Lettera di Don Gianni per il deceduto Dott. Claudio Fensore

VITERBO – Per CLAUDIO FENSORE / 11-12 agosto 2024

(Solo per premessa dato che abbiamo letto il Vangelo di Mt. 25. Vogliamo sapere cosa voglia dire avere Fede e Cristianesimo?…rileggiamo questo testo del Vangelo, sine glossa=senza commenti)

Permettetemi di fare una quasi chiacchierata con Claudio… Non è un racconto. E’ una narrativa cercando di entrare nell’anima e nel vissuto delle persone, non solo nella cronaca che fotografa le apparenze, ma non la verità nascosta, quasi, in una amicizia fraterna, nata scalando le montagne e scambiando idee e opinioni. A parte, e gliene sono gratissimo con la mia famiglia, per come riusciva a gestire mia madre negli ultimi periodi di equilibrio fragile. Anni fa, andai da Claudio perché soffrivo un disagio interiore e mi aprii con lui. Mi ascoltò e mi disse: guarda secondo me hai una reazione emotiva a una situazione non esistenziale, ma traumatica conseguenza di un evento… (e io sapevo quale e glielo avevo accennato…) … tranquillo, non sei da psichiatria… (sic! e si mise a ridere). Mi prescrisse un aiuto chimico per i neurotrasmettitori (credo la serotonina) e aggiunse: poi parla con qualcuno di cui ti fidi e ritroverai equilibrio e forza. Un po’ di mesi… E così fu…. Tornai in Canada e una mia collaboratrice psichiatra, originaria di Tagliacozzo, con la quale mi confidai, mi disse:… Gianni, questo tuo amico è veramente competente. E mi trovò un equivalente della prescrizione di Claudio, disponibile nelle farmacie locali.
Anni dopo ci incontrammo, non per caso, in via Cattaneo e Claudio mi confidò:… adesso ho bisogno io della tua mano. Parlammo e parlammo… Credo di averlo solo rasserenato un po’, ma almeno parlava di sé… cosa non facile per Claudio. La sua salute poi non migliorò… Mesi e mesi di dubbi, timori, speranze ovattate e poi… Sentivamo che Claudio non sarebbe più tornato il Claudio delle montagne, degli scii, della clinica, delle amicizie… per questo siamo qui ora.

Quando mi hanno detto che stava peggiorando, non so perché mi è venuto alla mente il testo di una canzone di un cantante di Ronciglione, Marco Mengoni: “Esseri Umani”. Io, qui, preferisco dire: “ESSERE UMANI”. Siamo tutti umani dentro il mistero della umanità. Che è bella perché ricca di polvere e di luce, anche se non sempre, forse mai, saremo capaci di purificare il nostro mondo personale e quello che ci circonda. Non conosco la vita del cantante Mengoni, ma intravedo nelle sue parole poetiche, una vita non sempre luminosa, desiderosa però di essere amata per quello che è, non per quello che deve “apparire”…

Oggi la gente giudica
Per quale immagine hai
Vede soltanto le maschere
E non sa nemmeno chi sei.
Devi mostrarti invincibile
Collezionare trofei
Ma quando piangi in silenzio
Scopri davvero chi sei.
Credo negli esseri umani, credo negli esseri umani…
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani…

Eccoci qui ora: Claudio, Io, la famiglia, gli amici e ciascuno di voi…
… tutti, senza distinzione di classe, di cultura, di stili di vita, di scelte o di altro…
Siamo, perché siamo umani… e chi non vuole accettare l’umano negli umani, rischia di cancellare l’essere delle persone. Tanti soffrono nel silenzio per questo… A chi come Claudio lavora e serve l’umanità, anche se impolverata, di ogni essere umano… vorrei ricordare in un momento storico dove la disumanità occupa le notizie dei media tanto da restare notizia e non rabbia spirituale… mi permetto ricordare e iniziando da me e dalla mia vita:

Che la ricchezza dell’umano (e quante sfumature semantiche sono presenti in una sola espressione: UMANO… da Humus=terra)… la ricchezza dell’umano è anche nel vedere la mano che si avvicina a noi e non vergognarsi di abbracciarla…, sempre dal testo di Mengoni:

Prendi la mano e rialzati
Ti puoi fidare di me
Io sono uno qualunque
Uno dei tanti uguale a te…

Siamo circondati da troppa disumanità e rischiamo di sporcarci senza accorgercene. Svegliamoci e ribelliamoci, con calma e tanto rispetto. Gettiamo via, direbbe Quasimodo, “la pietra e la fionda…” che ci rendono disumani. Gettiamo via la “pietra e la fionda” del disinteresse, del giudizio, della noncuranza, dei preconcetti, delle emarginazioni… Nessuno è spazzatura (il poeta portoghese contemporaneo, Tolentino de Mendonça). “I CARE” diceva Don Milani… perché c’è tanto menefreghismo attorno e dentro di noi. Stringiamo la mano che ci arriva da ogni angolo dell’universo… Il miglior modo di ricordare i nostri amici morti è farli VIVERE nei nostri gesti di “essere umani”… Claudio sapeva essere umano perché era umano, molto umano… sapeva dare la mano a chi soffriva il disagio della vita. Anche lui lo conosceva. Perché umano non vuol dire solo essere vivi, ma anche saper donare la vita.

Grazie Claudio.
La tua mano sempre aperta resti nei nostri ricordi e nei nostri impegni con la vita e con le persone. Ti diciamo buon viaggio… ma è soprattutto un invito per noi che ancora calpestiamo i sentieri della storia. Viaggiare e andare con le mani aperte… ci sarà sempre qualcuno che cerca la nostra mano. Vivere da veramente umani è offrire la mano.

Ciao, Claudio. Ti vogliamo bene.
E grazie a te per il bene che ci hai regalato.

don Gianni Carparelli

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