Quando parliamo dell’origine dell’università italiana dobbiamo risalire al periodo medievale. Nel XIII secolo, e nello specifico nel 1088, con Irnerio nasce l’Università di Bologna. Considerata la prima università libera dal potere dello Stato, veniva gestita in autonomia dai professori e dagli studenti. Tuttavia, secondo alcuni sembrerebbe errata la convinzione che l’università più antica al mondo sarebbe stata quella bolognese, in realtà la prima università al mondo era marocchina e fu fondata da una donna. Poco più di un secolo dopo l’Italia fu culla di altre due Università prestigiose: l’Università di Padova (1222) – considerata la prima università in Europa ad accogliere studenti di tutte le fedi e di tutte le classi sociali – e l’Università degli Studi di Napoli, istituita da Federico II di Svevia nel 1224, considerata un importante centro di studi per la medicina, il diritto e le scienze naturali.
Nel corso del tempo le università italiane hanno continuato a crescere e svilupparsi fino al XIX secolo, in questo periodo i profondi cambiamenti politici e sociali vissuti dall’Italia influirono anche sulla vita accademica. Nel 1848 il Regno di Sardegna emanò la prima legge organica di riforma degli studi superiori che ora venivano sottoposti al controllo da parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Dalla legge Casati (1859) in poi la gestione delle università avviene a livello ministeriale. Con l’unificazione d’Italia nel 1861 assistiamo alla nascita di nuovi atenei in diverse città. Qui, sotto il governo Cavour, Francesco De Sanctis diventò il primo ministro della pubblica istruzione. Le università venivano divise in università di prima classe come ad esempio Bologna, Pavia, Pisa, Napoli e Roma, mentre le Università di Cagliari, Catania, Genova, Siena furono classificate come di seconda classe, usufruendo di minori finanziamenti statali.
Nel XX secolo con il socialismo nacque una rete di “università popolari” con lo scopo di diffondere l’istruzione e la cultura a livello popolare. La prima università privata fu la Scuola di studi commerciali “Luigi Bocconi” di Milano, a questa si affiancò nel 1922 l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La riforma Gentile del 1923 ridimensionò il numero degli atenei presenti sul territorio e vincolò l’iscrizione all’università al possesso della maturità classica. Nel 1931 venne imposto ai professori universitari il giuramento di fedeltà al fascismo, il cui diniego determinava la perdita della cattedra universitaria. Nel 1938, a causa delle leggi razziali, numerosi professori, assistenti e studenti ebrei furono esclusi dalle università.
Con la fondazione della Repubblica Italiana nel 1946, le università sono ritornate al loro splendore, registrando nuovamente un aumento delle matricole e segnando la nascita di molte altre università. Nel 1967 inizia l’anno delle rivolte studentesche, fu occupata l’Università Cattolica di Milano. Nel 1968 la rivolta studentesca coinvolse numerose università e divenne un fenomeno nazionale. Nello stesso anno venne emanata una legge che liberalizzava l’accesso alle università, eliminando il vincolo imposto dalla riforma Gentile.
Al fine di adeguarsi alle esigenze del mercato del lavoro e nel rendere l’istruzione superiore sempre più accessibile a tutti, il sistema universitario italiano ha subito importanti riforme nel corso degli anni ’80, ‘90 e 2000. Negli anni ’80 vengono varate alcune importanti riforme, tra cui l’istituzione dei dipartimenti universitari e fu riconosciuta l’autonomia organizzativa, didattica e finanziaria agli atenei. A partire dagli anni 2000 l’università italiana subì un radicale cambiamento con la riforma prima di Moratti e poi di Gelmini. Sempre in questo periodo furono riconosciute le telematiche attribuendo loro pari valore legale a quelle statali, come ad esempio le lauree conseguite presso l’Unicusano. Negli ultimi anni questo tipo di istruzione ha visto un vero e proprio boom, con un aumento esponenziale del numero di studenti iscritti a corsi di laurea magistrale biennale online o direttamente a ciclo unico. Le università telematiche hanno il vantaggio di offrire una maggiore flessibilità nella gestione del tempo, consentendo agli studenti di seguire le lezioni da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Il processo rivoluzionario dell’università è inarrestabile. Oggi infatti stiamo assistendo a numerosi cambiamenti che ci portano all’uso della realtà aumentata e del metaverso all’interno dell’università.