Le canne della discordia in zona Gabelletta a Montefiascone: facciamo chiarezza

MONTEFIASCONE (Viterbo)- Riceviamo e pubblichiamo: “Mentre l’intervento sperimentale di riqualificazione della vegetazione ripariale dello scorso anno nell’area di pertinenza del Biodistretto Lago di Bolsena è nella sua fase di assestamento e la vegetazione primaverile è in risveglio vegetativo, ancora è presto per il sopirsi delle critiche suscitate dall’impatto visivo dovuto principalmente all’estirpazione della canna comune o domestica, ovvero la specie archeofita invasiva Arundo donax.
Vogliamo qui rasserenare gli animi: nel tratto di riva interessato dal progetto del Biodistretto non è in corso un intervento di stravolgimento dell’ecotono ripariale verso un pratino all’inglese. Inoltre, l’intervento sperimentale di riqualificazione della vegetazione ripariale effettuato dal Biodistretto nel 2023, non riguarda quanto realizzato quest’anno dal Comune di Montefiascone in zona Gabelletta/Lucrino, intervento che è stato oggetto di critiche su canali social e altre sedi.
Chiariamo allora i temi della discordia:
1. La concessione e l’intervento: La concessione, attribuita dal Comune di Montefiascone al Biodistretto Lago di Bolsena per gli interventi sperimentali a favore di Phragmites australis, volg. cannuccia di palude localmente nota come cannavella, è di circa 250 m di sponda.
All’interno di questo tratto, è stato progettato e realizzato dal Biodistretto il primo intervento di rinaturalizzazione delle rive. L’area, ricoperta da formazioni monospecifiche a canna comune, si estendeva solo in alcuni tratti e per non più di 100 metri. L’estirpazione dei rizomi di canna comune non ha richiesto in alcun modo “lavorazioni profonde”: si è trattato di una trinciatura, seguita da erpicatura superficiale.
Nell’area in cui è stato eradicato il canneto a canna domestica, sono stati messi a dimora 20 giovani individui di ontano nero (Alnus glutinosa) e 10 di salice (Salix spp.), specie arboree tipiche della fascia ripariale.
Interventi accessori hanno riguardato l’eliminazione di rovi, la potatura di branche secche o pericolanti, la rimozione di una quantità di plastica e di rifiuti vari sepolti nella vegetazione.
2. L’obiettivo dell’intervento:
L’obiettivo del progetto è verificare la possibilità di un’autonoma ripresa della cannuccia di palude a ricolonizzare tratti di sponda già invasi da canna domestica nell’intera area sperimentale; il tutto finalizzato a un rapido ripristino di una fascia ripariale nel pieno delle proprie funzioni ecologiche. In effetti, non è A. donax bensì P. australis la vera specie chiave di questo ecosistema di transizione terracqueo; sono i canneti a cannuccia di palude gli habitat riproduttivi utilizzati per la nidificazione dalle specie di uccelli acquatici quali ad esempio lo Svasso maggiore, la Folaga ed il Tuffetto.
Il forte regresso delle formazioni a P. australis dovuto al cosiddetto die-back di questa specie chiave, le cui cause o concause non sono ancora del tutto chiare, ha allarmato da tempo la comunità scientifica italiana ed europea. Su questo il Biodistretto ha avviato discussioni e progetti scientifici per studiare l’andamento della vegetazione ripariale del lago e, quindi, indagare quali possano essere le variabili che influiscono maggiormente sul declino della stessa.
Comunicazione e cartellonistica:
Nell’ambito del progetto è stata collocata in loco una cartellonistica informativa e sono stati organizzati diversi eventi divulgativi. Nel corso di questi ultimi, sono sempre emersi interessanti spunti di riflessione per il pieno recupero di una vegetazione ripariale equilibrata e resiliente, in particolare sulla base della sua diversità floristica e faunistica.
Partecipazione e condivisione sono alla base del funzionamento del Biodistretto; auspichiamo fortemente, quindi, la sinergia tra tutte quelle forze, presenti sul territorio, che vedano nelle attività di conservazione e ripristino della naturalità dei luoghi un fattore primario di sostenibilità. Di fatto, condivisione e sinergia tra gli attori del territorio vulsino sono gli ingredienti fondamentali per guidare azioni di ripristino co-progettate e partecipate.
3. In sintesi:
1. Il progetto, nato in collaborazione tra Biodistretto Lago di Bolsena e Comune di Montefiascone e finanziato dalla Regione Lazio, vuole sperimentare modalità idonee per ripristinare le fasce di vegetazione ripariale (arborea, arbustiva ed elofitica), proponendo al contempo: una modalità di fruizione turistica rispettosa della naturalità dei luoghi; zona monitorata di eradicazione della canna domestica (Arundo donax), specie invasiva in espansione lungo le sponde del lago di Bolsena, a favore della Phragmites australis; messa a dimora di specie arboree tipiche di questa fascia ripariale (salici e ontano nero) e ripristino di condizioni favorevoli alla cannuccia di palude.
