di MARIELLA ZADRO-
VITERBO- I tempi sono maturi per organizzare manifestazioni contro i depositi di scorie radioattive che nei prossimi anni dovrebbero sorgere nel territorio della nostra provincia, in particolare nella zona verso il litorale di Montalto di Castro e in quella compresa tra Gallese e Corchiano.
Sono state individuate ben 21 aree, idonee ad accogliere il sito di stoccaggio di 78mila metri cubi di scorie di basse e media entità e altrettante 17mila di alta entità.
“Il NO della Tuscia al deposito di Scorie Nucleari”, se ne è parlato nel pomeriggio di ieri, venerdì 28 marzo, presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori a Viterbo in un incontro pubblico, patrocinato dall’amministrazione comunale e promosso dal Biodistretto della via Amerina e delle Forre, l’Associazione Viterbo Insieme, dal Comitato “Non ce la Beviamo”, l’Associazione ISDE.
Presenti la sindaca Chiara Frontini, il presidente del Biodistretto Famiano Crucianelli, il presidente del consiglio comunale di Gallese, l’ing. Marco Rossi, l’esperto di sistemi decisionali Tonino Scarelli e il prof. ordinario di chirurgia e oncologia Angelo Di Giorgio.
Ha moderato l’incontro la segretaria del Biodistretto della via Amerina e delle Forre Sandra Gasbarri.
“Siamo qui questa sera, ha detto la sindaca Frontini, per dare il nostro proprio sostegno in quanto comune capoluogo, alla battaglia contro il deposito delle scorie nucleari. La battaglia, deve essere condivisa da tutto il territorio, in quanto gli strumenti che le istituzioni hanno a disposizione non sono sufficienti. Non si possono accettare passivamente le scelte calate dall’alto”.
L’ingegnere Marco Rossi, ha illustrato tutte le aree potenzialmente idonee nella Provincia di Viterbo, allo smaltimento delle varie scorie, soffermandosi in particolare nella progettazione del deposito nazionale, confrontandolo con una attuale discarica e la procedura (iniziata nel 2021) che approderà alla scelta del sito (2026-2027).
L’esperto di sistemi decisionali Tonino Scarelli, ha evidenziato tutti i punti di squilibrio che la SOGIN, la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani ha prodotto, e che come distretto, hanno presentato al TAR.
“Anche l’Ordine dei medici di Viterbo, esprime ferma contrarietà all’individuazione nel territorio provinciale di siti per lo stoccaggio di depositi di scorie radioattive a bassa, media ed alta intensità”
Questa la dichiarazione letta da Paola Celletti del Comitato “Non ce la beviamo” a nome della dott.ssa Litta assente per impegni di lavoro.
Il prof. Di Giorgio, ha ricordato come la popolazione si è sensibilizzata ai problemi delle conseguenze che le scorie potrebbero produrre non solo sul territorio: acque, aria, produzione agricola e allevamenti, ma in particolare ha evidenziato la totale assenza di valutazione dei rischi per la salute, motivi per i quali, tutti i comitati uniti al distretto, si stanno opponendo al piano nazionale.
“Il deposito nazionale è la fine della storia della Tuscia, ribellarsi è giusto”
Con queste parole del presidente della via Amerina e delle Forre Famiano Crucianelli è iniziato il suo intervento:
“Le scorie nucleari non possono finire in zone, come le nostre, ad alta vocazione agricola, lasciando fuori le regioni dove ci sono attività che impegnano un uso maggiore di energia come il Veneto, la Lombardia, la Liguria ed il Piemonte. Non è possibile accettare più questa sorta di dualismo che accompagna da anni il nostro paese. Da una parte l’Italia che produce, dall’altra solo discarica”.
“In conclusione, sottolinea Crucianelli, dobbiamo persuadere i nostri cittadini a mobilitarsi, perché siamo di fronte ad un grande problema epocale. Il deposito di scorie cambierà “la storia” del nostro territorio”.
“Oggi, nasce il “Comitato No scorie Nucleari della Tuscia” le prossime manifestazioni il 6 aprile a Vulci e l’11 maggio a Corchiano.