L’Oratorio di Pasqua BWV 249 di Johann Sebastian Bach

di CINZIA DICHIARA –

Dal momento lontanissimo in cui il credo cristiano ha ispirato all’uomo la celebrazione di Dio attraverso la musica, è stata prodotta una mole straordinaria di brani, quasi sempre celestiali, legati al culto, alla preghiera, al calendario liturgico, che rientrano tra le più alte espressioni artistiche dell’umanità. Dunque, nella nostra epoca, laicizzata e del tutto ridimensionata nelle aspettative spirituali inerenti alla sfera religiosa, possiamo essere immensamente grati alla Chiesa se, attraverso i secoli, numerosi ingegni hanno profuso le loro energie al suo servizio, e, tra di essi, molti musicisti ci hanno lasciato eredi di una fortuna immateriale di incalcolabile valore.

Ora, tra tutti costoro, occupa un posto, forse il più rilevante, Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685-Lipsia 1750), genio del contrappunto barocco: nella sua sterminata produzione di musica sacra per la chiesa luterana, troviamo pagine e pagine di insuperata bellezza, in grado di avvicinarci alla dimensione ultraterrena e riconciliarci col mondo.

In particolare v’è una sua composizione legata alla solennità della Pasqua che vale la pena conoscere e ascoltare. Si tratta di un oratorio per Soli, Coro e Orchestra, l’Oster oratorium (Oratorio di Pasqua) BWV 249, composizione destinata a rievocare l’episodio della Resurrezione di Gesù, attraverso passi tratti dal Vangelo trasposti in versi; questi sono affidati a voci soliste, coadiuvate da interventi del coro e sostenute dall’orchestra.

I quattro personaggi solisti, vale a dire le quattro voci principali, sono gli apostoli Simon Pietro (Tenore) e Giovanni (Basso); Maria di Cleofa (Soprano) e Maria Maddalena (Contralto).

Il Coro è misto. L’orchestra prevede un organico di 2 violini, viola e basso continuo; 3 trombe, timpani, 2 flauti a becco, flauto traverso, due oboi, oboe d’amore e fagotto.

Com’era prassi dell’epoca, anche questa composizione deriva dall’assemblaggio di brani e di parti precedentemente abbozzati, o impiegati in altri contesti o con altre funzioni. Bach riutilizza questo materiale mediante la sua arcinota abilità, e confeziona un nuovo capolavoro attraverso un processo di ripristino, riadattamento e invenzione. La maggiore parte di quest’opera proviene da una cantata profana che egli aveva composto per festeggiare il genetliaco del duca Christian di Sassonia-Weissenfels, nel febbraio 1725, cantata che decide di riutilizzare, di lì a poco, per la Pasqua, nell’aprile dello stesso anno, su versi del librettista tedesco Christian Friedrich Henrici Picander (1700-1764).

L’Oratorio di Pasqua si compone di una successione di 11 brani:

  1. Sinfonia
  2. Adagio
  3. Aria- Kommt, eilet und laufet (tenore e basso)
  4. Recitativo- O kalter Männer Sinn (soprano, contralto, tenore e basso)
  5. Aria- Seele, deine Spezereien (soprano)
  6. Recitativo- Hier ist die Gruft (contralto, tenore e basso)
  7. Aria- Sanfte soll mein Todeskummer (tenore)
  8. Recitativo- Indessen seufzen wir (soprano e contralto)
  9. Aria- Saget, saget mir geschwinde (contralto)
  10. Recitativo- Wir sind erfreut (basso)
  11. Coro- Preis und Dank

Di essi, i primi due brani, solo strumentali, hanno il compito di entrare subito in medias res, e introdurre l’atmosfera musicale idonea alla rievocazione del momento in cui i personaggi biblici si recano sulla tomba di Gesù trovandola scoperchiata.

In apertura, dunque, trombe e timpani annunciano trionfalmente, nel pieno orchestrale, la celebrazione della vittoria di Cristo sulle tenebre della morte (Sinfonia). Il fasto barocco iniziale ferve di vitalità, mentre il clima generale di gaudio per la Resurrezione passa, poi, a un’espressione più contenuta, di devozione e raccoglimento, assegnata alla melodia dell’oboe, che commuove intimamente (Adagio).

Ripristinato il medesimo brio iniziale, entrano Pietro e Giovanni, che, nel terzo brano inanellano, uno via l’altro, vocalizzi agili e veloci, rafforzati dal coro con carattere lieto e festoso, per esortare a raggiungere il sepolcro dove Cristo è risorto: Kommt, eilet und laufet, ihr flüchtigen Füsse, Erreichet die Höhle, die Jesum Bedeckt!… (Venite, sbrigatevi, accorrete, o piedi veloci, verso il sepolcro che ha nascosto Gesù!…)

Seguono recitativi (declamazione intonata che descrive l’azione) come il n. 4, l’unico affidato alle quattro voci dei protagonisti, in cui avviene l’incontro tra Pietro e Giovanni con Maddalena e Maria, o come il penultimo brano, il n. 10, un ‘solo’ di Giovanni che invita ad esultare: Denn unser Heiland lebet wieder (poiché il nostro Salvatore vive nuovamente).

E seguono arie (melodie di carattere squisitamente espressivo) che incantano, con parti patetiche e drammatiche. Queste sono affidate alle voci femminili soliste, come il brano n. 5, nel quale Maria, accompagnata dal flauto obbligato, canta delle spezie e degli unguenti usati per la sepoltura, del tutto inutili poiché Cristo è risorto e dunque soltanto le corone di alloro sono adeguate alla circostanza, e il n .9, splendida aria di Maddalena.

Parimenti, le arie sono attribuite anche alle voci maschili, come il pezzo n. 7, in cui, con archi e due flauti, Pietro canta una linea melodica di intensa grazia e soavità, esprimendo il sollievo circa la morte, sconfitta anche per l’uomo dopo la resurrezione di Cristo.

Nella varietà della struttura dell’opera ha un ruolo importante anche la costruzione degli ensemble dialogici, a due tra Maddalena e Maria, a tre con Pietro, Giovanni e Maria Maddalena.

I brani sono talora punteggiati da interventi di strumenti solisti, come il flauto, il cui timbro attribuisce alla partitura una connotazione pastorale, che ‘cantano’ fluidamente in dialogo o in alternanza con i registri vocali.

Il Coro conclusivo attacca la sua trionfante e gioiosa celebrazione, pronunciando versi inneggianti al Signore e portando con sé tutto un mondo immaginifico di armonia, evocatore della meraviglia delle alte sfere, eppure racchiuso nel cuore dell’uomo: Preis und Dank Bleibe, Herr, dein Lobgesang. (Lode e grazie, Sia per sempre, Signore, il tuo canto di lode!)

 

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