La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti risponde a Sgarbi su Sebastiano del Piombo

VITERBO- Riceviamo dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale e pubblichiamo: “In merito alle notizie apparse sull’allestimento della sede distaccata del Museo civico di Viterbo nel Palazzo dei Priori si precisa che questo Istituto è competente solo per la tutela dei due dipinti esposti e per i lavori compiuti nella sede di Palazzo dei Priori, autorizzati in alta sorveglianza. Per quanto attiene, invece, alle scelte di valorizzazione di un ente locale può solo dare suggerimenti.

Tra questi suggerimenti rientra il consiglio di esporre le due opere separatamente, proprio perché eseguite in tempi e luoghi diversi. In uno dei primi sopralluoghi si propose anche di collocare i due capolavori in due sale distinte per permetterne una migliore fruizione, ma l’ente, che legittimamente intendeva riservarsi degli spazi per future esposizioni, ha preferito collocare le due tavole in una sola sala, cercando tuttavia – attraverso la disposizione dei dipinti – di consentirne comunque una fruizione separata.

Relativamente all’illuminazione delle tavole di Sebastiano Del Piombo è stato richiesto che vi fosse un impianto adeguato che tenesse in giusto conto le richieste del visitatore, nel rispetto della salvaguardia del bene artistico, scongiurando fastidiosi riflessi e inopportune zone d’ombra.

Quanto alle teche in plexiglass, all’interno delle quali le opere sono conservate e che le hanno fino ad ora preservate adeguatamente, nel primo progetto presentato dal Comune ne era prevista la totale rimozione. Al riguardo la Soprintendenza aveva richiesto che tale operazione, che avrebbe riguardato la tutela delle opere, venisse valutata e compiuta sotto il controllo dell’Istituto Superiore Centrale di Restauro. Il Comune preferì rinviare tale delicata scelta, decidendo in questa prima fase di esporre i due dipinti nelle medesime teche del Museo civico.

Questo ufficio ha agito per quanto di sua competenza, ovvero per ciò che attiene alla tutela dei dipinti, in maniera rigorosa, rispettando i ruoli e comunque mantenendo uno spirito collaborativo per le scelte di valorizzazione del Comune e della società ArcheoAres affinché si potessero mettere in campo le migliori soluzioni possibili a fronte dei mezzi a disposizione”.

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