La spiritualità di don Dante al centro di un incontro ieri a Palazzo dei Papi (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Si è svolto ieri pomeriggio, presso la Sala Alessandro IV del Palazzo dei Papi a Viterbo, un importante convegno sulla Spiritualità di mons. Dante Bernini, pastore nello spirito del Vaticano II. L’evento ha visto la presenza di numerose autorità militari, civili e religiose. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Wanda Cherubini, presidente Ucsi di Viterbo.
Mons. Dante Bernini, deceduto cinque anni fa, il 27 settembre 2019, a 97 anni, con il titolo di vescovo più anziano d’Italia, fu professore di fisica e matematica, rettore del Seminario regionale La Quercia, vescovo di Albano e Segni, vice presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea e presidente della Commissione CEI per Giustizia e Pace.
Il 13 aprile 2015, nell’anniversario della promulgazione della enciclica Pacem in Terris, venne realizzata in suo onore a Viterbo una “Giornata per la pace”.
Sono intervenuti sua Eminenza, il Cardinale FRANCESCO MONTERISI , sua Eminenza il cardinale FERNANDO FILONI, il vescovo di Viterbo, Mons. ORAZIO FRANCESCO PIAZZA, il prof, CIRO ROMANO, rettore dell’Università Montemurro D’Ippolito, il prof. DON DARIO VITALI, della Pontificia università Gregoriana di Roma, don GIANNI CARPARELLI, il prof. AURELIO RIZZACASA. Presente anche il Vescovo di Albano, Mons. VINCENZO VIVA, di cui Mons. Bernini e’ stato per diversi anni vescovo diocesano ed il Vescovo emerito Mons. Lino Fumagalli.

L’incontro ha preso avvio con la proiezione del video “Il giorno ottavo”, testo di don Gianni Carparelli e musica di Marco Sensi. E’ seguito quindi l’intervento del Cardinale Francesco Monterisi, arciprete emerito di San Paolo fuori le mura, decano dell’università Montemurro D’Ippolito. Dopo aver portato i saluti dell’università di Montemurro ed aver ringraziato Mons. Piazza ed i suoi collaboratori per mettere in rilievo l’elevata statura morale e spirituale di Mons. Bernini, ha concentrato l’attenzione sull’attività di don Dante, che ha consentito a coloro che lavoravano nella Santa sede in quegli anni, come il Cardinale Monterisi, di conoscerlo. In particolare chi lo frequentò più spesso, ha detto il Cardinale Monterisi, fu il Cardinale Angelo Sodano, segretario di sua Santità. “Il cardinale Sodano aveva grande stima e fiducia in Mons. Bernini – ha affermato- D’altra parte Mons. Bernini si distingueva per la sua discrezione. Era lontanissimo da prospettive di ambizioni personali. Era piuttosto concentrato invece nel suo ufficio di pastore dedicandosi solo a condurre a Cristo le anime a lui affinate. Mi riaffiora il comportamento molto semplice e diretto di Mons. Monterisi, la sua apertura ed attenzione verso l’interlocutore, esprimeva un innato senso di bontà d’animo. Era particolarmente abile nel riconciliare le contrapposizioni nel tessuto delle diocesi che aveva in carico. Riusciva ad ottenere una convergenza verso la vita diocesana e pastorale”.
Ha preso poi la parola il prof. Don Dario Vitali, della pontificia università Gregoriana di Roma, ordinato sacerdote da don Dante, che nella sua lunga relazione ha posto l’accento sulla figura di “Don Dante nello spirito del Vaticano II” evidenziando come nell’assemblea che si raduna si manifesti la Chiesa, la partecipazione attiva del popolo di Dio intorno all’altare cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri.
Don Gianni Carparelli ha, quindi, presentato il libro “Don Dante, padre, maestro e luce”, libro il cui ricavato delle vendite andrà a sostenere le missioni di don Dante in Africa. Nel farlo ha raccontato una parabola che ha voluto tracciare la storia di don Dante.
Il prof. Aurelio Rizzacasa, docente di Etica e filosofia dell’università di Arezzo, anche lui alunno di don Dante, ha raccontato alcuni aneddoti sul suo maestro, evidenziando come don Dante gli abbia dato il dono della libertà, facendolo essere se stesso e facendogli capire che il limite non ce lo pongono le nostre condizioni fisiche, ma noi stessi.
Si è, quindi, avuta la proiezione di un video con le ultime riflessioni di don Dante, parole toccanti in cui don Dante esorta a credere in Dio ed a smetterla di piangere per disperazione.
Ha preso, quindi, la parola il Vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza, che non avendo conosciuto don Dante di persona, ha detto di aver trovato dei punti di similitudine con il Vescovo che lo ha ordinato. “Vedo dei segni caratterizzanti in queste figure – ha detto Monsignor Piazza- Quello che ho colto è la grande sofferenza di saper cogliere con umiltà i cambiamenti. In questa attualizzazione abbiamo il dono di rivedere il senso dell’Episcopato. Il grido di speranza finale di don Dante ci esorta a finirla con la chiesa dei lamenti in questa società passata dall’indifferenza al fastidio. Nel principio unificante della speranza facciamo sì che il Vescovo possa costruire la sua funzione, questa ministerialità al servizio dell’amore costituisce la traccia con il Vescovo che deve rinfocolare la speranza negli uomini e far passare dalla lamentazione all’azione”.

L’incontro è proseguito con l’indirizzo di saluto del prof. Ciro Romano, rettore dell’università Montemurro- D’Ippolito, che ha ricordato come sia venuto a conoscenza della figura di don Dante in Canada, a Toronto, nell’incontro con don Gianni Carparelli, lì presente in missione. “Ho proposto a don Gianni di ricordare don Dante perché rientra pienamente nelle finalità istituzionali della nostra giovane università. Dall’insegnamento di don Dante mi piace sottolineare l’interesse per i giovani, nella chiesa che egli considerava come sacramento, figlia di Dio. I giovani per don Dante non sono e non devono essere ritenuti una categoria sociologica, ma una componente della Chiesa. Li definiva sensori attenti dei tempi ed indicava l’importanza di educarli alla pace”. Ha, quindi, consegnato alla signora Concetta, in rappresentanza della famiglia di don Dante, con il cardinale Monterisi il diploma di nomina in memoriam per sua Eccellenza don Dante Bernini.
L’incontro si è concluso con la riflessione spirituale del Cardinale Fernando Filoni, grande maestro dell’ordine equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme ed ex alunno del Seminario Santa Maria della Quercia di Viterbo. Il Cardinale Filoni ha posto l’accento sul transito di un uomo come don Dante, che ha suscitato tanto affetto e stima. “Lui, un uomo schivo- ha detto- ha lasciato evidentemente in noi una traccia, una scia luminosa di virtù e di vita, che non si intende trascurare e veder sparire. L’oblio nel suo caso sarebbe un errore imperdonabile. Don Dante continua a vivere nel dono di un’eredità umana e spirituale”. L’evento si è concluso con la preghiera guidata dal Cardinale Filoni.

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE