Lettera alla Regione Lazio su Anestesisti, trasporti e Ares 118

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo” Oggetto: Richiesta di immediati chiarimenti in merito alla nota protocollo in uscita registro ufficiale U.0234338 del 19.03.2020 avente ad oggetto “Emergenza COVID 19 – fornitura prestazioni professionale medici anestesisti” a firma del Direttore Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria dr. Renato Botti e del Dirigente dell’Area Rete ospedaliera e specialistica dr. Giuseppe Spiga.

L’organizzazione sindacale CISL MEDICI LAZIO con sede in Roma,  in persona del suo segretario generale del Lazio Dott. Luciano Cifaldi,

PREMESSO che

è stata inviata alle Direzioni Generali delle ASL, AO, AOU, IRCCS, Direzioni Sanitarie delle Strutture sede di PS/DEA, Direzioni Sanitarie strutture private accreditate e non accreditate, Direzione Generale e Sanitaria ARES 118 una lettera, a firma del Direttore Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria Dott. Renato Botti e del Dirigente dell’Area Rete ospedaliera e specialistica dr. Giuseppe Spiga, avente protocollo in uscita registro ufficiale U.0234338 del 19.03.2020 e ad oggetto “Emergenza COVID 19 – fornitura prestazioni professionale medici anestesisti”

CONSIDERATO

che con tale nota le SS.LL. ritengono opportuno “istituire un pool di anestesisti coordinato da ARES 118, in modo da garantire l’assistenza medica durante le operazioni di trasferimento inter-ospedaliero senza necessariamente gravare sulle singole strutture sanitarie invianti”. Per tale motivo si invitano pertanto le Direzioni in indirizzo a mettere a disposizione di ARES 118 personale medico specializzato in anestesia e rianimazione da destinare all’attività descritta. Tale personale opererà a bordo dei mezzi di ARES 118 e verrà remunerato come previsto dall’art.117 del CCNL dell’’Area del Sanità – triennio 2016-2018 per un importo orario lordo onnicomprensivo di Euro 60,00 per ogni ora di turno effettuata”.

CONSIDERATO

Che nella lettera a firma delle SS.LL. si legge che il personale anestesista “verrà remunerato come previsto dall’art.117 del CCNL dell’’Area del Sanità – triennio 2016-2018 per un importo orario lordo onnicomprensivo di Euro 60,00 per ogni ora di turno effettuata”.

RITENUTO

per quanto riportato nella lettera che si possa evincere che le prestazioni saranno svolte come attività aggiuntiva rispetto ai compiti istituzionali che ogni anestesista è chiamato a svolgere nei presidi ospedalieri delle singole Aziende e questo significa che nelle giornate immediatamente precedenti e successive al turno presso ARES 118 gli anestesisti saranno nelle sale parto, nelle sale operatorie, nei pronto soccorso e in quei servizi dove si rende necessaria la loro presenza. Ciò potrebbe favorire una diffusione del contagio anche in ambienti dove è operativa altra tipologia di personale sanitario esclusa da assistenza diretta a pazienti COVID-19, nonchè la trasmissione a pazienti ricoverati in ospedale per patologie diverse da quella determinata da COVID-19

CONSIDERATO

come dalla nota in oggetto non si evince in alcun modo se la l’istituzione di “un pool di anestesisti coordinato da ARES 118, in modo da garantire l’assistenza medica durante le operazioni di trasferimento inter-ospedaliero senza necessariamente gravare sulle singole strutture sanitarie invianti” debba avvenire in forma volontaria o obbligatoria ed in tale ultimo caso in virtù di quale forza contrattuale o di legge.

PER QUANTO PREMESSO

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, allo scopo di evitare rischi per il paziente e per l’anestesista addetto all’accompagnamento in fase di trasporto, se l’ambulanza addetta al trasporto è un Centro Mobile di Rianimazione oppure semplice ambulanza non dotata dei presidi necessari per una rianimazione, intubazione, assistenza ventilatoria manuale, che si dovesse rendere necessaria per assistere il paziente posto nella unità di biocontenimento, in isolamento respiratorio mediante pressione negativa.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, la modalità attraverso la quale il dirigente medico anestesista che, mediante un’ambulanza di ARES 118, effettua il trasferimento di paziente con una positività al COVID-19, e pertanto potenzialmente infetto, possa rientrare presso il presidio ospedaliero di appartenenza valutando altresì il possibile rifiuto degli autisti della Azienda inviante di andarlo a riprendere.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se è stato previsto un contestuale accompagnamento all’ambulanza da parte di autovettura della Azienda inviante, ovvero di ARES 118, che possa riaccompagnare l’anestesista al presidio di partenza evitando stazionamenti prolungati presso la sede ospedaliera ricevente.

– Si chiede di rappresentare, a garanzia del paziente e degli operatori, compiutamente la garanzia della disponibilità di un ricambio di idonei Dispositivi di Protezione Individuali in modo da consentire all’anestesista di isolarsi dall’ambiente durante il viaggio di ritorno presso il presidio ospedaliero di partenza.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se le ambulanze ad oggi dedicate al trasporto di soggetti sintomatici e COVID-19 positivi sono tutte dotate di biocontenitore ovvero se è stato istituito un pool di ambulanze dedicate al trasporto esclusivo dei pazienti con infezione da covid-19 accertata e dunque da sottoporre in maniera seriata ad accuratissime procedure di disinfezione prima della partenza per un successivo trasporto.

– Si chiede di rappresentare, a garanzia del paziente e degli operatori, compiutamente se c’è attuale garanzia che per il trasporto dei pazienti con infezione da covid-19 non vengono utilizzate ambulanze di ARES 118 dedicate anche al soccorso di pazienti affetti da altre patologie che, laddove si verificasse tale tipologia di intervento, potrebbero incorrere in concreti rischi di contagio in caso di non perfetta disinfezione della vettura.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se sono stati definiti ottimali e vincolanti percorsi di sicurezza intra ed interospedalieri. Il percorso che il paziente compie consta di tre tratti: un primo tratto dalla stanza di isolamento del PS all’ambulanza, un secondo tratto che rappresenta il trasporto all’interno del mezzo ed infine un terzo tratto dall’ambulanza alla rianimazione COVID di afferenza. Nel primo e nel terzo tratto, sarebbe fortemente auspicabile, se non mandatorio, che il paziente fosse ventilato con un sistema a circuito chiuso quale è appunto un ventilatore e non con un sistema a circuito aperto che si utilizza di routine nei trasporti ordinari conosciuto come “va-e-vieni”: questo per prevenire il meccanismo di contagio per droplet tipico del corona virus.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, le modalità di disinfezione delle ambulanze, i tempi tecnici occorrenti e gli eventuali tempi di fermo macchina ovvero di garantire che vengono rispettate procedure di altissimo livello di sicurezza per evitare che dal trasporto di un paziente infetto possa derivare contagio ad altre persone.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se le Aziende, a motivo della condizione di eccezionalità dovuta alla epidemia di COVID-19, siano state autorizzate all’utilizzo del medico anestesista presente sulle ambulanze di ditte e società convenzionate deputate al servizio di trasporto e se sono state impartite disposizioni autorizzative al superamento dei budget concordato a seguito di assegnazione della gara.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se le ambulanze preposte abbiano attrezzature compatibili con il trasporto di un paziente contagiato da COVID-19 che per sua peculiare caratteristica, essendo affetto da polmonite interstiziale, necessita di una ventilazione meccanica complessa ed articolata basata essenzialmente sulla possibilità di regolare finemente determinati parametri.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se sono state impartite indicazioni per l’acquisto in somma urgenza di attrezzature in sostituzione/integrazione di quelle inadatte ma ad oggi ancora eventualmente presenti sulle ambulanze

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, per quanto concerne le strumentazioni di monitoraggio, se le ambulanze sono fornite di monitor per ECG di tipologia non vetusta, di stazione di monitoraggio per la pressione non invasiva, di saturimetro che non sia soggetto ad artefatti di movimento e che permetta la valutazione della curva pletismografica, ossia l’onda sfigmica che consente il controllo dell’andamento della pulsazione.

– Si chiede di conoscere, a garanzia del paziente e degli operatori, se in questa tipologia di trasporto ci si avvale di un pool di personale dedicato ed esperto nelle procedure di biocontenimento. Tali pazienti necessitano di una assistenza peculiare durante il trasporto per svariate ragioni: somministrazione di farmaci ipnotici e miorilassanti, monitoraggio emodinamico preciso ed accurato, monitoraggio della saturimetria periferica, fissaggio dei presidi indispensabili alla ventilazione per evitarne un drammatico dislocamento, evenienza questa che qualora si verificasse potrebbe avere esiti infausti. Sono competenze queste che si acquisiscono nel corso degli anni e sarebbe quantomeno improvvido assegnare a questa tipologia di trasferimento personale con scarsa esperienza di assistenza al paziente critico.

TUTTO CIO’ CONSIDERATO

La CISL MEDICI LAZIO, come sopra rappresentata nella sua qualità di portatrice di interessi collettivi del personale dalla stessa rappresentato,

INVITA

le SS.LL A FORNIRE CON IMMEDIATEZZA LE INFORMAZIONI TUTTE sopra richieste riservando ogni opportuna azione a tutela sia dei propri iscritti che della intera collettività e ciò nel termine di giorni tre (3), data la estrema urgenza delle questioni di cui sopra coinvolgenti la salute sia degli operatori che dei pazienti”.

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