosa fosse successo, non avendo ricevuto spiegazioni convincenti e pieni di dubbi e perplessità, anche per le dimissioni del giorno precedente rilevatesi, con il senno del poi, affrettate, i familiari di Saveri hanno deciso si andare fino in fondo, attraverso il consulente legale Matteo Cesarini si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e il 14 agosto hanno presentato formale denuncia presso la stazione dei carabinieri di Viterbo, chiedendo all’autorità giudiziaria di fare piena luce sui fatti e su eventuali responsabilità mediche. Richiesta, come detto, ritenuta meritevole di accoglimento e approfondimento da parte della Procura, con l’apertura di un fascicolo e l’avviso degli accertamenti tecnici non ripetibili per la perizia autoptica, da cui la famiglia e Studio3A si aspettano risposte”.

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