L’Ospedale di Belcolle diventa Santa Rosa: un nuovo capitolo per la sanità viterbese (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Da oggi, l’ospedale di Belcolle cambia nome e diventa “Santa Rosa”. La cerimonia di intitolazione si è svolta questa mattina alla presenza del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, del commissario straordinario della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi, del vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza e di tutte le autorità civili, militari e religiose insieme agli operatori della sanità viterbese. La giornata segna un’importante svolta per la struttura ospedaliera, con nuove prospettive di crescita e sviluppo.

Nel giorno della nuova intitolazione, è stata inaugurata anche l’ala A3, una moderna torre chirurgica che ospita reparti di chirurgia generale oncologica, vascolare, ortopedia e urologia. Questo intervento migliora gli standard assistenziali e tecnologici dell’ospedale, permettendo un incremento dei posti letto da 326 a 455, con particolare attenzione all’attività chirurgica, che passa da 82 a 155 posti letto.

Scoperta sul piazzale dell’ingresso principale del nosocomio viterbese la statua di Santa Rosa, realizzata dalla ditta Fiorillo e donata dalla Banca Lazio Nord. Il Vescovo Piazza ha benedetto i presenti, gli ammalati e la statua della Santa patrona con accanto una delegazione del Sodalizio dei facchini con il suo presidente Massimo Mecarini.

L’ospedale Santa Rosa è al centro di un vasto programma di riqualificazione, con interventi per un totale di 17 milioni di euro destinati al potenziamento del Pronto Soccorso, alla creazione di un nuovo reparto di Radiologia vascolare e interventistica e alla realizzazione di una nuova piastra tecnologica con un sito avanzato di risonanza magnetica.

Grazie ai fondi del PNRR NextGenerationEU, sono stati già completati lavori per oltre 5 milioni di euro, tra cui l’acquisto di tecnologie avanzate come un acceleratore lineare e nuovi ecotomografi.

La scelta di intitolare l’ospedale a Santa Rosa è stata deliberata dalla giunta regionale lo scorso dicembre e segna un importante passo avanti per la sanità viterbese. Con questa nuova denominazione e l’inaugurazione della nuova ala – il Corpo A3 – l’ospedale entra in una fase di rinnovamento e sviluppo dopo oltre 50 anni dalla posa della prima pietra.
Il Corpo A3, una torre chirurgica moderna e già operativa, ha richiesto un investimento di circa 12 milioni di euro per lavori di riqualificazione e ristrutturazione. Attualmente ospita le unità operative di Chirurgia generale oncologica, Chirurgia vascolare, Chirurgia a ciclo breve, Ortopedia e Urologia. È direttamente collegata con il blocco operatorio ed è dotata delle più moderne tecnologie, in linea con gli standard qualitativi nazionali.

Grazie all’apertura del Corpo A3, è previsto un significativo aumento dei posti letto: dai 326 attuali si passerà a 455, con un incremento rilevante nell’area chirurgica (da 82 a 155 posti letto) e medica (da 220 a 254).
L’inaugurazione della nuova ala segna anche l’avvio di un percorso di trasformazione più ampio, che interesserà l’intera struttura ospedaliera. Tra gli interventi previsti: potenziamento del Pronto Soccorso: con un’area d’attesa rinnovata, tre postazioni di triage e nuove aree per codici rossi e gialli. Inoltre, nuovo reparto di Radiologia vascolare e interventistica: in corso di realizzazione con due nuove sale interventistiche. Ancora una nuova piastra tecnologica: con l’aggiunta di una seconda risonanza magnetica per ridurre i tempi di attesa. Infine, riorganizzazione dei reparti esistenti: per creare una torre medica con standard di qualità elevati.
L’ospedale Santa Rosa sarà dotato di apparecchiature all’avanguardia, tra cui un acceleratore lineare, un angiografo cardiologico e vascolare, nuovi ecotomografi e una Spect/CT. Entro il 2025 sarà attivato un nuovo servizio di Medicina Nucleare basato sulla diagnostica PET, un progetto da oltre 3 milioni di euro.

