di LORENA PARIS-
VITERBO – Questa settimana torno a proporre le poesie di Maria Annunziata che ho già presentato in un precedente appuntamento di questa rubrica e a cui volentieri rimando. È uscito da poche settimane il suo ultimo libro: “Su fili d’erba”, la nuova silloge.
Lascio alla autrice stessa e alle sue parole ampia illustrazione della sua ultima fatica letteraria.
Scrive così la Gallo: “Su fili d’erba è la mia terza silloge, (Occhi chiusi aperti ai sensi, Capone Editore, 2015, Negli occhi il principio, Capone Editore, 2017) una raccolta in versi che approda su una scena sociale e relazionale profondamente segnata da una pandemia senza eguali.
Mira, così, ad offrire al lettore un respiro di leggiadria, un ossigeno di speranza e ad innalzare canti di gratitudine alla Bellezza ed alla Poesia che pur ci accompagnano nel quotidiano.
Il titolo stesso della raccolta, così come l’acquerello in copertina, evocano il concetto di leggerezza e abbracciano un sentire sublime che attraversa l’intera opera.
Una danzatrice classica, sospesa sui fili d’erba, si slancia verso l’alto a creare un movimento ascensionale che le è necessario per ricongiungersi alla sua essenza.
I fili d’erba sono l’emblema del tutto nel frammento, un frammento apparentemente finito, ma che racchiude in sé tutto il senso e la Bellezza del Creato.”
Qui, una composizione inserita nella silloge.
Se la felicità è un’idea tonda
Se la felicità è un’idea tonda
in bilico sulle guglie del tempo,
costruiamo giorni di cattedrale.
Di gotiche, iridescenti vetrate,
seguiamo il moto ascensionale
innalzando la nostra essenza;
parto di cielo e carne.
Tra i fianchi dei cirri
e le linee d’erba
si compie la corolla delle ore.
Confondiamo i petali odorosi
e spargiamo pollini fecondi.
Accordiamo i giorni
con la grazia d’una suonatrice d’arpa.
Sono versi che rispecchiano in pieno la poetica dell’autrice e le sue tematiche. In movimento di ascesa, le sue parole immaginifiche. Una elevazione, una ricerca, una purificazione. Suggestioni, pur se molto molto intime e personali, “profuse a piene mani” nella sua intensa e profonda volontà di comunione con il lettore.
