La scuola, promotrice della cultura contro la violenza

VITERBO – “La prevenzione alla violenza inizia a scuola” è il titolo del convegno organizzato dalla Cisl scuola di Viterbo tenutosi questa mattina presso l’Auditorium dell’università della Tuscia. L’incontro, organizzato dal segretario generale Cisl scuola di Viterbo, Aldo Bellocchio, ha visto la partecipazione  di Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della polizia di Stato, Paola Conti, sostituto procuratore della Repubblica, Daniele Peroni, dirigente U.s.r  Lazio ufficio X di Viterbo, insieme ai rappresentanti sindacali Ivana Barbacci, segretaria nazionale Cisl scuola ed Enrico Coppotelli, segretario generale usr  Cisl Lazio. A fare gli onori di casa Martina Galli, referente rettore Unitus, insieme a Fortunato Mannino, segretario generale della Cisl di Viterbo.

“Spetta alla scuola mettere in atto tutta una serie di azioni virtuose per educare, sensibilizzare ed informare i giovani sul tema della violenza”, ha esordito Bellocchio davanti a un centinaio di studenti provenienti dal Liceo Buratti, dall’Istituto Orioli, dal liceo Santa Rosa, Itis Leonardo Da Vinci, dall’Istituto Vanni e dal Liceo Ruffini, che con le loro opere hanno allestito la sala con quadri e rappresentazioni artistiche, declamazioni di poesie e performance teatrali.  Bellocchio ha voluto, in questa occasione, coinvolgere personalmente i ragazzi con un  progetto inedito e originale, che è stato particolarmente apprezzato dalle autorità presenti.

“Siamo qui oggi in compagnia di autorevoli ospiti – ha proseguito il segretario – per confrontarci su un tema quanto mai attuale, che a volte purtroppo ci riguarda da vicino,  e che si presenta sotto varie sfaccettature: dal bullismo, alla violenza fisica, virtuale o psicologica. Educare, fare cultura, trasmettere valori gentili e soprattutto informare sulle conseguenze giuridiche delle azioni sbagliate sono gli strumenti fondamentali per combattere ogni forma di violenza. All’interno di questo progetto la Cisl scuola predisporrà anche dei corsi con una psicologa, la dottoressa Sofia Tomassetti”.

“Questo sarà il primo di una serie di incontri che di volta in volta metteranno al centro tematiche importanti che ruotano intorno al mondo degli adolescenti e attraverso il loro coinvolgimento li renderemo protagonisti attivi e non semplici spettatori passivi”.

La scuola, dunque, quale mezzo promotore della cultura del rispetto dell’altro, delle regole e soprattutto della diversità. Secondo quanto affermato dal prefetto Francesco Messina:”nel fenomeno contro la violenza sulle donne il superamento degli stereotipi sessisti parte dalla necessità di educare e formare. Bisogna creare le condizioni per combattere questa piaga e bisogna partire dalla prevenzione prestando attenzione verso i primi ‘segni’ della violenza. Lo schiaffo è già tardi – ha ribadito con forza –  ci sono le forze dell’ordine a cui rivolgersi, ci sono gli strumenti come l’ammonimento del questore. Esiste, infine, la possibilità di incidere anche sul maltrattante con il progetto Zeus. Al termine di questo protocollo abbiamo notato un  abbattimento del 90% di azioni recidive”.

Nel portare i saluti del rettore Ubertini la dottoressa Martina Galli ha sottolineato l’importanza delle scuole e delle istituzioni nel sensibilizzare gli studenti contro la violenza:”A volte si ha paura di parlare ma bisogna trovare il coraggio. Purtroppo nessuna violenza è ‘piccola’ e può trasformarsi  in qualcosa di più grande e diffuso. Per questo le istituzioni devono essere attente, perchè l’indifferenza, di per sè, è già violenza”. Tutti concordi  i relatori intervenuti che hanno sottolineato, nei vari interventi, l’importanza di non tirarsi indietro di fronte ad episodi violenti. Punto su cui ha particolarmente insistito la segretaria nazionale Ivana Barbacci:”A voi spetta un compito importante: responsabilizzatevi  verso il prossimo, siate rispettosi di chi di vi sta accanto e isolate gli esempi negativi e destabilizzanti dal punto di vista delle relazioni sane”.

“7 ragazzi su 10 sono vittime di violenza – ha concluso Coppotelli – questi  dati sono sconvolgenti, e tali episodi  generano ansia sociale, depressione e autolesionismo e sfociano, sempre più spesso, nel rifiuto della scuola”.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE