La tombola, un gioco popolare

di MARIELLA ZADRO-
La tombola nasce a Napoli nel 1734 in seguito ad una “storica” lite tra il re Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco. Il contendere: il gioco del lotto che era popolarissimo in tutto il Regno delle due Sicilie.
I napoletani, non vollero rinunciare a questo gioco, e trasformarono il gioco del lotto, da pubblico, in gioco da tavolo in famiglia.
I novanta numeri vennero messi in un cestino di vimini detto “panariello” e vennero disegnate le cartelle.
A ogni numero venne dato un simbolo e nacque la famosa “Smorfia” napoletana; il gioco pubblico del lotto divenne TOMBOLA.
A livello internazionale si conosce con il nome di Bingo e rimane uno dei giochi praticato maggiormente durante i giorni di festa, soprattutto durante il Natale.
Il primo invito, arriva dal Centro Polivalente “Sacrario” per mercoledì 7 dicembre alle ore 16:00 per trascorrere un pomeriggio in allegria e tanto divertimento con la “Tombola di Natale” .

La tombola è il gioco classico dei giorni di festa (tranne che nel 2020, ahinoi). Ma sai chi l’ha inventata, quando e dove? Scoprilo insieme a Focus Junior!
Il gioco della tombola, con cui noi italiani ci divertiamo in famiglia a Natale è figlio della tombola napoletana e del gioco del lotto. Le sue origini risalgono infatti a trecento anni fa, al 1734, in seguito a uno “storico” litigio tra il re di Napoli, Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco.
A quell’epoca nel Regno delle due Sicilie, e soprattutto a Napoli, il gioco d’azzardo del lotto era particolarmente diffuso. E il re voleva renderlo legale per poter così incassare i tanti soldi spesi dal popolo con le scommesse.
Il frate, invece, si opponeva dicendo che la legalizzazione del gioco avrebbe allontanato ancora di più i fedeli dalla preghiera. Alla fine della disputa il re ebbe la meglio, tuttavia concordò con il frate che il gioco sarebbe stato sospeso durante le festività natalizie.
Ma i napoletani (e gli altri abitanti delle città del regno) non erano disposti a rinunciare a quel divertimento e continuarono a giocare al lotto… in famiglia!
I novanta numeri del lotto furono così messi dentro “panarielli” (appositi cestini di vimini) e vennero inventate le cartelle con i numeri disegnati per tenere conto delle estrazioni successive.
LA SMORFIA
In più, a ognuno dei novanta numeri della tombola fu attribuito un simbolo, spesso diverso da città a città, e a Napoli addirittura da quartiere a quartiere. E’ così che nacque la famosa “Smorfia” napoletana. E il gioco pubblico del lotto divenne la tombola .
La parola tombola secondo alcuni verrebbe da tombolare (roteare o far capitombolare i numeri nel paniere), secondo altri verrebbe dalla parola tumulo, vista la forma a piramide dei panieri dell’epoca.

 

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