Di WANDA CHERUBINI-
ROMA- La delegazione Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) di Viterbo insieme con l’Ufficio Comunicazioni Sociali ha partecipato questa mattina al Giubileo del Mondo della Comunicazione in occasione del Giubileo2025. I partecipanti hanno potuto compiere il pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica di San Pietro partendo da piazza Pia. Dopo un coffee break di benvenuto la delegazione Ucsi Viterbo insieme a don Emanuele Germani e Luca Antonelli dell’ufficio comunicazioni sociali sono entrati nell’aula Paolo VI per seguire l’incontro culturale “In dialogo con Maria Ressa e Colum McCann”, moderato dal giornalista Mario Calabresi. Nell’aula era convenuta una platea molto folta e rappresentativa di addetti ai lavori ed istituzioni del mondo della comunicazione. Dopo il saluto di Paolo Ruffini, prefetto del dicastero della comunicazione della Santa Sede, Calabresi ha evidenziato la necessità di lavorare per costruire speranza. “Si può ancora comunicare con speranza o quella dei nostri giorni è una narrazione disperata, in cui la propaganda costruisce ogni giorno un colpevole, in cui ci abituiamo a vedere diffidenza, a vedere negli altri qualcuno da tenere lontano – ha detto – Il male va raccontato. Ma la sua narrazione non può essere la sola chiave di lettura del mondo. Gli esempi di bene sono i momenti di salvezza, che ci possono parlare di speranza. Il mondo non è tutto cupo e spaventoso. Ci deve essere e ci può essere salvezza. Ci vuole responsabilità di non cavalcare il male nella convinzione che questo funzioni. Una narrazione di solo male ci toglie fiducia e speranza. Abbiamo possibilità di essere seminatori di speranza. Il buon comunicatore fa sì che chi ascolta,
legge, possa partecipare. Abbiamo la possibilità di scegliere da che parte stare e lo possiamo fare ogni giorno”. Si sono quindi, susseguite le testimonianze di Maria Ressa, giornalista filippino-americana, vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2021 insieme a Dmitrij Muratov, direttore del periodico indipendente russo Novaja Gazeta, “per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un prerequisito per la democrazia e la pace duratura” e di Colum McCann, uno scrittore irlandese naturalizzato statunitense, vincitore del National Book Award nel 2009 con il romanzo “Questo bacio vada al mondo intero”. Maria Ressa, Ressa, cofondatrice e CEO di Rappler, un sito web di notizie online delle Filippine noto per il suo lavoro investigativo e per aver utilizzato social media e crowdsourcing per la distribuzione, Durante un evento dedicato alla comunicazione e alla speranza, la giornalista filippina Maria Ressa ha affrontato il tema della crescente violenza online contro i giornalisti, in particolare le donne. Ha
denunciato il dilagare della disinformazione e delle campagne d’odio sui social media, che rappresentano una minaccia per la libertà di espressione e la democrazia. Ressa ha criticato l’ecosistema dell’informazione, definendolo “corrotto”, e ha accusato le Big Tech di irresponsabilità. Ha quindi esortato i comunicatori a promuovere la verità e la speranza, raccontando la bellezza per contrastare le narrazioni tossiche. Il suo intervento si è concluso con una lunga ovazione che l’ha visibilmente commossa.
A seguire, lo scrittore Colum McCann ha citato un carteggio storico tra Freud ed Einstein sulla guerra, ricordando come secondo Freud la tendenza all’odio e alla distruzione sia intrinseca nell’essere umano, ma contrastabile. McCann ha sottolineato l’importanza di raccontare storie di speranza in un mondo spesso dominato dalla negatività. Ha invitato i comunicatori a evidenziare la bellezza e la spiritualità, lanciando l’hashtag #HopeTelling per incentivare la diffusione di narrazioni positive e costruttive.
Successivamente, il maestro Uto Ughi ha emozionato il pubblico con una intensa performance musicale al violino, preparando il terreno all’atteso intervento di Papa Francesco. Il Pontefice, giunto intorno alle 11:35, ha deciso di non leggere il discorso ufficiale di nove pagine previsto in agenda, affermando con ironia: “Nove pagine con lo stomaco che comincia a muoversi sarebbero una tortura per tutti”. Ha invece parlato a braccio, evidenziando che la comunicazione non si riduce all’atto di trasmettere informazioni, ma consiste soprattutto nell’incontro con l’altro. Ha ribadito che il lavoro dei comunicatori è fondamentale per la società e per la Chiesa, purché sia autentico: “Non basta dire cose vere, bisogna essere veri”. Dopo il discorso, Papa Francesco ha salutato calorosamente i presenti in platea. Nel pomeriggio, l’evento è proseguito con altri incontri culturali e spirituali.