di Redazione
ROMA – La pandemia da COVID ha drasticamente ridotto l’aspettativa di vita creando così i presupposti ad un assegno di pensione più alto per quelli che andranno a partire dal prossimo anno.
L’INPS comunica la rideterminazione dei coefficienti relativi al montante retributivo da utilizzare nel calcolo pensionistico 2023-2024.
A 67 anni il coefficiente è 5,723 a fronte del 5,575 del biennio 2021-2022, più alto anche del triennio 2016-18 (5,700).
Quota 103
Il disegno di legge di Bilancio introduce un nuovo canale definito di pensionamento flessibile per il solo 2023 che si articola nella combinazione di un requisito anagrafico di 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni. Va sottolineato che l’eventuale diritto conseguito entro il 31 dicembre 2023 può essere esercitato anche successivamente. E’ da evidenziarsi come tale meccanismo è già previsto per quota 100 e 102 per cui si può accedere quindi anche il prossimo anno a condizione che si siano raggiunti i rispettivi requisiti (62 anni e 38 di contributi e 64 anni e 38 di contributi) entro il 31 dicembre 2021 e 31 dicembre 2022