Un ulteriore intervento atteso riguarda la realizzazione del nuovo Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), finanziato con oltre 3,5 milioni di euro, per offrire spazi più adeguati ai pazienti psichiatrici.
Per migliorare l’accoglienza e i percorsi sanitari, è prevista la realizzazione di: un nuovo parcheggio multipiano all’ingresso; l’ampliamento del parcheggio posteriore con collegamento alla strada Sammartinese; una nuova reception e percorsi esterni più chiari e accessibili.
L’ospedale Santa Rosa si avvia così  a diventare un polo sanitario di riferimento per l’intera provincia di Viterbo. Grazie agli investimenti previsti e alla riorganizzazione dei servizi, l’obiettivo è garantire una sanità più efficiente, moderna e vicina ai bisogni della comunità.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca ha sottolineato l’importanza di questo traguardo: “Oggi è una giornata meravigliosa. Spesso negli ospedali ci si sente smarriti, noi dobbiamo fare di tutto per dare invece dei percorsi umanizzati a persone che stanno vivendo uno dei loro momenti più difficili. Dobbiamo dare fiducia e speranza, questo è il nostro dovere. Un ospedale all’altezza dei pazienti e di tutti i professionisti sanitari. Dedicarlo a Santa Rosa lega l’ospedale alla città. Avevo preso un impegno all’inizio del mio mandato, che è quello di fare in modo che potesse cessare questo continuo andirivieni dalle province verso Roma per trovare risposte al proprio bisogno di salute. Noi dobbiamo far di tutto per cercare di dare dei percorsi umanizzati, cioè che tengano conto che queste sono strutture a servizio della persona, in cui deve essere accompagnato da quei due sentimenti che sono fiducia e speranza, gli unici due sentimenti che noi dobbiamo riuscire a riportare a chiunque si rivolga a una struttura sanitaria perché questo è il nostro dovere”.  Ha poi evidenziato : “In un ospedale cosiddetto di provincia è fondamentale poter attrarre buoni professionisti per far sì che non cerchino di scappare, ma trovino qua un luogo dove poter esaltare al meglio la loro professionalità, dove si trovino a loro agio”. Il presidente Rocca ha, quindi, evidenziato come sia essenziale non dimenticare  tutto il territorio: “Non ci fermeremo soltanto a Viterbo, abbiamo trovato i soldi per il nuovo ospedale di Civita Castellana. C’è un nuovo  lavoro di grande di ristrutturazione dei nostri pronto soccorso per guardare al territorio nella sua interezza per i piccoli e grandi bisogni. Sono già partite le centrali territoriali. Questo sarà l’anno della svolta per quello che riguarda la presa in carico del paziente perché questo sia il luogo ultimo dove ci si deve recare, facendo in modo che possa esserci quell’attenzione sul territorio per quei bisogni quotidiani e per cui poi costringono le persone a recarsi presso i nostri pronto soccorso per la loro risposta. Questa è la nostra grande sfida, non mi accontento di avere soltanto un bell’ospedale che comunque è fondamentale. E’ importante il rapporto con il territorio. Un’altra cosa che mi rende particolarmente felice perché se ne parla troppo poco è il reparto l’SPDC, il reparto psichiatrico di diagnosi e sicura, i negletti, quelli su cui non investe nessuno”.

