Lega Acquapendente: “Interrogazione immediata sulla Rsa San Giuseppe”

ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo interrogazione della Lega Acquapendente sulla Rsa San Giuseppe e pubblichiamo: “Interrogazione immediata n. 378 del 15 giugno 2020 Lazio, Gruppo consiliare Lega, aI Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini.
Oggetto: chiarimenti in merito ai requisiti e all’idoneità ad operare relativi alla Struttura Residenziale per Anziani “San Giuseppe” di Acquapendente (Vt).
Premesso che:
Con L.R n. 4/03 – R.R. n. 2/07 – DCA n. U00100/2012 concernente “Provvedimento di rilascio dell’autorizzazione all’esercizio e dell’accreditamento istituzionale ai sensi dell’art. 8 -quater, comma 7, D.Lgs 502/92 e s.m.i. della struttura di assistenza a persone non autosufficienti anche anziane denominata RSA “San Giuseppe”, Sita nel Comune di Acquapendente (VT), Via del seminario, n. 58, gestita dalla Società “San Giuseppe S.r.l.” (C.F./P.IVA 14466021004)” con la quale il Commissario ad Acta rilasciava al punto 1 – l’autorizzazione all’esercizio per la struttura socio sanitaria denominata RSA “San Giuseppe”, Sita nel Comune di Acquapendente (VT), Via del seminario, n. 58, gestita dalla Società “San Giuseppe S.r.l.” (C.F./P.IVA 14466021004), relativamente all’attività di: n. 3 nuclei da 20 p.r. ciascuno Liv. Ass. Mantenimento B, con una capacità ricettiva di 60 posti residenza; e al punto 2) l’accreditamento istituzionale ai sensi dell’art. 8 — quater, comma 7, D.Lgs 502/92 e s.m.i., per il tempo necessario alle verifiche di cui al successivo punto 5, alla struttura socio sanitaria denominata RSA “San Giuseppe”, Sita nel Comune di Acquapendente (VT), Via del seminario, n. 58, gestita dalla Società “San Giuseppe S.r.l.” (C.F./P.IVA 14466021004), legalmente rappresentata dal relativamente all’attività di: Strl-.lttl-.lra per l’assistenza residenziale a persone non autosuficienti, anche anziane RSA: n. 2 nuclei da 20 p.r. ciascuno Liv. Ass. Mantenimento B, per complessivi 40 p.r.;
Vista la:
L.R. 12 dicembre 2003, n. 41 “Norme in materia di autorizzazione all’apertura ed al funzionamento di strutture che prestano servizi socio-assistenziali”, con particolare riguardo all’Art. 11 – Requisiti per l’autorizzazione all’apertura ed al funzionamento delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale.
Considerato che:
la Struttura Residenziale per Anziani “San Giuseppe”, ubicata ad Acquapendente (in provincia di Viterbo), in Via del Seminario n. 58, rientra nel territorio di competenza della ASL di Viterbo, la quale serve una popolazione pari a 320 279 abitanti e distribuita su un territorio di 3612 km2, articolato in 60 Comuni (fonte: Piano strategico 2017-2019 della ASL di Viterbo);
le strutture a ciclo residenziale e semi-residenziale indicate dall’articolo 1, comma 1, lettera a) della l.r. 41/2003, di seguito denominate anche strutture residenziali e semi-residenziali o strutture, prestano servizi socio-assistenziali finalizzati al mantenimento ed al recupero dei livelli di autonomia delle persone anziane ed al sostegno della loro famiglia, sulla base di un piano personalizzato di intervento, come definito dall’articolo 1, comma 2 lettera c) della medesima legge.
