di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO – Ieri, 13 maggio, la Biblioteca Consorziale di Viterbo ha accolto nella Sala Conferenze Vincenzo Cardarelli lo straordinario pittore, scultore e scenografo Alessandro Kokocinski da tempo residente a Tuscania, che ha narrato con dovizia di particolari la sua travagliata e sofferta vita di esule e combattente contro il regime argentino in tempo di guerra, da dove è fuggito per approdare in altri paesi del mondo.
L’incontro speciale è dovuto alla presentazione della sua autobiografia scritta dalla giornalista Tiziana Gazzini nel libro “Kokocinski. Vita straordinaria di un artista” (Edizioni Clichy). Il libro esce in contemporanea con la grande mostra di Kokocinski che si tiene al Museo Archeologico Nazionale di Napoli “La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown” (visitabile fino al 5 giugno) e la mostra di opere su carta alla Galleria Clichy di Firenze (fino al 22 giugno).
Paolo Pelliccia, commissario straordinario della biblioteca, dopo i saluti di rito traccia a grandi linee la vita straordinaria del poliedrico artista che apprezza con immensa stima e simpatia, e anticipa che presto ci saranno altre iniziative concordate con la Fondazione Kokocinski.
Le parole tacciono, si spengono le luci e si dà spazio alle immagini con la proiezione di un breve e toccante documentario, firmato da Alessandro Kokocinski, che conduce gli ascoltatori presenti, attenti e partecipi, nel tempo della storia, nell’Argentina della dittatura militare sino al Cile di Allende. Gli applausi riportano tutti alla realtà del momento.
Tiziana Gazzini spiega come e perché ha deciso di descrivere la vita avventurosa e piena di ostacoli di Alessandro Kokocinski, nato in Italia a Porto Recanati da madre russa e padre polacco. Dopo averlo conosciuto in anni passati, lo ritrova a Tuscania dove anche lei ha una casa. Il luogo ameno e tranquillo si presta alla chiacchiere e ai ricordi che affiorano. Ricordi dettagliati e indelebili della drammatica vita vissuta dall’artista che, come un fiume in piena, non si stanca mai di narrare, e per non perderli ha deciso di racchiuderli in un libro.

Interviene Alessandro Kokocinski e con naturalezza, umiltà e la saggezza di chi ha vissuto una vita intensa e piena di dolore, entra piano piano nella sua vita privata e racconta. Un racconto lungo e pieno di particolari, parla della sua esperienza artistica di autodidatta, dai disegni, ai dipinti sino a giungere alla scultura, enorme. Figure umane immobilizzate dalla sofferenza, come i corpi ritrovati a Pompei. Figure fantastiche che escono dalle favole e colpiscono l’immaginazione. Ricorda i suoi molteplici spostamenti attraverso città sconosciute, gli incontri speciali di solidarietà che lo hanno aiutato a sopravvivere. La sua voce pacata non si ferma mai, le parole vibrano chiare e nitide, cita nomi, luoghi e impressioni che ancora colpiscono. Nessuno applaude per timore di interrompere la magia dei ricordi.
Ma il tempo stringe, si è fatta sera, e tutto va concluso. Dopo qualche timida domanda che apre un’altra scatola di ricordi, scatta all’unisono un lungo applauso prima del consueto firma copie.