Le “Marocchinate” nella Tuscia: svolto il convegno in Provincia

di SIMEON SCANLON-

VITERBO – Oggi alle ore 17.30 della conferenza sulle cosiddette “marocchinate”, nella sala conferenze della Provincia di Viterbo, in via Saffi 49.

Ha aperto l’incontro Maurizio Federici, ex-consigliere comunale, indicando l’importanza di ricordare gli eventi tragici come le marocchinate e le foibe accadute nel nostro paese. Ha specificato che oltre settantamila italiani sono stati violentati dopo la battaglia di Montecassino dalle truppe coloniali francesi nel Lazio e nel Grossetano. Ha concluso recriminando i bombardamenti fatti dagli alleati dopo l’8 settembre 1943 nella penisola.
Ha preso, quindi, la parola Emiliano Ciotti, presidente nazionale Associazione Vittime delle Marocchinate, che ha iniziato il suo intervento legando le tragedie delle foibe e delle marocchinate unite dalla città di Trieste, dove vivono e vivevano varie donne stuprate dalle truppe coloniali francesi. Da quel punto di partenza, la sua organizzazione ed altre sono riuscite a mettere insieme 300,000 documenti legati a violenze durante la Seconda Guerra Mondiale, delle quali 60,000 riguardano le marocchinate, definendo l’evento “lo stupro di guerra miglior documentato della storia” e spiegando che queste violenze vengono collettivamente chiamate “marocchinate” dovuto al grande numero di truppe marocchine nelle forze coloniali francesi. La sua associazione, nata nel 2007, è riuscita ad individuare un minimo di 60,000 vittime documentate.

Silvano Olmi, presidente Nazionale del Comitato 10 Febbraio, ha spiegato cronologicamente le violenze documentate, partendo dalla Sicilia, evidenziando come dopo essere stati riarmati dagli americani in Nord Africa, queste truppe coloniali siano state utilizzate per gli sbarchi in Sicilia ed a Napoli, per proseguire nel Lazio e nella Toscana, fermandosi a Firenze per poi poter partecipare nello sbarco in Provenza, compiendo i vari crimini durante questo periodo. Olmi ha fatto, quindi,  vedere due elenchi di donne violentate e uomini uccisi in provincia di Viterbo. Oltre alle violenze e gli omicidi, sono stati perpetrati anche svariati furti e distruzione di proprietà. Dei casi di abusi registrati in centro Italia, un minimo di 70 casi sono confermati a Viterbo, dai 17 ai 61 anni.

E’ stata, quindi, la volta della dott.ssa Valentina Rinaldi, che ha ricordato alcune delle violenze commesse a Tuscania. Partendo dall’8 giugno, Tuscania fu colpita da bombardamenti alleati, causando svariati morti, e dopo la ritirata tedesca, Tuscania venne occupata dalle truppe coloniali, che vennero racchiuse in un parco con poca sorveglianza; in quel momento avvennero vari crimini contro la popolazione del paese. Dopo la guerra, Tuscania diventò un centro di migrazione per varie donne provenienti dalla Ciociaria.

Le conclusioni sono state affidate alla dott.ssa Anna Mula, infermiera che ha parlato delle conseguenze mediche e psicologiche sulle donne afflitte, collegando la loro esperienza alle violenze contro le donne che ancora oggi avvengono nel paese. Molti casi non sono stati documentati considerando la vergogna associata allo stupro per il quale queste donne si sentivano “marcate”. Molti stupri sono avvenuti nelle proprie case, dinanzi alle proprie famiglie, e svariate vittime presentavano fratture, tagli, lividi e in certi casi lesioni di morsi e torture. Il 90% delle donne ha sofferto di malattie veneree, alcune delle quali non sono state curate per più di 10 anni. Molte donne rimasero incinte, mentre altre ricevettero aborti improvvisati.

Le varie associazioni continuano ad archiviare i fatti accaduti. Per altre informazioni si può visitare il sito marocchinate.org.

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