Lezione di democrazia con Fausto Bertinotti al Teatro Caffeina di Viterbo

di MARTINA DI BARTOLO-

VITERBO- Oggi, alle ore 18, si è tenuto un incontro al Teatro Caffeina di Viterbo, protagonista di questo convegno è stato Fausto Bertinotti, ex Presidente della Camera dei Deputati e direttore oggi della rivista “Alternative per il Socialismo” il quale ha affrontato insieme a Giancarlo Torricelli i temi del lavoro, di quello che c’è e di quello che manca, dei diritti e della sicurezza, della precarietà e del lavoro povero, di una ripresa che rischia di essere importante, ma non per tutti. Soprattutto si è posto l’accento sul nesso lavoro e politica come unica chiave di accesso ad una democrazia finalmente piena.

Ha assistito all’incontro anche il consigliere comunale Giacomo Barelli.

Ad aprire l’incontro è stato Giancarlo Torricelli il quale ha posto la prima domanda all’ex presidente della Camera dei Deputati

Il motivo per il quale vi abbiamo invitato è provare a chiarire che cosa sta determinandosi negli assetti democratici del Paese a partire dalla questione del lavoro. Perché  io ho l’impressione che l’uscita dalla pandemia insieme all’ingente quantitativo di risorse che arriveranno dall’Europa porteranno a un ridisegno complessivo del sistema democratico.

Giancarlo Torricelli ha poi esposto un quadro politico generale moderno spiegando la grande crisi lavorativa che stiamo assistendo, la piccola percentuale di persone che lavorano hanno un contratto povero. Non passa settimana in cui non si assista ad incidenti sul lavoro e la politica propone in maniera generica un controllo, ma nella sostanza non cambia nulla.

Passa la parola poi a Fausto Bertinotti chiedendo cosa ne pensa al riguardo.

L’ex Presidente della Camera dei Deputati ringrazia tutti i presenti e l’ospitalità del Teatro Caffeina.

Le classi dirigenti mentono sapendo di mentire perché fanno finta di credere che se cresce l’economia allora c’è più occupazione e migliorano le condizioni sociali. Ma oggi la ricchezza prodotta non viene più ristabilita, per fare la ricchezza del proprietario della Microsoft, oppure di Google o Facebook ci volevano cinque generazioni di Agnelli per fare la ricchezza che loro fanno in un anno. Il problema è che questa concentrazione di ricchezza se la tengono loro.

Tutto questo accade in Europa. Le politiche che stanno utilizzando gli Stati Uniti d’America sono il frutto di un grande conflitto,  il conflitto dei diversi, dei neri, delle donne che sono diventati la spina dorsale delle campagne elettorali di Biden.

In Europa e in Italia non ci sono aspetti analoghi, non c’è un movimento che influenza la politica e soprattutto è morta la politica: è stata divorata da un ‘altra scienza che è la governativa,  ciò che conta è governare. L’idea che si è fatta in Italia è che è meglio che governino i banchieri, i capi d’impresa e le loro culture.

La politica è stata divorata dal governo della necessità.

Ha affrontato poi il terzo punto della questione “l’insicurezza dell’andamento dell’economia” e ha spiegato come la politica rovesci la causa d’effetto. Questa economia dà luogo ad altre crisi sociali. Accade che la democrazia è sostanzialmente sospesa, ma quando la democrazia è sospesa non è che tutto vada liscio. Ha parlato di come le persone si lamentino della crisi ma sostanzialmente non fanno nulla per cambiare. Non andando a votare, come è successo domenica scorsa, non porta a nulla.

Discutere chi ha vinto, quando metà della popolazione non vota , vuol dire non capire chi ha perso la democrazia e chi ha perso politica. Le persone che non votano sono gli stati più popolari perché sostanzialmente vota il censo, coloro che appartengono a ceti medi e discutono di politica. Metà della popolazione viene allontanata perciò dalla democrazia e sono proprio i lavoratori e ceti bassi che ne pagano le conseguenze. Non viviamo più in un sistema democratico, ma in un sistema a solidarietà limitata, cioè ci è dato di decidere su alcune questioni, ma non ci è dato di decidere sull’essenziale.

Giancarlo Torricelli passa alla seconda domanda per Fausto Bertinotti e chiede quale possa essere il punto di attacco di una proposta politica che sia capace in termini innovativi ma al tempo stesso riconosca una centralità.

L’ex Presidente della Camera dei Deputati risponde dicendo che il problema alla base è l’insicurezza dei politici. Questo mondo è sgovernato. C’è un grande conflitto tra USA e Cina. Siamo di fronte a sconvolgimenti che si annunciano di cui nessuno sa però nulla. Di fronte a questa grande incertezza c’è l’idea che l’elemento di conflitto non ha più prevedibilità. In passato tutto era ciclico si poteva prevedere un mese prima un conflitto. Oggi non è più così, in molti Paesi sono scoppiate rivolte imprevedibili.

La buona politica deve avere l’occhio attento in grado di prevedere queste rivolte.

Noi abbiamo perso la chiave interpretativa di base della società. La rottura si è prodotta a causa della mutazione genetica dei partiti della sinistra, secondo me.

Il mondo di oggi politicamente è più simile a quello della fine dell’800 che del 900.

Giancarlo Torricelli procede con l’ultima domanda e chiede a Fausto Bertinotti se senza una sinistra che si ponga l’ambizione di rappresentare i lavoratori può esserci ancora, in questo Paese, la democrazia? O dobbiamo rassegnarci ad uno scenario post-democratico dove le oligarchie determinano le scelte di fondo e le politiche al massimo ambisce a commentarle?

Bertinotti risponde dicendo che fa fatica, oggi, a definire la politica di sinistra.

La cosa che più mi impressiona delle elezioni che si sono svolte è che il 50% della popolazione non abbia votato. Penso che le destre debbano essere sconfitte.

Il che fare è la domanda più difficile da fare in politica però io penso che la democrazia rappresentativa sia in una crisi di fondo,  che cioè il capitalismo finanziario globale sia sostanzialmente incompatibile con la democrazia per cui costituisce delle forme di governo meno autoritarie. Il nuovo soggetto politico nasce se si dà il compito. Non esisterà più la politica e la democrazia così come l’abbiamo conosciuta noi. Non si sa come nascerà ma non sarà come lo conosciamo oggi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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