Lorena Paris legge due haiku di M. Bashō

di LORENA PARIS-

VITERBO – Le lettrici e i lettori di Tusciatimes hanno avuto modo di conoscere la mia passione per
lo haiku, l’ antichissima forma di poesia breve, anche considerato quanto ne ho già scritto in questa mia rubrica.
Lo scrittore e saggista Roland Barthes scriveva che “lo haiku racchiude ciò che vedete, ciò che sentite, in un minimo orizzonte di parole”. Come dargli torto? C’è un mondo di suggestioni dentro
una terzina di 17 more (metrica in 5/7/5) che si sofferma sul “sentire” del poeta e la natura che lo circonda.

Di seguito due haiku, tradotti dal giapponese, di Matsuo Bashō (1644-1694), ritenuto il padre fondatore di questa forma di poesia. Nell’audio la lettura che, come è consuetudine per questo linguaggio poetico, si ripete due volte.

~~
languore d’inverno:
nel mondo di un solo colore
il suono del vento

~~

silenzio:
graffia la pietra
un canto di cicale


Ascolta i due haiku dalla voce di Lorena Paris


 

Il primo haiku ha il riferimento stagionale (kigo) espresso direttamente dal poeta con la parola inverno, il secondo ha un kigo indiretto ma ugualmente riconducibile alla stagione in cui lo haiku è stato scritto, ovvero, attraverso la parola “cicale” che ovviamente è “sinonimo” di estate.
Sui sentimenti che hanno ispirato il maestro M. Bashō e che trapelano da queste terzine lascio ricercare alle lettrici e lettori – che ringrazio per essere così affezionati – le suggestive interpretazioni!
Infine, consiglio come sempre di visitare il sito “lucacenisi.net”, per comprendere il complesso e variegato mondo degli haiku.
Su Instagram, #lorenaparishaiku, per seguire le mie composizioni in haiku.

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