Anche Egisto Bianconi, commissario straordinario della Asl, ha evidenziato il valore simbolico e operativo dell’ospedale: “Un traguardo e al tempo stesso un punto di partenza per tutto quello che vogliamo realizzare nella nostra provincia. Finalmente un ospedale vero che nei prossimi tre anni affronterà ulteriori profondi e radicali cambiamenti. I reparti di questo ospedale erano strutturati in stanze di degenza con quattro posti letto senza alcun servizio in camera, quindi,  vogliamo adeguare gli standard presenti nella torre chirurgica a quella della torre medica. Già abbiamo iniziato avviando i lavori del reparto di ematologia che troveranno completa esecuzione entro la primavera. Entro il 30 aprile, finalmente dopo vent’anni,  l’ematologia avrà un reparto dove potrà riattivare tutte le specificità e tutti i servizi di cui questa provincia ha bisogno.  La torre chirurgica sarà ampliata perché alcuni piani ancora non sono terminati. Troverà ubicazione anche un moderno reparto di ginecologia e finalmente un blocco parto adeguato alla nostra provincia, oltre che un’area ambulatoriale chirurgica unicamente concentrata in un unico ambito ospedaliero così che anche i nostri utenti non si disperdano nell’ospedale.  Il programma ambizioso che abbiamo condiviso con la Regione riguarda anche un raddoppio del pronto soccorso così da essere pronti a qualsiasi eventualità possibile futura, garantendo il rispetto dei percorsi. La realizzazione del nuovo reparto psichiatrico di diagnosi e cura, la realizzazione di un parcheggio multipiano, questa struttura soffre per la mancanza di parcheggi, l’allargamento anche dei parcheggi posteriori così da poter consentire anche la realizzazione di un anello stradale con la Sammmartinese. Non per ultimo, la realizzare della hall e di un corridoio di orientamento e congiunzioni di tutte le entrate così che finalmente anche questo ospedale avrà un unico ingresso. Insomma questo è l’ospedale che noi immaginiamo di avere tra tre anni. Oggi finalmente l’ospedale Santa Rosa ha ufficialmente un nome. Un nome scelto non solo per identificare una struttura ma per darle un significato profondo perché deve essere un punto di riferimento per il territorio, ma deve incarnare dei valori, dei valori che sono la cura, l’accoglienza e l’umanità. Questi valori devono diventare i nostri valori, I valori che animano le nostre azioni e che animano I nostri servizi. Un luogo che possa essere abbracciato dalla provincia e che diventi un’eccellenza nella regione Lazio”.

E’ stata, quindi, la volta del Vescovo Piazza, che ha affermato: “Un progetto che guarda al futuro con al centro la persona, le sue necessità e i suoi bisogni. Un principio che troviamo nella vita e nell’azione di Rosa. Oggi è un giorno aperto alla speranza. È un momento che guarda al futuro.  E’ un grande auspicio che col nome di Santa Rosa va a cogliere l’essenziale che non dobbiamo mai dimenticare la centralità della persona. E’ fondamentale guardare la persona nelle sue necessità, nei suoi bisogni. Ed è un principio che possiamo cogliere nella spiritualità di Rosa, che aveva intuito nel suo tempo, come una delle fragilità fondamentali fosse il bisogno della salute. Lei, fragilissima nella salute, fortissima nell’impegno, solida nella capacità di rispondere a quelle che erano le voci del bisogno del suo tempo. E’ questo il grande impegno. L’anno giubilare ci spinge in questa direzione.  Il malato non guarda in modo orizzontale, guarda in modo verticale, guarda il tetto, guarda il soffitto della stanza, l’impegno di chi si prende cura è di riportarlo alla verticalità dello sguardo, alla orizzontalità del confronto. Dedicarlo a Santa Rosa non solo è bello dal punto di vista emozionale, ma è impegnativo dal punto di vista spirituale. Sono convinto che nel nome di Santa Rosa, nella qualità spirituale di questa giovane donna, possiamo sentire ancora più fortemente l’impegno a rilanciare la nostra disponibilità a superare le difficoltà. Non facciamoci frenare dalle difficoltà, immergiamoci in esse ed affrontiamole.  Io penso che la speranza si radichi nei sentieri della nostra vita e mi auguro che  l’ex Belcolle  sia segno attraverso il nome di Santa Rosa di una progettualità che dona volto umano ai vari impegni in tutte le componenti che lo rappresentano. Tutte le mattine prega per gli ammalati e per coloro che si prendono cura degli ammalati. Auguri di Buon Cammino”.

Il nuovo Santa Rosa si proietta verso il futuro con una pianificazione ambiziosa, volta a garantire elevati standard qualitativi e a rispondere al meglio alle esigenze della comunità. Grazie ai nuovi investimenti, la struttura si consolida come punto di riferimento per la sanità viterbese, con un impatto positivo sia per i pazienti che per il personale medico.

Foto e video di MARIELLA ZADRO e WANDA CHERUBINI

 

 

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