La protesta “Non siamo solo studenti” continua: “Dopo 4 mesi ancora nessuna certezza, ora basta”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Oggi, 22 febbraio, festeggiamo i quattro mesi trascorsi da quando gli studenti hanno riempito le piazze di Viterbo per l’abolizione degli orari scaglionati. A dirla tutta, non c’è molto da festeggiare, sicché proprio a quegli studenti, che per mesi hanno protestato, non è stata concessa alcuna risposta, nonostante le settimane di sollecitazione. È devastante notare, giorno dopo giorno, il disinteresse manifestato da tutti quegli organi che ci avevano dimostrato empatia e disponibilità per un ritorno all’orario unico. Ebbene sì, il 22 ottobre 2021 più di cinquecento studenti della Provincia hanno rivendicato il loro diritto allo studio, compromesso dal sistema di doppi ingressi e dal malfunzionamento generale dei trasporti. Intere scuole in protesta hanno chiesto per mesi semplicemente la normalità.
A seguito dei tavoli di confronto svolti il 29/10 e il 9/11 nella Prefettura di Viterbo si era concordato all’unanimità affinché si ritornasse al consueto orario di ingresso alle ore 8:00, condizione inapplicabile solo in caso di un’impennata dei contagi. Abbiamo apprezzato, sinceramente, la volontà di assecondare le nostre richieste da parte del Prefetto anzitutto, poi dell’ex-Presidente della Provincia, Cotral, Atac, Francigena, Ufficio Scolastico Provinciale e istituzioni preposte, volontà che, tuttavia, non si è mai rivelata realtà.
Nel lungo periodo di confronto abbiamo evidenziato gli eventuali rischi che avrebbe inevitabilmente provocato l’orario pomeridiano a scuola, rischi che difatti, si sono rivelati distruttivi da ogni punto di vista: il sacrificio degli studenti, già eccessivo, ora è diventato insopportabile; la loro speranza, inizialmente scarna, ora è completamente assente. Parlando ancor più concretamente: il rendimento scolastico è drasticamente inferiore, la richiesta d’aiuto psicologico è aumentata, la riduzione del tempo libero si è radicalizzata, mentre si aggravano i casi di disturbi alimentari. Per non parlare, oltretutto, dell’esame di maturità, che, oltre a non essere adeguato, a causa dei tre anni di DAD alternata a brevi periodi in presenza, ha destabilizzato numerosi studenti.
Considerato ogni aspetto della questione, sembra evidente come le linee guida nazionali tendano ad un ritorno alla normalità, a differenza di un forte immobilismo che colpisce l’intero mondo scolastico. Le ipocrisie sono ormai all’ordine del giorno: riapertura delle discoteche ma green pass negli autobus, decine di studenti che pranzano in aule ristrette ma persistenza del doppio turno di ingresso, eliminazione dell’obbligo di mascherine all’aperto ma impossibilità di uscire dalle classi a ricreazione. In un periodo nel quale sta per essere eliminato, addirittura, l’obbligo di mascherine al chiuso, l’unico ambiente in cui, paradossalmente, aumentano le restrizioni, è la scuola.
È il momento di agire, è il momento di dare, una volta per tutte, quelle certezze agli studenti, ma soprattutto, è necessario farlo immediatamente: altra attesa sarà sinonimo di indifferenza”.

A firma dei Rappresentanti degli Studenti
Alessandro Esposito/Luca Tallarico/Nicholas Verginis/Paolo Del Chiù (Istituto Colasanti, Civita Castellana);
Teresa Pianella (Liceo Ruffini, Viterbo);
Tommaso Saladino Medici/Giorgia Ben Salem/Francesco Pagnozzi (Liceo Midossi, Nepi-Civita Castellana-Vignanello);
Stefano Maggini/Lorenzo Capalti (Istituto Orioli, Viterbo);
Sara Cerica (Istituto Dalla Chiesa, Montefiascone);
Francesco Gasbarri (Istituto Paolo Savi, Viterbo);
Bianca Piergentili/Fausto Randazzo (Liceo Buratti, Viterbo);
Noemi Santini/Dario Crespo Sanz (Santa Rosa, Viterbo);

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