2. il progetto “Nuovi modelli di gestione della vegetazione ripariale” del Biodistretto Lago di Bolsena riguarda un intervento sperimentale in atto in un tratto di costa limitato, all’interno della particella demaniale in concessione al Biodistretto.
3. Il progetto del Biodistretto Lago di Bolsena, è in sintonia con quanto previsto dalle Misure di Conservazione del sito Natura 2000, Zona Speciale di Conservazione (ZSC ) IT6010007 “Lago di Bolsena” emanate dalla Regione Lazio con DGR 162/2016, che tra gli “Interventi attivi e azioni da incentivare”, la cui attuazione è ritenuta prioritaria per il conseguimento degli obiettivi di gestione del sito, prevede il seguente: Promozione di un progetto complessivo di ripristino e conservazione dei canneti a Phragmites australis, che sviluppi i seguenti aspetti: a) limitazione degli effetti negativi dovuti alla competizione con Arundo donax; b) azioni per accertare le cause dei fenomeni di moria
del canneto (sindrome die back”); c) azioni finalizzate a limitare i fenomeni di eutrofizzazione; d) azioni per limitare gli effetti negativi dovuti alla presenza della nutria.
4. Il progetto è stato presentato nella Conferenza dei Servizi alla quale hanno preso parte il Ministero della Cultura, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Roma, Viterbo e l’Etruria Meridionale, la Regione Lazio Direzione regionale Lavori Pubblici, Stazione unica appalti, Risorse idriche e Difesa Suolo area concessioni, Regione Lazio Direzione regionale ambiente area protezione e gestione delle biodiversità, Provincia di Viterbo Vincolo Idrogeologico, Settore ambiente Territorio e difesa del suolo, Servizio difesa suolo e gestione risorse idriche, Comune di
Montefiascone Sezione Urbanistica, Comune di Montefiascone Ufficio Tecnico Sezione autorizzazione paesaggistica, Biodistretto lago di Bolsena APS, Regione Lazio Segretario Generale Ufficio Rappresentante Unico e Ricostruzione Conferenze Servizi, il Comune di Montefiascone. Il progetto del Biodistretto del Lago di Bolsena è stato sottoposto alla necessaria procedura di Valutazione di Incidenza (VIncA) prevista dalla Direttiva Habitat e correttamente recepita dal DPR 120/2003, ed è stato approvato dalla Regione Lazio, Ufficio per la Valutazione d’Incidenza Ambientale. La VIncA è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere effetti sui siti approvati o proposti della Rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.
5. Il Biodistretto non è coinvolto in alcun modo con l’intervento realizzato in zona Gabelletta/Lucrino nell’anno in corso; esso è stato eseguito con modalità progettuali e operative estranee e ignote al Biodistretto stesso.
6. Gli accademici, dimissionari per loro unica scelta dal Comitato Scientifico del Biodistretto, non hanno contribuito ai lavori del Comitato stesso inerenti questo o altri progetti del Biodistretto sul territorio. Sono stati semplicemente assenti a riunioni e tavoli di lavoro in proposito. Sembra quindi strumentale ad altro da comprendere, la loro recente presa di distanza a mezzo stampa da un progetto a cui non si sono mai interessati e che, evidentemente, non conoscono. Vero è che il progetto in questione è stato pianificato attraverso il fattivo contributo di numerosi esperti sia accademici che di altri istituti di ricerca e di tutela ambientale.
Infine, mentre la natura primaverile prorompe e mentre le polemiche infondate sul progetto di riqualificazione ripariale del Biodistretto riaffiorano periodicamente sulle pagine dei giornali locali e sui canali social, il nostro Lago continua a fare del suo meglio per sopravvivere e continuare a fornirci i preziosi servizi ecosistemici da cui dipendono largamente l’economia e il benessere di tutte le comunità rivierasche; e non saranno le polemiche a mezzo stampa o social ad aiutarlo. Il nostro appello è, al contrario, di riunire in maniera propositiva le competenze e gli sforzi di tutto l’associazionismo e di tutti gli interessati al futuro del nostro amato Lago di Bolsena. I contatti del Biodistretto sono sul web e siamo sempre disponibili per confronti costruttivi con tutti gli attori del territorio.
Dialoghiamo, studiamo e co-progettiamo per il Lago; in definitiva aiutiamolo ad aiutarci!”
Gabriele Antoniella
Presidente del Biodistretto Lago di Bolsena
Marco Lauteri
Coordinatore del Comitato Scientifico del Biodistretto Lago di Bolsena

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