Le bizzarre proposte della politica locale

di MARCO ZAPPA –

VITERBO – Vado per le spicce come si dice in gergo, e siccome in città girano proposte bizzarre o, indecenti se preferite, ve ne segnalo due: la prima è quella di creare un drive-in al parcheggio del Sacrario, un’idea partorita dalle teste di alcuni partiti dell’opposizione riuniti in questa genialata che richiede un investimento di soli, si fa per dire, centomila euro.
E con quale scopo? Rilanciare il cinema in crisi o per battere cassa?
Intanto c’è da spendere soldi e tanti pure ma per cosa poi?
Per una americanata fuori dal tempo, probabilmente foriera di un passato nostalgico di chi ancora rimpiange i bei tempi di John Travolta e del suo celebre “Grease”.
Ma se proprio si vuol proporre una cafonata del genere, visto che nulla ha che fare con la nostra storia e tradizione, che la si faccia almeno in uno spazio all’aperto, che ne so un campo con un chiosco per la vendita di popcorn ma per favore lasciamo stare il Sacrario che, a dispetto del suo significato ( luogo sacro), è stato profanato prima con lo spreco di denari occorsi per ristrutturare l’inutile pensilina, nella quale oltretutto entra acqua piovana, e recentemente terreno di scontro fra comune e ambulanti.
È sempre un problema di cultura, quella che difetta in gran parte della nostra classe politica, mossa da scopi miseri, da piccolezze locali, frutto dell’impreparazione e dell’ignoranza che si fermano all’epidermide del contesto viterbese, ignorando la profondità di un progetto corale, superiore, che possa esaltare la ricchezza di quella che è stata la costruzione millenaria della nostra città.
E qui mi riferisco all’altra grande genialata assai più preoccupante che gira negli ambienti politici da qualche tempo e cioè alla proposta di far sloggiare il consiglio comunale dallo storico Palazzo del Comune.
Avete capito bene, dopo secoli e secoli di storia, di appartenenza cittadina ad un edificio che ha visto legiferare podestà, priori, capitani del popolo e così via, rispettato perfino dai Savoia subentrati allo stato pontificio… ebbene ora, un gruppo sparuto di politici locali che rappresenta un’inezia in percentuale dei viterbesi valuta un cambio di sede.
E qui siamo al delirio, forse all’incoscienza o più probabilmente all’ignoranza grassa.
Insomma si dà un pugno alla storia e alla tradizione solo perché il Palazzo del Comune deve diventare un polo museale (lo chiamano così, hanno imparato questo slogan).
E allora via, si va alla ricerca di un’altra sede con un nuovo esborso di soldi e spreco di spazi liberi da impiegare per altre iniziative tutto a solo uso di questa casta privilegiata che crede di rappresentarci.
Vi pare? I fiumi di turisti che affolleranno le sale de Comune potrebbero essere disturbati dalle rare riunioni mattutine e stagionali che vengono tenute dai nostri politici all’interno, tra l’altro va sottolineato, di una sala mediocremente affrescata dunque bisogna sloggiare.
Eppure a Siena il consiglio comunale continua a riunirsi nel Palazzo Comunale affrescato da Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e Beccafumi, solo per citarne alcuni, in quello che è un polo museale di qualità cento volte superiore al nostro, ma nessun politico senese farebbe mai la folle proposta di trovare una sede diversa alle riunioni perché è lì da sempre che si amministra la città e quel luogo ha una sua storia e dignità.
E che dire di Palazzo Vecchio a Firenze, o del Campidoglio a Roma e altri mille casi?
Anche lì si gestisce il governo cittadino e si convive con i turisti.
Insomma l’Italia dei comuni ha questa chiara e forte identità e non ESISTE una possibile idea di cambiare la nostra storia, quello che ci invidia gran parte del mondo.
E se qualcuno deve sloggiare dal Palazzo dei Priori che siano quei politici che propongono queste assurdità a farlo, andandosene a casa.
Non li rimpiangeremo.

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