Rilevato che:
la casa famiglia per anziani garantisce i seguenti servizi e prestazioni: assistenza tutelare notturna e diurna; – alloggio, vitto, cura dell’igiene personale e ambientale; – interventi di sostegno e di sviluppo di abilità individuali che favoriscano l’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane, nonché la vita di relazione dell’ospite e la sua inclusione sociale; – prestazioni sanitarie concordate e programmate con i servizi territoriali, in relazione alle specifiche esigenze, nonché la pronta reperibilità in relazione alle urgenze sanitarie. Il funzionamento della casa famiglia è garantito per l’intero arco dell’anno, compresa l’assistenza tutelare diurna e notturna;
nelle case famiglia sono previste le figure professionali di cui all’articololl comma 1, lettere d) ed e) della legge regionale n. 41 del 2003, ovvero
d) presenza di figure professionali qualificate in relazione alla tipologia del servizio prestato ed alle caratteristiche ed ai bisogni dell’utenza ospitata, fermo restando la necessità di garantire un adeguato rapporto tra operatori e utenti che viene così determinato:
1) in casi di moderata e severa patologia il rapporto operatore utente non deve essere inferiore a 1 su 4;
2) nei casi di disabilità completa e grave il rapporto operatore utente deve essere 1 su 3 e) individuazione di un coordinatore responsabile della struttura e del servizio prestato
In particolare sono presenti un responsabile e, ad ogni turno di lavoro, gli operatori socio-sanitari adeguati nel numero alle necessità degli ospiti anziani anche in base alle indicazioni preventivamente espresse dalla ASL competente per territorio, comunque in numero non inferiore ad un operatore socio sanitario per sei ospiti. Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati nel piano personalizzato di assistenza sono anche previsti con presenza programmata le figure dell’assistente sociale e di un educatore professionale.
Preso atto:
dell’articolo su Etruria News del 6 giugno recante “Acquapendente — Lavori forzati per i lavoratori della Rsa San Giuseppe. Turni massacranti con personale all’osso.”, nel quale si evince che il rapporto tra operatori e pazienti non è sufficiente a garantire il benessere degli ospiti, tanto meno del personale…”Due piani con trenta pazienti ciascuno. Un addetto per ogni piano in alcuni turni e quando si tratta di mangiare o metterli a letto è un vero dramma” … “Le lamentele sono sempre più forti e i turni degli operatori socio assistenziali sono al livello dei lavoratori forzati di ottocentesca memoria. “. E ancora la redazione prosegue portando a conoscenza il lettore che “Andando su/ loro sito, molto scarno e dove non c’è traccia di un solo nome dei responsabili ci ha colpiti una frase: Il nostro team è strutturato e teso SOLO al raggiungimento di un obiettivo comune ed univoco: i/ soddisfacimento e la cura dell’OSPITE. Ecco. Allora ci poniamo alcune domande su questa frase che stride con la triste realtà. Com’è possibile che una struttura con circa 60 pazienti suddivisi su due piani possa essere gestita da un addetto a piano? Già perché le quindici unità de/ personale, spalmato in diversi turni giornalieri, si ritrovano ne/ turno pomeridiano, quello della cena e della messa a letto in condizioni disumane? (Autore Redazione Centrale Etruria News)
Ritenuto che:
“I requisiti di carattere strutturale, organizzativo e funzionale sono indispensabili per garantire la sicurezza degli ospiti e degli operatori, nonché la compatibilità del servizio con gli obiettivi del piano socio-assistenziale regionale e l’idoneità ad espletare le relative attività assistenziali”, a maggior ragione in una fase ancora emergenziale ove all’interno di queste strutture si registrano nuovi focolai derivanti da Covid-19 e la sottostima del personale incarico che opera 24 ore su 24, ripartito su turnazione non è in grado di garantire tali requisiti.
Si interrogano il Presidente della Regione Lazio, l’Assessore alla Sanità e integrazione Socio-Sanitaria se non ritengono opportuno avviare le doverose verifiche presso la RSA “San Giuseppe” , Sita nel Comune di Acquapendente, affinché siano osservati scrupolosamente, ai sensi delle normative vigenti, i requisiti e l’idoneità ad operare, nel rispetto degli anziani, ospiti della struttura e del personale socio sanitario (OSS) che vi presta servizio”.
Orlan Ripodi

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