Luca Pulino si è spento

CAPRANICA (Viterbo)- Luca Pulino ha smesso di vivere. Aveva 50 anni e di questi ben 19 li aveva trascorsi immobile al letto a causa della sclerosi laterale amiotrofica, la Sla, che gli era stata diagnosticata il 23 febbraio 2002. E’ deceduto durante la notte. Pulino era originario di Capranica. Dopo la diagnosi non si era mai arreso ed aveva continuato a lottare diventando un simbolo di coraggio e di resistenza per molti. Ex calciatore del Capranica, nonostante la Sla, aveva organizzato numerose iniziative sportive a scopo benefico ed aveva anche pubblicato un libro “E il meglio deve ancora venire”. Moltissimi i messaggi di cordoglio apparsi oggi sui social, come sul gruppo Facebook “Luka Pulino fan club”,  dove si legge: “Questo gruppo è stato creato per rendere omaggio ad una persona straordinaria, che trascorre ogni giorno con la stessa intensità e voglia di vivere. Attenzione, attenzione : qui si parla di un Uomo. Con la U maiuscola, come vedete. L’uomo si chiama Luchino. Luchino piccolo gioca e poi cresce e poi va sulla spiaggia, si lascia bagnare dalle onde del mare che placidamente lo investono, si lascia avvolgere dai raggi del sole, si lascia respirare il gusto della vita. Luchino ama viaggiare, ama il Brasile e le brasiliane. Ama ballare. Vorrebbe fare l’archeologo, no, pazienza, farà il bancario. Luchino nei ritagli di tempo gioca a pallone e festeggia ogni vittoria con gli amici. A trent’anni Luchino scopre di avere una compagna sgradevole. Luchino ha la SLA. E’ un acronimo, significa Sclerosi Laterale Amiotrofica. E’ la peggiore fra tutte le malattie possibili. Inguaribile. Molti, di fronte a questo nemico, si arrendono. Lui, no. Occorre attrezzarsi per combatterla, anche se alla fine vince sempre lei. E Luchino si trasforma in Lukino, con la kappa. L’impiegato di banca che ama il Brasile e gioca a pallone si trasforma e diventa un guerriero. Non si rassegna, non si piega, non si abbatte, non si demoralizza. Chiama a raccolta tutto ciò che ha, le sole armi a sua disposizione, il coraggio, la forza di volontà, la speranza, la tenacia, l’ostinazione, la testardaggine, la fiducia in se stesso e parte per la guerra. Sa di non avere alcuna possibilità di vittoria, ha pochi alleati che combattono al suo fianco, sono gli infelici, i colpiti, gli sventurati, i disorientati, quelli che non capiscono, quelli che vorrebbero arrendersi subito, “tanto a che serve”, ma lui non demorde. Fa il conto dei vivi, dei superstiti, e poi li sprona, li incita, li scuote. Li fa perfino divertire, di tanto in tanto, giusto per tenere alto il morale della truppa, travestendosi da ballerino con il costume hawaiano, poi da zucca, da cervo, da pesce, da leone. Ma Lukino un leone lo è per davvero, perché intanto combatte e combatte e combatte perché vuole riprendersi la sua vita. Vuole ritornare a giocare, a gioire, ad assaporare un gusto. Lui sa quale, piccolo segreto fra noi. Vuole tornare a correre. Sono trascorsi sette anni. Il surrealista Magritte e il suo sito “Le Porte della speranza” sono i suoi nuovi alleati. E con loro, e con noi, Lukino combatte ancora”.

I funerali si terranno domani, lunedì 1 marzo, alle 15,30, presso il campo sportivo in via Martiri di via Fani a Capranica.

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